Un vecchio proverbio recita:“La gatta frettolosa fa i gattini ciechi”, per indicare che la fretta può rivelarsi dannosa. Un ammonimento da tenere in considerazione durante il frenetico periodo del Black Friday, quando la premura di accaparrarsi l’affare distoglie a volte dal valutare con un minimo di critica le condizioni del nostro acquisto, al di là del prezzo. Lo scorso anno l' Unione Nazionale dei Consumatori aveva stilato una sorta di classifica dei più ricorrenti raggiri perpetrati ai danni dei consumatori durante il "venerdì nero", basandosi sui reclami giunti in associazione durante e dopo il periodo in questione. Facendo tesoro dell'esperienza dei malcapitati, ecco i primi tre campioni di scorrettezza.
1° classificato: le promozioni “fino a esaurimento scorte” per le quali a molti è capitato più spesso di trovare il tutto esaurito piuttosto che l’affare. Lo scorso anno tutti ricordiamo la disavventura digitale di e-price.
2° classificato: le offerte gonfiate, così da farle apparire scontate (un espediente riscontrabile anche durante i saldi). Il trucco è stato scoperto da un consumatore che ha potuto comparare un prezzo da venerdì nero con uno dello stesso prodotto presente in un volantino, chiamata in causa l’insegna Euronics.
3° classificato: l’estorsione di dati e informazioni, richiesti per poter accedere a sconti e promozioni. Su questo punto, è bene ricordarlo, si è pronunciato il Garante per la privacy: ”I consumatori devono poter navigare liberamente su un sito di e-commerce senza essere obbligati a rilasciare il consenso per finalità di marketing e promozione commerciale. Tanto più che il consenso deve essere libero: non si può obbligare l’utente a ricevere pubblicità solo per accedere alla vetrina online di un sito internet.”
Ai tre campioni dell’inganno si aggiungono, secondo UNC, i disservizi classici del commercio online: ritardi di consegna, non corrispondenza fra il prodotto ordinato e quello consegnato, prodotti difettosi, pubblicità ingannevoli, e poi difficoltà nel rendere l’acquisto o nel chiedere il rimborso.
Dunque tutti in campana, per evitare di inciampare, invece che in un affare, in un incubo da Black Friday.