Fuori, ad Alessandria, c’è una brezza fresca e un sole accogliente di un’estate non ancora finita. Sarà per questo che quando entriamo nel punto vendita Media World di via Città di Boves, la mattina di martedì 24 settembre, il contrasto è piuttosto forte. La prima sensazione, nonostante la delicata musica di sottofondo, è di generale indifferenza: commessi che guardano e passano senza un cenno, filando via dietro il primo scaffale. Ma perché, ci aspettavamo forse un buongiorno? Mosso qualche passo, ci viene voglia di respirare a fondo: i prodotti sono fitti come sulla lingua di un formichiere, esposti senza fiato e senza soluzione di continuità sui lineari massificati.
Cinque centimetri: lusso impossibile
Nel ped, in particolare, cinque centimetri d’aria fra un apparecchio e quello successivo sono un lusso che evidentemente non ci si può permettere, in un layout che se potesse parlare urlerebbe che lo spazio è denaro, e il resto non conta. Siamo di fronte agli asciugacapelli appesi alle griglie, chini e col beccuccio rivolto da un lato qualsiasi, quando sentiamo qualcuno lamentarsi. Una signora anziana, curva sullo scaffale, sta cercando un phon. Ha trovato il suo modello preferito confezionato ma vorrebbe vederlo dal vivo, esposto. Esamina ogni modello e ogni tanto impreca contro quel dannato mal di schiena. E contro i commessi che “chissà se finalmente arriva qualcuno”. Esausta, arrabbiata, molla la scatola a terra e se ne va zoppicando, con la testa che dice no. Restiamo nel ped e chiediamo un epilatore a luce pulsata. “Quanto alle funzioni - ci ‘rassicura’ il giovane addetto - sono tutte uguali, dalla prima all’ultima, cambia solo la forma (dei prodotti, ndr) e la quantità di flash che fanno. Questo Imetec in offerta mi sembra ne faccia mille”. Forse sfoderiamo un’espressione basita, perché lui incalza che ce ne sono anche altri non scontati, dove però “cambia veramente poco: ‘solo’ la durata della lampadina”. E la lampada ci sembra poco? Non è forse ciò che determina il numero di flash consentiti, quindi la durata dell’apparecchio senza ulteriori spese, dopo l’acquisto? Sembra ci si voglia rifilare un prodotto buono “qui ed ora”, poi fra un anno Dio provvede, o meglio sarà il nostro portafogli a provvedere. Ma sui top di gamma c’è forse un coperchio di paura con su scritto “vietato sollevare”?
Codici bloccati
L’esposizione ha le sue luci e ombre. Tv accesi e di grande impatto, sintonizzati a colori brillanti su uno stesso canale si contrappongono a certi forni e congelatori ancora imballati. Si tratta di prodotti scontati, proposti sotto strati di cellophane e praticamente irriconoscibili, se non fosse per un bel cartello con sigla e prezzo cubitali piazzato sopra. Modello discount dell’elettrodomestico, o piuttosto cash&carry. Ottima esperienza nella sala audio, dove l’addetto spiega tipologie e performance di quasi tutta la gamma. Solo non capiamo cosa intenda quando dice che “di Audio Pro i codici sono bloccati”, ma se ci interessa un modello specifico forse lo può procurare, “dipende sempre se il codice è aperto o no”. Non indaghiamo oltre, non vorremmo avventurarci in qualche strano percorso cifrato. La prossima volta arriveremo più preparati, magari dopo un buon corso di crittografia. Se poi all’uscita ci fossimo aspettati un saluto saremmo rimasti delusi, quindi abbiamo fatto bene a rinunciarvi in partenza. Come nel negozio Trony di corso Romita, del resto, seconda tappa del tour piemontese. Facce imperturbabili e apatiche si aggirano in un pdv arioso e luminoso, ordinato e bello da vedere. I tablet sono ben disposti su un’isola centrale. Chiediamo di mostrarcene uno, ma forse non hanno sentito. I commessi sono tutti attorno a un tavolo a consultarsi. Domandiamo ancora, ma nulla, siamo fantasmi. Dopo dieci minuti di piantonamento immobile e fiducioso veniamo adocchiati. “Un buon tablet? Che grandezza, che marca e - immancabilmente - che spesa?” Senza lasciare tempo per rispondere l’addetto consiglia l’ultimo Samsung full HD, “una via di mezzo ottima”. E poi è quello che ha venduto più di tutti, uno anche mezz’ora fa (come se fosse una garanzia). E comunque, perché mai la massima aspirazione di un potenziale cliente dovrebbe essere una “via di mezzo”, benché “ottima”?
