Venerdì, 09 Ottobre 2020 16:46

Nobel per la Pace al World Food Programme: dove c'è fame, non c'è pace

Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite ha ricevuto il prestigioso riconoscimento per il suo impegno contro la fame, e contro la guerra.

Di solito non ci occupiamo di eventi del genere. Questa volta però voremmo fare una eccezione per la notizia dell’assegnazione del premio Nobel per la Pace 2020. Il riconoscimento è andato a una organizzazione - il World Food Programme (agenzia per il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite) -, per il suo impegno nella lotta contro la fame nel mondo, spesso collegata a conflitti. Un argomento globale, non così lontano da noi come sembra.

Se c’è fame, non c’è pace
La fame nel mondo: una frase che ci è familiare per un problema sempre in fase acuta. “Famezero” è uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile assunti dalla Comunità Internazionale nel 2015, la famosa Agenda 2030, e il Programma Alimentare Mondiale -WFP - è lo strumento principale a disposizione delle Nazioni Unite per raggiungere questo traguardo, che purtroppo pare molto ambizioso. Nelle motivazioni che accompagnano l’assegnazione del premio si legge: “Nel 2019, il WFP ha fornito assistenza a quasi 100 milioni di persone in 88 paesi vittime di fame e insicurezza alimentare acuta.(..) Negli ultimi anni la situazione ha preso una piega negativa. Nel 2019, 135 milioni di persone hanno sofferto di fame acuta, il numero più alto da molti anni. La maggior parte dell'aumento è stato causato dalla guerra e dai conflitti armati”. Guerra e fame, una tragica coppia: pensate però che solo nel 2018, con una risoluzione unanime, il  Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha esplicitamente affrontato il legame fra conflitti e fame, condannando l’uso della fame come metodo di guerra. E il WFP ha attivamente partecipato al processo diplomatico sfociato in questa presa di coscienza ufficiale delle Nazioni Unite.

Crediamo che questo Nobel, con il suo prestigio, riporti alla giusta attenzione la questione della fame nel mondo, intesa anche come rapporto squilibrato con il cibo: c’è chi muore per la sua mancanza, chi ne mangia troppo, chi lo spreca, e magari anche chi vive nella paura di non poter più avere soldi per comprarlo, non avendo più un lavoro. Se la mettiamo così, la questione ci riguarda proprio tutti da vicino.

Da sapere
Ecco un estratto dalla motivazione ufficiale della Commissione del 'Norwegian Nobel Institute' per l’attribuzione del premio per la Pace:
“Con il premio di quest'anno, il Comitato norvegese per il Nobel desidera volgere gli occhi del mondo verso i milioni di persone che soffrono o affrontano la minaccia della fame. Il Programma Alimentare Mondiale svolge un ruolo chiave nella cooperazione multilaterale per rendere la sicurezza alimentare uno strumento di pace e ha dato un forte contributo alla mobilitazione degli Stati membri delle Nazioni Unite per combattere l'uso della fame come arma di guerra e conflitto. L'organizzazione contribuisce quotidianamente al progresso della fratellanza delle nazioni a cui si fa riferimento nel testamento di Alfred Nobel. In qualità di più grande agenzia specializzata delle Nazioni Unite, il Programma Alimentare Mondiale è una versione moderna dei congressi per la pace che il Premio Nobel per la pace intende promuovere". (l.c.)