Domenica, 05 Maggio 2019 07:27

LETTERA: “Va mantenuta alta la qualità dei tecnici riparatori”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Alla redazione.

L’Associazione Italiana Tecnici è l’unica entità associativa italiana che raggruppa i tecnici del compartimento Smartphone, Tablet, PC, Audio/Video, Ped e Ged. Dalla liberalizzazione delle licenze, i servizi di assistenza tecnica hanno avuto - a mio parere - un punto di picco verso il basso: un tempo era necessario aver realizzato un praticantato di almeno 3 anni presso un centro di assistenza multimarca dotato di laboratorio, con controllo qualità e banchi antistatici, audit frequenti, punti di stoccaggio e ricambi protetti. Oggi basta invece un cacciavite, un sito internet accattivante e una bella vetrina per un servizio di qualità ridotta. Lo standard si è abbassato, insomma. Oggi il tecnico si è involuto in meccanico, sostituendo display e batterie, ma di fatto non ripara più.

L’associazione è nata con lo scopo di creare l’Ordine dei tecnici riparatori. Esistono gli Ordini dei dottori commercialisti, dei medici, degli avvocati. Il nostro mestiere è oggi il fondamento di ogni cosa. Informatica e Telefonia ci assorbono, e quanto mai si rende necessario qualificare, professionalizzare, informare e legiferare. Tecnico lo si deve diventare con metodi, qualifiche e ardui percorsi. Intendiamoci, non dico che i franchising - noti e meno noti - non abbiano competenze. Anzi, molti si sono rivolti all’associazione per consulenze o per diventarne parte attiva, professionalizzandosi e facendo il passo successivo per creare laboratori con la elle maiuscola, punti saldi della microeconomia delle singole province.

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Il mio sfogo nasce però dalla constatazione che molti tradiscono limiti evidenti proprio sugli aspetti tecnici, che a volte sconfinano nella scarsa conoscenza di prodotti e processi di riparazione nonché nella incerta competenza circa la tutela dei dati e l’utilizzo di protezioni per garantire la privacy del cliente.

L’importanza del nostro lavoro di tecnici riparatori si evince anche dalla continua domanda di assistenza pre e post-vendita della GDO/GDS e dei grandi vendor. E’ sotto gli occhi di tutti la quantità di partnership raggiunte con laboratori e realtà riparatrici per sopperire alla mancanza di pedonabilità, abbinando cross-selling al servizio di riparazione.

Dove porterà tutto questo? Siamo veramente certi che senza competenze e corretti strumenti si possa offrire una buona assistenza? Quanti di noi hanno passivamente subito danni, che hanno portato a dover buttare un cellulare o perdere i dati, per un errato cambio di display o di batteria? Quanto costa alle case madri cambiare dispositivi all’impazzata? Oggi troppo spesso si sostituiscono le schede madri. All’interno della nostra associazione abbiamo centri di assistenza che mettono in campo metodi, competenze e strumenti per RIPARARE veramente, con pochi costi, incidendo positivamente sui fatturati. Spendere in formazione, abbattere i costi del post-vendita, riducendo la movimentazione di materiale e di conseguenza i tempi di riparazione: questo bisogna fare.

Tonino Quattrone,
Presidente Associazione Italiana Tecnici
tecnico riparatore, appassionato del proprio lavoro