Chi non ha capito alzi la mano
In ogni caso, dato che su una dozzina di prodotti esposti, non ce n’è uno che sia acceso, domandiamo la cortesia di mostrarci come si usa. “Potrebbe accenderci uno di questi tablet?” “Certamente - sorride il venditore - ma fra due ore: non so la password, quindi dovete aspettare il mio collega del pomeriggio, quello dell’informatica. Io sono della telefonia e quello che posso fare l’ho fatto. E comunque - Nobel per gentilezza e professionalità - se ha già smanettato un po’ con un cellulare il sistema è identico. È un Android con processore ultraveloce e molti giga di ram, funzionante sia in wi-fi che con 3G”. E chi non ha capito alzi la mano. Arriva un altro cliente. “Due minuti e arrivo”. Evidentemente il tempo per la nostra vendita assistita è esaurito, tanti saluti. Rimbalziamo nel bianco, dove il commesso, almeno all’inizio, si comporta da manuale: “Vuole un’asciugatrice? Ecco una Miele”. Ma scivola poco dopo: “Anche quelle in promozione sono ottime però, per carità”. Notiamo con piacere che sopra ogni prodotto in offerta è incollato un biglietto che indica il numero di pezzi ancora accessibili al prezzo indicato. Un’informazione utile per il consumatore e anche per l’addetto, che può così evitare di rispondere alle richieste di disponibilità per quei prodotti. Davanti ai dryer ci spiega con cura il funzionamento dei sistemi con serpentina e quelli a pompa di calore, spinge per i modelli in classi elevate e racconta la praticità di poter estrarre i panni asciutti anche a metà ciclo, basta spingere il tasto pausa. Ci permettiamo allora una sola domanda, tanto per togliere di mezzo ogni benché stupido dubbio prima di spendere mille euro per una Miele: non sarà mica come per i frigoriferi, che è meglio aprire la porta il meno possibile in modo che la temperatura interna non cambi troppo e l’apparecchio debba assorbire più energia per ripristinarla? La risposta dell’addetto, sebbene pronunciata col sorriso sulle labbra, vorremmo incorniciarla: “Ma che seghe mentali ti fai? (con esplicito gesto della mano), ti fai un sacco di problemi te eh?!, ti vai a cercare delle cose che non esistono, scusa se te lo dico, tanto non ti offendi, vero?”. Quanto meno abbiamo rotto il muro di ghiaccio che c’è sempre fra due estranei, come scrivevamo nel numero scorso. Ce ne andiamo con spirito leggero alla volta dell’ultima tappa alessandrina: il pdv Dixe di Alciati Group, in via G. Bruno 226M, come si legge sul sito di Evoluzione. A volte i navigatori sbagliano strada, ma stavolta è proprio la meta che non esiste. Ad un civico poco distante, in un negozio di arredamento danese, ci dicono che Alciati si è trasferito un anno fa. Ora forse c’è una sala giochi.
Baciati dalla fortuna
Improvvisiamo una visita al pdv Euronics di via Marengo, e la fortuna ci bacia. Notiamo subito molti più addetti rispetto ai consumatori presenti, in un negozio ben organizzato e accogliente, disposto in orizzontale. Il soffitto è un po’ basso, ma forse è solo un’impressione, i bagni lindi, lucidati a specchio. Dopo pochi passi arriva una commessa dal piglio sicuro, e come speravamo, ci catapulta in tre parole nel pianeta dell’induzione, vuotandolo di vecchi pregiudizi: si può tranquillamente usare questa tecnologia anche con un contatore standard, basta limitare la potenza dell’elettrodomestico a uno, due, tre chilowatt, in base alle esigenze, in modo che il contatore non salti mai. La potenza impostata, negli apparecchi evoluti dotati di limitatore, si distribuisce così automaticamente tra le zone accese. Sbandiera poi un libretto di istruzioni e ci dimostra la semplicità e il risparmio nell’uso del prodotto (e anche la fruibilità del libretto stesso) incantandoci come bambini con la fiaba preferita. Non si smentisce l’addetta del ped nel suggerirci un robot: ci convince in pochi istanti con tanto di demo pratica. Siamo sazi e come un robot aspiratutto, possiamo anche tornare alla base. Prima di uscire spiamo la vendita di un frigorifero, anch’essa puntuale e di qualità. Peccato solo non si parli mai di estensione di garanzia, se non a cose fatte, quando la carta di credito del consumatore è già lì, appoggiata sul banco cassa.