Quello di Expert ci emoziona perché mette in fila i valori di base del retail tradizionale. Valori dimenticati negli ultimi vent’anni. Da tutti.

A firmare l'articolo è l'addetto di una grande insegna che si cela dietro lo pseudonimo di Edgar. Uno spunto, tra i tantissimi, per migliorare l'organizzazione del lavoro dopo l'emergenza sanitaria.

Poche cose fanno innervosire i clienti quanto quella di essere rimbalzati da un addetto all’altro in un negozio di grandi dimensioni. Purtroppo accade spesso.

La lettera di un addetto ai vertici della sua azienda. Un punto di vista che ci è arrivato dritto al cuore. Ovviamente non è detto che sia la verità al cento per cento, ma di sicuro è la verità per chi vive sulla propria pelle certe situazioni. Ecco perché la pubblichiamo.

La coppia che sbuffa e poi io che mi sento come Kennedy dopo aver scongiurato la crisi di Cuba.

La testimonianza di un commesso: “Il consumatore sporca e aggredisce sempre più spesso. Per non parlare di quando l’animale domestico, portato in negozio, espleta i propri bisogni fisiologici nella totale indifferenza del padrone”.

Molti i commenti giunti in redazione tramite la nostra pagina Facebook riguardo al mio precedente intervento sul blog. Ne riprendiamo alcuni.

"Non avendo un riposo adeguato, piano piano ci si logora e non si apprezza più quello che facciamo..." ci confessa un lettore.

Oggi non si può più vendere come si vendeva vent’anni fa. Bisogna essere più rapidi ad analizzare i bisogni del cliente e più reattivi nel rispondere.

Invece troppe volte l’udito e la vista del consumatore finale vengono travolti da una confusione che sembra non avere fine.

Esperienza illuminante oltre che tecnicamente perfetta. Ma allora perché...

Il cliente ha sempre ragione, vero, ma si diventa clienti solo dopo aver acquistato. Altrimenti si è semplicemente visitatori.

In nove mesi di visite nei punti vendita, tanti brand e prodotti ci sono apparsi abbandonati a loro stessi.

Intervento dell'editore di Bianco & Bruno, Graziano Girotti.

Link al video: https://youtu.be/6O6cbZAHIIQ

Oggi ero in sala pausa a cercare di riprendermi dopo un rush di clienti frettolosi, quando mi sono lasciato scappare la frase: “Certo che sembra di essere medici del pronto soccorso più che commessi”. Sentendomi, un collega più anziano di me ha ribattuto: “Siamo più come i sommelier con il vino”. 

Cosa vuol dire, realmente, mettere al centro il cliente finale?

Unico neo in due negozi su tre: ci giunge alle orecchie la pubblicità radiofonica di un’insegna competitor. Un impatto che disorienta e infila una vena di caos nel consumatore. Meglio una radio personalizzata, no?

Venticinque anni passati alle vendite. Riflessioni di un addetto qualunque.

Nel “racconto” dell’apparecchio i brand si fanno trascinare quasi completamente dall’alta tecnologia lasciando nell’ombra aspetti tradizionali che invece mantengono un loro peso specifico agli occhi dei consumatori.

Siamo reduci da un tour in circa 50 punti vendita, svolto per conto di un’azienda, che in meno di tre settimane ha visto il nostro team di Mystery Shopper andare dal Veneto alla Sicilia, dal Piemonte alla Puglia e in altre regioni.