Mercoledì, 19 Dicembre 2012 00:00

Natale, ancora crisi. Ma forse un po' meno

Indagine di Aires: nessuna corsa ai consumi, tuttavia si percepisce una reazione positiva delle famiglie italiane

Non sarà un Natale ricco per gli italiani, ma oltre metà delle persone che frequentano i negozi di elettrodomestici ed elettronica di consumo non pensa di spendere meno rispetto al 2011. Ad affermare che i soldi a disposizione saranno di meno è solo un terzo degli interpellati. Rispetto all’indagine analoga svolta nel 2008 (primo anno di crisi) c’è stato un deciso aumento di chi ritiene di non spendere meno dell’anno precedente (dal 46 al 56%) e una relativa diminuzione di chi pensa di spendere meno (36 contro 39%). Questi i principali risultati emersi dall’indagine flash condotta dall’Ufficio Studi Aires presso i clienti dei punti vendita degli associati a Milano e a Roma. Il campione esaminato dall’indagine è composto da uomini e donne di età superiore ai 25 anni quasi tutti in possesso di titolo di studio superiore o laurea. I clienti sono stati interpellati sulla propensione e sulle motivazioni all’acquisto nel quarto trimestre 2012.

In linea con Findomestic

I dati registrati dall’Ufficio Studi Aires sembrano andare nella stessa direzione della rilevazione di dicembre fatta da Findomestic, che a ridosso del Natale ha registrato da un lato il minimo storico della fiducia degli italiani (mai così poco propensi a spendere), dall’altro un atteggiamento in controtendenza proprio per i settori merceologici di competenza di Aires. Infatti secondo l’osservatorio Findomestic l’unica propensione all’acquisto risultata in aumento è quella degli elettrodomestici (frigo, lavatrici, lavastoviglie…). Per televisori ed elettronica di consumo in generale la voglia di acquisto non aumenta a dicembre ma rimane stabile, al contrario di tutte le altre tipologie di beni durevoli che invece risultano in sensibile calo.

Voglia di rimanere al passo con le novità

La percezione della crisi c’è e continua ad essere molto forte. Ma la voglia di rimanere al passo con novità tecnologiche sempre più multifunzionali e trasversali ai desideri dell’intera famiglia, rimane una spinta molto sentita ad aprire il portafogli: per almeno un quarto degli interpellati è il motivo principale che li sta spingendo verso gli acquisti natalizi, mentre un terzo dice che il suo atteggiamento sarà condizionato dalla necessità di fare economia. Nel 2008 quelli che parlavano della necessità di fare economia erano un’ampia maggioranza (58%).

Prima i tablet, poi gli smartphone

Altri risultati rilevanti dell’indagine: meno di un terzo degli interpellati sostiene che il Natale non influenzerà i suoi comportamenti di consumo. Per quasi il 60%, invece, la festività sarà un’occasione per acquistare qualcosa per la famiglia, per sé stessi, per la casa o per migliorare le sue dotazioni tecnologiche. Fra gli oggetti del desiderio (quelli che la gente vorrebbe comperare se non avesse problemi di denaro) primeggia il tablet seguito a stretto giro da smartphone, televisore di ultima generazione e computer: complessivamente almeno il 70% dice di desiderare uno di questi oggetti. I nuovi elettrodomestici sono nella lista dei desideri principalmente delle persone fra i 29 e i 45 anni che devono mettere su casa. Solo un sesto degli interpellati sostiene invece di non avere desideri.

Si rimanda al 2013

Circa un terzo degli interpellati ha sostenuto di voler affrontare spese per la casa, ma solo il 2% (impiegati statali) ha detto che per farlo userà la tredicesima. Circa un quinto ha invece detto di voler rimandare le spese al 2013. Nel 2008 era più elevato il numero delle persone che affermavano di volere o dover affrontare le spese per la casa entro Natale (circa il 40%) mentre il numero di quelli che pensavano di rimandare le spese all’anno successivo era irrisorio (pochi punti percentuali): le aspettative per l’anno successivo erano infatti molto negative. Secondo l’ufficio studi Aires, malgrado i dati di mercato tuttora molto negativi e preoccupanti sugli acquisti in Italia, per la prima volta da diversi anni la maggior parte delle persone interpellate non sembra particolarmente pessimista per il futuro e in particolare per il prossimo anno.