Domenica, 19 Dicembre 2021 15:56

L’anziana signora che mi fa riscoprire lo spirito natalizio in negozio

Molti consumatori decidono ancora all’ultimo momento il regalo di Natale. Dimenticando la situazione in cui ci troviamo da mesi. (da il Blog di Nathan)

Una tra le tante leggende che arricchiscono la storia del rock racconta di quando Mick Jagger chiese una bibita alla ciliegia rivolgendosi al commesso di un fast food dell’Indiana, negli Stati Uniti. Costui, dopo aver visto che il cantante era rimasto di stucco a sentire che avevano terminato le ciliegie, gli disse: “You can’t always get what you want” (Non puoi avere sempre quello che vuoi), dandogli inconsapevolmente l’idea per uno dei brani più iconici degli Stones.

In questi ultimi giorni che mancano a Natale mi piacerebbe canticchiare quella canzone a molti avventori, se solo non fossi terribilmente stonato. Infatti, come ogni anno, sono rimasti in tanti quelli che vengono all’ultimo momento per acquistare il Regalo per Natale, con la erre maiuscola. Una signora l’altro giorno mi ha confessato di aspettare sempre la Vigilia per lo shopping perché è convinta che i prezzi si abbassino a ridosso delle feste. La montagna di prodotti invenduti, secondo il suo pensiero, diventerebbe un problema nei magazzini dei negozi che hanno tentato di vendere la merce a caro prezzo nelle settimane precedenti. Ecco perché – sempre stando alla sua filosofia – ci sarebbero molte offerte tra il 21 e il 24 dicembre. Un altro cliente, invece, mi ha raccontato di non aver visto il “suo” prodotto tra le offerte del Black Friday. Per questo era convinto di trovarlo a colpo sicuro sugli scaffali, intoccato da mesi. Magari con un po’ di polvere sopra.

Quando confesso la Nostra Verità, e cioè che per noi ormai i giochi sono praticamente fatti ed è da settembre che si sussegue una promozione dietro l’altra, mi guardano sospettosi come se io tentassi di negare loro l’accesso ad un magazzino straripante di merce da vendere, perché la voglio tenere tutta per me. Inutile, poi, raccontare della crisi delle materie prime, del Covid, della logistica: tutte fandonie per le loro orecchie. Un po’ come se cercassi di convincerli dell’esistenza di Babbo Natale.

Eppure, a ben pensarci, sono in molti a credere ancora alle favole, visto che sono convinti di entrare in un punto vendita a fine 2021 e trovarlo stracolmo di prodotti come il negozio di giocattoli di “Mamma ho perso l’aereo”. Varcano la soglia a passo spedito, chiedendoti con un largo sorriso l’iPhone 13 per il figlio, la Dyson V15 per la moglie o la PlayStation 5 per il marito. Come se non fossero regali introvabili e al contrario avessimo noi i magazzini talmente pieni da non sapere dove metterli. Passi per gli anni scorsi, ma quest’anno dovrebbero saperlo - i consumatori - che siamo in una situazione quanto mai “particolare”.

Una cliente, l’altro giorno, mi ha chiesto l’ennesimo prodotto introvabile strappandomi dalle labbra: “Signora, è in ritardo di qualche settimana! Doveva pensarci prima!”. Mi sono pentito subito di averla trattata male, ma il periodo è quello che è - lo sapete - e non mi è rimasta molta scorta di pazienza. L’anziana nonnetta, invece di alterarsi, mi ha rivolto uno sguardo pieno di candore e mi ha detto: “Eh lo so, per voi è un momentaccio, ma per me è il periodo più bello dell’anno!”. E se n’è andata sorridendo.

Forse siamo noi ad avere un atteggiamento sbagliato. Il cuore ormai inaridito dai tanti sottocosto e fuori-tutto. Incapaci di vedere i colori dello Spirito Natalizio, ingrigiti come siamo da un mese di Black Friday. Guardandoci le mani, tagliate dal cartone degli imballi e screpolate dal freddo, non si direbbe che siano le stesse mani che aprivano tremanti i pacchi la vigilia di Natale quando eravamo bambini. Nei nostri occhi non c’è più la luce di quando scrutavamo attraverso i vetri appannati delle finestre cercando di scorgere Babbo Natale, ma solo odio e rancore nei confronti di chi porta ancora la mascherina sotto il mento, o sbuffa quando attende il proprio turno.

Se da bambini ci avessero rivelato che un giorno avremmo odiato con tutte le forze il Natale, probabilmente avremmo riso loro in faccia. La vecchina che mi ha sorriso l’altro giorno mi ha fatto capire che per qualcuno è ancora Natale e non è giusto rovinargli la festa. Penso che mi comporterò diversamente. Almeno in questi ultimi giorni. Che continuino pure direttore e capi-settore ad interpretare il Grinch, presi come sono dai risultati, dalle coperture di reparto e dagli scarichi del magazzino. Voglio anch’io, per un attimo, godermi l’atmosfera natalizia. Farò sorridere qualche cliente in più e mi intossicherò un po’ meno il fegato. È vero: non puoi avere sempre ciò che vuoi, ma se ci provi - a volte - potrai trovare ciò di cui hai bisogno.

Buon Natale, colleghe e colleghi! (Nathan)

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