Alla redazione.
L’Associazione Italiana Tecnici è l’unica entità associativa italiana che raggruppa i tecnici del compartimento Smartphone, Tablet, PC, Audio/Video, Ped e Ged. Dalla liberalizzazione delle licenze, i servizi di assistenza tecnica hanno avuto - a mio parere - un punto di picco verso il basso: un tempo era necessario aver realizzato un praticantato di almeno 3 anni presso un centro di assistenza multimarca dotato di laboratorio, con controllo qualità e banchi antistatici, audit frequenti, punti di stoccaggio e ricambi protetti. Oggi basta invece un cacciavite, un sito internet accattivante e una bella vetrina per un servizio di qualità ridotta. Lo standard si è abbassato, insomma. Oggi il tecnico si è involuto in meccanico, sostituendo display e batterie, ma di fatto non ripara più.
L’associazione è nata con lo scopo di creare l’Ordine dei tecnici riparatori. Esistono gli Ordini dei dottori commercialisti, dei medici, degli avvocati. Il nostro mestiere è oggi il fondamento di ogni cosa. Informatica e Telefonia ci assorbono, e quanto mai si rende necessario qualificare, professionalizzare, informare e legiferare. Tecnico lo si deve diventare con metodi, qualifiche e ardui percorsi. Intendiamoci, non dico che i franchising - noti e meno noti - non abbiano competenze. Anzi, molti si sono rivolti all’associazione per consulenze o per diventarne parte attiva, professionalizzandosi e facendo il passo successivo per creare laboratori con la elle maiuscola, punti saldi della microeconomia delle singole province.
Il mio sfogo nasce però dalla constatazione che molti tradiscono limiti evidenti proprio sugli aspetti tecnici, che a volte sconfinano nella scarsa conoscenza di prodotti e processi di riparazione nonché nella incerta competenza circa la tutela dei dati e l’utilizzo di protezioni per garantire la privacy del cliente.
L’importanza del nostro lavoro di tecnici riparatori si evince anche dalla continua domanda di assistenza pre e post-vendita della GDO/GDS e dei grandi vendor. E’ sotto gli occhi di tutti la quantità di partnership raggiunte con laboratori e realtà riparatrici per sopperire alla mancanza di pedonabilità, abbinando cross-selling al servizio di riparazione.
Dove porterà tutto questo? Siamo veramente certi che senza competenze e corretti strumenti si possa offrire una buona assistenza? Quanti di noi hanno passivamente subito danni, che hanno portato a dover buttare un cellulare o perdere i dati, per un errato cambio di display o di batteria? Quanto costa alle case madri cambiare dispositivi all’impazzata? Oggi troppo spesso si sostituiscono le schede madri. All’interno della nostra associazione abbiamo centri di assistenza che mettono in campo metodi, competenze e strumenti per RIPARARE veramente, con pochi costi, incidendo positivamente sui fatturati. Spendere in formazione, abbattere i costi del post-vendita, riducendo la movimentazione di materiale e di conseguenza i tempi di riparazione: questo bisogna fare.
Tonino Quattrone,
Presidente Associazione Italiana Tecnici
tecnico riparatore, appassionato del proprio lavoro