Domenica, 25 Febbraio 2018 18:10

"Insegne in crisi: e se fosse colpa (anche) di noi addetti?"

Le difficoltà che coinvolgono alcuni noti retailer, sulle quali si sono accesi i riflettori dei media nelle ultime settimane, ci devono stimolare a porci quesiti volutamente provocatori ma anche utili per comprendere nel profondo situazioni in realtà molto diffuse nel mercato  

Lo spunto per questo post arriva dalle ultime vicende che stanno coinvolgendo DPS-Trony e Mediaworld. Due "botti" che fanno rumore, perché al centro della questione ci sono due insegne che potremmo definire storiche per il nostro settore. Eppure, direi purtroppo, si tratta solamente della punta dell'iceberg; sì, perché di situazioni simili che prevedono negozi prossimi alla chiusura, stipendi tagliati, trasferimenti di personale e scioperi, se ne possono contare altre. Ben venga quindi che i fari dei media siano puntati sulle difficoltà dei due colossi citati nella speranza però che tutto ciò faccia da esca per andare ad esplorare quello che si nasconde dietro.
Ovviamente non si tratta di problemi nati improvvisamente, da un giorno all'altro, perché solamente un cieco avrebbe potuto non accorgersi della brutta piega presa negli ultimi anni. E le colpe, come sempre, devono essere suddivise tra tutte le parti in causa.
È chiaro come il sole che alcune (molte?) strategie commerciali adottate nel recente passato si siano rivelate dei clamorosi flop, ed è quindi sacrosanto che coloro che occupano gli scranni più alti ed importanti si assumano la maggior parte delle responsabilità. Detto questo però, e sottinteso che in questo gioco al massacro l'unico, vero anello debole sono i lavoratori, proviamo a rispondere al titolo (volutamente provocatorio) del post: può essere anche colpa nostra, di noi addetti alla vendita? Io credo di sì, se diamo una certa interpretazione alla parola "colpa".


È COLPA nostra... quando discutiamo tra di noi di quell'esposizione orrenda, senza poi parlarne con chi di dovere.
È COLPA nostra... quando ci sentiamo intrappolati da orari oggettivamente assurdi e a volte addirittura controproducenti, senza mai discuterne con il Capo Reparto, ingoiando il boccone amaro in silenzio.
È COLPA nostra... quando lasciamo al nostro collega un lavoro "sporco", difficile ma tremendamente utile, per dedicarci ad un'attività semplice e tremendamente inutile, con il solo scopo di fare bella figura davanti al Capo Area in visita al negozio.
È COLPA nostra... quando facciamo tutto e il contrario di tutto, pur sapendo che è sbagliato, non provando ad esporre le nostre ragioni, perché attanagliati da chissà quali paure.
È COLPA nostra... quando regaliamo, sì regaliamo, ore di straordinari (non pagate) cercando di impressionare il Direttore ma, al tempo stesso, discriminando in qualche modo i colleghi che non le fanno.


Ecco, queste sono le nostre "colpe". Capisco che la paura più grande è rappresentata da quel maledetto contratto in scadenza, ancor più se di mezzo ci sono dei figli da mantenere (una situazione che conosco benissimo…). Ma forse le vicende accennate all’inizio, così importanti, possono servire anche a questo. A farci rendere conto che in fondo siamo tutti sacrificabili, tutti. Non c'è contratto o ruolo che tenga di fronte a certe decisioni. Cerchiamo quindi di aiutarci tra noi, imporre i nostri pensieri e le nostre idee, sacrificandosi per noi stessi e per i nostri colleghi. Magari non cambierà nulla, ma perché non provarci?


Se vuoi contattarmi, scambiare idee, proporre nuovi spunti, scrivimi a: nathan@biancoebruno.it

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