Sabato, 12 Gennaio 2019 17:57

OK Google chiama Siri e Alexa. E la sfida (vera) sarà sui servizi

L’assistente vocale è stato il prodotto del Natale 2018. Anche se oggi viene usato solo per ascoltare musica e poco altro, in futuro…

Non sarebbe Natale senza il regalo introvabile, il Turbo-Man de “Una promessa è una promessa”, il prodotto che - per quanto lo si cerchi - risulta esaurito su tutti gli scaffali. L’anno che ci ha appena lasciato verrà ricordato per i cosiddetti assistenti virtuali: Google Home, Apple Airpods e Amazon Echo. I tre re magi del Natale 2018.
Milioni di persone hanno acquistato un altoparlante Wi-Fi o un paio di auricolari Bluetooth nella speranza che Siri, Alexa o Google possano rendere la vita più semplice. Programmando i loro appuntamenti, gestendo il loro tempo e dicendo loro come truccarsi o fare una torta di mele. Anche se, al momento, le statistiche ci dicono che vengono utilizzati semplicemente per ascoltare la musica o “fare domande divertenti”.

Alla base dell’incredibile successo di vendite c’è stato di sicuro il prezzo abbordabile, sia Amazon che Google hanno opzioni che si aggirano intorno ai 50 euro, ma anche il fattore novità ha giocato un importante ruolo. Per quanto riguarda Apple, anch’essa ha una cassa acustica - la HomePod - ma non ha fatto breccia nel mercato a causa del prezzo molto elevato (circa 300 euro). Ha scelto quindi di diffondere in massa i propri auricolari Airpods, che rappresentano oggi la maniera più comoda per interagire con Siri.

Per Amazon e Google in particolare, con rispettivamente il 64,5% e il 19,6% di share nella categoria [fonte:WSJ], il punto non è proprio quello di guadagnare denaro vendendo hardware. Il punto è battere gli altri nell'integrare i loro servizi nella vita della popolazione. Gli smart speaker sono stati enormemente popolari nell'ultimo periodo dell’anno, con Google che afferma di aver venduto più di un Google Home ogni secondo tra il 19 ottobre e il 1° gennaio (6,5 milioni di secondi). Mentre per Amazon sarebbero "decine di milioni" i dispositivi Echo già impiantati. Negli USA, un terzo degli americani già possiede uno speaker intelligente con un assistente vocale, rendendolo una delle tecnologie più rapidamente adottate nella storia umana.

Entrare nel quotidiano oggi per queste aziende significa, inoltre, avere una più vasta platea di acquirenti nel futuro. I nati nel 2010 sono cresciuti osservando i genitori ammaliati dagli schermi dei telefonini, i neonati di oggi imiteranno sempre più adulti che parlano con gli oggetti. Ecco perché cercheranno in tutti i modi di farci aprire la porta di casa ai loro maggiordomi elettronici.

In altre parole non compri un'Amazon Echo; compri una relazione con Alexa. Amazon può in seguito vendere quella relazione a marchi che sperano che gli utenti di Alexa ordinino i loro prodotti con la voce. Non stai regalando un Google Home: stai regalando un legame più stretto con il motore di ricerca più famoso al mondo e tutti i suoi componenti aggiuntivi (Calendar, Maps, Chrome etc).

Mentre Apple Home Kit, il sistema integrato di prodotti per la domotica comandabili da Siri, non avrà un angolino della nostra abitazione riservato, nel quale urlare i nostri comandi, ma sarà costantemente alla portata della nostra voce, permettendoci di interagire con l’assistente vocale più famosa al mondo da ogni stanza tramite gli auricolari Airpods, a patto di indossarli sempre.

Questa espansione dell'ecosistema di intelligenza artificiale è cruciale per quasi tutte le principali società tecnologiche, dato che si tratta di guadagnare un posto primario nello sviluppo della domotica del futuro. Ecco il motivo per cui questi dispositivi sono stati in perenne offerta durante il Black Friday, Cyber Monday e tutte le vendite natalizie. Un virtual assistant è molto più che un gioco o un riproduttore musicale: è adottare un nuovo sistema di fare le cose. Chi ha già acquistato un paio di lampadine compatibili ha provato cosa significhi accendere o spegnere la luce con la propria voce, e presto tutte le attività più comuni in casa si potranno svolgere con la stessa semplicità.

Anche se non è ancora tutto così immediato. Molto spesso i comandi non vengono riconosciuti per la forma in cui sono posti. Ma i veterani del web si ricorderanno quanto fosse poco intuitiva una ricerca sul web fino a dieci anni fa, mentre ormai si può porre una domanda a Google in maniera naturale.

Le varie intelligenze artificiali apprendono giorno dopo giorno il nostro modo di porre le domande, le richieste più frequenti, i nostri bisogni. Sfrutteranno quindi la naturale propensione umana a cercare la via più comoda di fare le cose, per poi vendercela il prossimo Natale.

Alexa e Google restano in ascolto di ogni nostra parola, se non ci ricordiamo di disattivare il microfono. E negli USA, dove questa tecnologia è diffusa da tempo, sono già capitate disavventure. La più famosa, forse, è stata quella relativa al Super Bowl del 2017, quando dispositivi Home dei telespettatori vennero attivati ​​accidentalmente dagli annunci pubblicitari di Google. Amazon ha risposto a questo incidente inventando (e brevettando) un modo per Echo di ignorare la parola "Alexa" in vista della sua pubblicità del Super Bowl del 2018.

Mentre i più scettici già profetizzano un futuro inquietante alla Black Mirror, ci sono acquirenti entusiasti che abbracciano ogni diavoleria sfornata dai Big dell’elettronica confidando in un domani più simile a Star Trek. Ciò che è certo è che negli anni a venire dovremo raggiungere un nuovo equilibrio tra privacy e comodità, per sfruttare al meglio le nuove tecnologie, e far sì che non accada l’esatto contrario. (g.m.)