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Martedì, 29 Marzo 2022 07:53

L'indice dei prezzi di marzo 2022

L'analisi dell'Osservatorio di QBerg mette in luce una sostanziale stabilità rispetto a febbraio. Ma nel confronto con marzo 2021 l'aumento registrato negli store è pari a 3,77 punti. E forse la tempesta deve ancora arrivare.

Nel mese di marzo 2022, l’Indice dei Prezzi Tecnologici (IPT) praticati dagli store italiani rimane sostanzialmente stabile rispetto a febbraio e raggiunge quota 107,33 punti (base 100, gennaio 2020), con una contrazione realmente minima (-0,08 punti). Per il terzo mese consecutivo, invece, si conferma elevato l’incremento tendenziale dell’IPT, pari a 3,77 punti, rispetto a marzo 2021. La fonte è l'Osservatorio di QBerg.

Una spinta inflazionistica molto debole  nel nostro settore durante le ultime settimane che secondo gli analisti di QBerg trova alcune ragioni tutte interne al settore. Intanto "un accorto restocking da parte dei rivenditori che, presumendo una minore disponibilità di spesa dei consumatori, hanno privilegiato - per il riassortimento - prodotti a costo medio più contenuto;  l’introduzione di linee di prodotto (soprattutto nel settore Hardware) con un costo complessivo inferiore; e l’innovazione delle aziende produttrici di tecnologia, che consente di proporre nuovi prodotti a prezzi stabili o leggermente inferiori ai prodotti precedenti". 

Sia chiaro, il quadro complessivo resta comunque in forte divenire, perché nello scenario attuale vi sono indubbi fattori esogeni alla consumer technology che fanno o faranno sentire in maniera marcata il loro peso nei prossimi mesi sui prezzi dei prodotti tecnologici: l’incertezza dei consumatori italiani, che ancora devono definitivamente superare gli effetti del Covid e che adesso si ritrovano un ulteriore e importante elemento di destabilizzazione dato della guerra in Ucraina; la carenza di microchip - che non è terminata - e che provoca effetti su categorie\famiglie di prodotti che continuano ad aumentare, in particolare nel confronto anno su anno;  la supply chain che nei prossimi mesi potrebbe essere rallentata per motivi politico-militari e che potrebbe far diminuire la produzione o la presenza di alcuni prodotti nei punti vendita, con un conseguente aumento dei prezzi;  i prezzi dell'energia (benzina, elettricità, gas) che sono la causa primaria dell’attuale inflazione generale, inizieranno presumibilmente a far sentire le loro conseguenze sui singoli punti vendita.

La domanda di fondo, si chiede QBerg (e ci chiediamo tutti), è per quanto tempo i rivenditori di tecnologia riusciranno a non aumentare i prezzi dei prodotti in esposizione?

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