Sabato, 29 Agosto 2015 00:00

Acqua del rubinetto o bottiglie di plastica? Sfida tra benessere, idratazione e sostenibilità

Chi possiede un gasatore beve molta più acqua di chi non ce l'ha

Acqua del rubinetto oppure bottiglie in plastica? Una ricerca condotta su 1000 consumatori e commissionata da Sodastream, nota azienda che produce gasatori, rivela che gli utilizzatori di un gasatore in casa, bevono più acqua rispetto a chi non lo possiede, circa il doppio. Con tutto ciò che significa in termina di benessere fisico e sostenibilità ambientale. 

I vantaggi del bere di più
Bere di più risulta un fattore importante da evidenziare ricordando le proprietà benefiche dell’acqua. A partire dalle notevoli virtù a sostegno del mantenimento della bellezza. Il nemico numero uno delle donne, la cellulite, è infatti strettamente collegato al fenomeno della ritenzione idrica. L'importante, come suggeriscono gli esperti in questi casi, è soprattutto bere. Anche per ripulire i tessuti agevolando di conseguenza la salute della pelle. L'acqua è alleata delle donne anche nelle diete: bere qualche bicchiere d'acqua prima dei pasti aiuta a placare l'appetito e a smorzare i morsi della fame, ma anche a depurare l’organismo fino a combattere le borse sotto gli occhi. Per non parlare dei benefici dell’acqua gasata: secondo il “Dipartimento di Nutrizione e Metabolismo” di Madrid, un litro di acqua al giorno abbassa in modo significativo i livelli di colesterolo nel sangue e diminuisce i rischi di infarto.

La lotta all’inquinamento
Con i gasatori, allora, ci si idrata in maniera divertente e salutare, ma soprattutto senza inquinare. Sono addirittura l’80% in Italia le famiglie abituali consumatrici di acqua minerale in plastica, secondo una recente indagine condotta da ITI Census. In un nucleo di 4 persone, è calcolato, si consumano mediamente 1.314 bottiglie di acqua all’anno, che dovranno essere successivamente smaltite. Quanti si liberano correttamente di questa grossa mole di plastica nell’apposito contenitore della raccolta differenziata? Pochi. Non si conosce il dato esatto, ma secondo quanto rivela un progetto presentato nel 2015 presso la Fondazione Bracco, uno dei fenomeni di inquinamento più importanti del pianeta è rappresentato dai rifiuti plastici, spesso dispersi negli oceani: un arcipelago di immondizia non biodegradabile abbandonata nell’ambiente che, trascinata dalle correnti, finisce al centro degli oceani formando delle “isole” di plastica la cui superficie totale è stimata in 16 milioni di km², un dato impressionante e in continuo aumento. Scorie del nostro quotidiano, consumate, gettate e non destinate al processo di riciclo, per sempre incagliate sopra e sotto la superficie del mare. La soluzione per ridurre tale allarmante impatto ambientale è bere l’acqua del rubinetto, caldeggiata dalle principali associazioni ambientaliste in quanto risorsa economica e sana, perché controllata con rigorose norme sanitarie e analisi che misurano parametri fondamentali.