Durante il trambusto natalizio ho avuto il privilegio di incontrare un cliente che mi ha trascinato con sé in un dialogo surreale. Mancavano due giorni a Natale ed eravamo nel pieno dell’ora di punta, quel magico momento in cui tutti vogliono essere serviti nello stesso istante perché sembra che il mondo debba finire il giorno seguente, quando un signore distinto sulla cinquantina mi si avvicina, incurante della gente in attesa.
“Dove trovo i barbecue da giardino?”.
Gli scoppio a ridere in faccia. Non faccio nemmeno caso al fatto che non mi abbia salutato, né chiesto scusa agli avventori che erano in coda prima di lui, perché questa è l’assoluta normalità (purtroppo). Ma la richiesta di un prodotto che io associo ai primi caldi primaverili in un periodo in cui la temperatura massima è di 5 gradi mi è suonata talmente fuori luogo da provocarmi una risata isterica.
Cerco di riprendere contegno e rispondo nella maniera che credo più professionale possibile: “Sono prodotti stagionali, li vendiamo in primavera”, ma lui – evidentemente infastidito dalla mia risata – vuole dire la sua:
“Che discorsi sono, e se uno volesse regalarlo per Natale?”.
Immagino il resto delle persone farsi cerchio intorno a noi, lasciando me e il Grigliatore Invernale ad affrontarci come in un duello da pistoleri. Estraggo più veloce la mia arma e:
“Vede, ci sono alcuni prodotti che non possiamo tenere tutto l’anno per motivi di spazio, come i condizionatori portatili ad esempio. Un po’ come nell’abbigliamento: adesso non trova i costumi da bagno…”.
Non l’avessi mai detto: il tizio estrae più veloce di me e mi spara: “Da Decathlon ci sono ancora i costumi da bagno!”.
Cerco di difendermi, dimenticandomi cosa disse Oscar Wilde riguardo al non farsi mai trascinare al livello di chi ha più esperienza di te, ma ormai il sangue mi è andato alla testa.
“Ha ragione, ho fatto l’esempio sbagliato, diciamo che è come cercare un ventilatore adesso che fa freddo”.
Lui schiva il mio proiettile e mi colpisce al petto: “I ventilatori li trovo ancora su internet, quindi mi sta dicendo di comprare su internet?”.
Tutti mi guardano. Vedo con la mente l’intero negozio pendere dalle mie labbra e, a un mio vacillare, immagino la cinquantina di clienti presenti in quel momento in negozio estrarre i propri smartphone dalle tasche per ordinare online quello che volevano acquistare e poi dileguarsi in silenzio lasciandomi solo, con la mia disperazione e le mie lacrime. Non posso accettarlo.
“No, le chiedo solo di avere un po’ di pazienza, finisco di servire queste persone, poi controllo se lo possiamo ordinare…”.
Vi giuro che pensavo di aver chiuso lì la faccenda, con gentilezza e competenza tra l’altro, ma evidentemente il ricercatore di barbecue non era lì per caso, è stato mandato dal destino per punirmi di qualcosa che ho commesso in un’altra vita, qualcosa di aberrante, tipo bastonare un cucciolo di labrador la notte di Natale.
“Ma a me serve ADESSO”, mi lapida.
Respiro profondamente. Vorrei mandarlo con tutte le mie forze a cercare la sua maledettissima griglia altrove, in un paese molto lontano magari, ma mi trattengo.
“ADESSO non ce l’ho. Arrivederci”.
Standing ovation da parte dei presenti, sorrisi di comprensione, pacche sulle spalle di congratulazioni, novantadue minuti di applausi. Tutto questo, però, solo nella mia testa, in realtà ecco il prossimo che già mi chiede: “Scusi non trovo più le friggitrici ad aria, eppure la settimana scorsa ce n’erano una montagna…”.
Quella sera, tornando a casa, ho riflettuto su come sia cresciuta in maniera esponenziale la presunzione di alcuni clienti. Una volta, quando acquistare on-line era considerato il Far West (“Ti rubano i dati della carta di credito! A mio cugino hanno svuotato il conto!” – ve lo ricordate?) non c’era tutta questa supponenza. O per lo meno non la ricordo. Ci si accontentava di quello che diceva il commesso, si incassava la sua sentenza e si tornava a casa a mani vuote, o si cercava altro. Oggi invece la Frontiera della Sopraffazione è il negozio. Tutti vogliono tutto, subito e scontato (ovviamente). Senza bisogno di salutare, sorridere o essere gentili, per quello c’è gente pagata profumatamente (secondo loro).
Per fortuna, anche questo 2022 sta giungendo al termine, così potrò esprimere il desiderio che mi venga data la forza di resistere altri 365 giorni. Non posso sapere cosa mi aspetta nell’anno che verrà, ma io qualche certezza ce l’ho: il sole sorgerà ogni mattina, dopo ogni mercoledì ci sarà un giovedì e qualche cliente vorrà avere ragione a tutti i costi. L’importante è non farsi trascinare negli abissi della mente umana.
Buon anno!
Da Nathan
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