Sono trascorsi ormai parecchi mesi dall’arrivo della nuova energy label e ci stiamo avvicinando al capolinea del 1° dicembre. Da quel giorno, infatti, sarà rigorosamente vietato presentare in punto vendita un elettrodomestico con la vecchia etichetta energetica. Dopo varie ricerche in rete non mi è ancora chiaro cosa potrebbe succedere in caso di controlli, ma non sarebbe certo un quarto d’ora piacevole da trascorrere, se colti in flagrante.
Diciamo che dal 1° marzo 2021, data del lancio, la quasi totalità dei prodotti presenti in punto vendita ha cambiato pelle nel giro di poco. Molte lavatrici, come la maggior parte delle lavastoviglie e dei frigoriferi, contenevano già al loro interno la nuova etichetta da sostituire alla vecchia. I produttori hanno reso disponibili (dopo alcune settimane) le nuove energy label da stampare sui loro cataloghi on-line, il che ci ha permesso di completare “quasi” l’opera. Mentre alcuni prodotti, fuori produzione, hanno continuato a mostrare al pubblico la loro vecchia classe energetica, contribuendo a creare non poca confusione.
Personalmente, ho fatto di tutto per disfarmene in ogni maniera perché l’idea stessa che esistesse ancora una classe “A+++” in negozio non mi permetteva di dormire sonni sereni. Sapevo, infatti, che ogni maledetto giorno in più che quel prodotto trascorreva in esposizione, mi avrebbero fatto la domanda: “Ma di A+++ avete solo questo?”. Tuttavia, un paio di lavatrici ammaccate e una lavasciuga sono referenze dure a morire e rischiano di tenermi compagnia fino a quando non dovrò disfarmene rottamandole in qualche maniera. Il che mi darebbe non poca soddisfazione, se non fosse che costituirebbe una perdita economica per il mio punto vendita. Approfitterò degli sconti del Black Friday per disfarmi in ogni modo di questi prodotti la cui resilienza mi sta togliendo il sonno.
Nel frattempo, le domande riguardo alla nuova energy label non si sono placate. Io comprendo i visitatori: non si entra in un negozio di elettronica con la stessa frequenza con la quale si visita un supermercato, ed è normale che molti si accorgano per la prima volta che la loro amata “A++” è scomparsa. Però mi sento tanto come Bill Murray in “Ricomincio da capo” quando rivivo ogni giorno la stessa esperienza. Tanto che ho creato la mia personale hit-list del fastidio.
In prima posizione abbiamo: “Quindi adesso funziona al contrario?”. No, esimio cliente, non ti sto dicendo che devi andare alla classe G della lavastoviglie per consumare poco, d’altronde il fatto stesso che sia rappresentata in ROSSO, contro il VERDE della classe A, dovrebbe farti pensare che non è una cosa bella. Ti ho solo detto che non ci sono più i “più”, e capisco quanto questo possa confonderti, ma dopo 200 giorni che lo ripeto non sono riuscito a trovare una frase più semplice da comprendere.
Al secondo posto troviamo: “Una classe D a cosa corrisponde?”. Se sono fortunato, estraggo la vecchia energy label dall’oblò della lavatrice in questione e lo scopro assieme al cliente, ma avendo dei colleghi piuttosto maniaci dell’ordine quasi tutte le vecchie energy sono state buttate, quindi cerco di respirare a fondo, conto fino a 10 e di solito me la cavo con: “Dovrebbe essere una A+ o al massimo A++”. Sperando che non mi risponda con la terza domanda fatidica, forse la più temuta da me e dai miei colleghi. Questa.
“Ma quindi per il bonus mobili io cosa devo cercare?”. Quando mi pongono questa domanda ho pensato più volte di fingere un malore, o di distrarre il cliente dicendogli che c’è una scimmia a tre teste dietro di lui e scappare. Purtroppo, sono sempre rimasto a inerpicarmi su ragionamenti che quasi sempre finiscono in un nulla di fatto, dato che – ad oggi – nemmeno i commercialisti interpellati dagli stessi consumatori hanno una risposta precisa. “Dovrebbe essere sufficiente una classe D, ma meglio andare su una C per esserne sicuri. Oppure attendere il nuovo decreto del 2022”. Questa è la mia risposta preferita, anche perché mi aiuta a discernere tra il curioso e la persona realmente intenzionata all’acquisto. Nel primo caso la conversazione è terminata, nel secondo ci si sposta su prodotti di fascia più elevata.
Ancora pochi giorni e potrò finalmente togliere di mezzo quei tre prodotti che, inevitabilmente, tutti i visitatori finiscono per prendere come spunto per iniziare la sequela di domande. E poi, finalmente, potrò scrivere la parola fine anche a questa tortura di noi commessi. Sebbene ogni volta che passo davanti ad un’asciugatrice o un climatizzatore mi corra un brivido lungo la schiena.
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