Venerdì, 14 Giugno 2013 00:00

Dyson chiede di ripensare l'etichetta energetica per gli aspirapolvere

Così come sta nascendo nel Parlamento europeo rischia di indurre in errore i consumatori

Per gli aspirapolvere settembre 2014 potrebbe rappresentare una data importante. Secondo un progetto di legge europeo da quel momento i nuovi apparecchi dovranno avere motori con meno di 1.600 Watt ed entro il 2017 solo 900 Watt. Gli aspirapolvere saranno valutati dalla categoria A alla G sulla base delle loro prestazioni e dell'efficienza energetica. Se realizzato in modo efficace, il motore dell’aspirapolvere può avere un impatto positivo dal punto di vista energetico, risparmiando 19 TWh di elettricità all'anno entro il 2020, abbastanza per alimentare la metropolitana di Londra per 19 anni. Ma nella sua attuale composizione, secondo Dyson, una delle aziende più note nel settore, l'etichetta energetica per gli aspirapolvere spingerà i produttori a sviluppare macchine che saranno performanti in laboratorio, ma non nelle case.  “Un rigoroso limite sulla potenza dei motori degli aspirapolvere – ha sottolineato James Dyson - metterà fine all'idea antiquata che una maggiore potenza equivale a prestazioni più elevate. Ma nella sua forma attuale, l'etichettatura energetica indurrà in errore i consumatori circa le prestazioni di una macchina e al suo impatto ambientale, perché la regolamentazione  è mal concepita”.

Fare di più con meno

Una progettazione intelligente vuole dire fare di più con meno: raggiungere alte performance utilizzando meno risorse e meno energia. Una legislazione ben concepita metterà fine all'idea antiquata che una maggiore potenza del motore è uguale a una maggiore performance dell’aspirapolvere; stimolando inoltre gli ingegneri a sviluppare una tecnologia più efficiente e con maggiori prestazioni. Ma nella sua forma attuale la normativa potrebbe avere l'effetto opposto, portando gli acquirenti verso una scelta d’acquisto sbagliata per tre ragioni.

Test in laboratorio

L’attuale progetto di legge prevede che le prestazioni di un aspirapolvere vengano testate in condizioni di laboratorio: ambienti vuoti e senza polvere. Ma la prestazione di una macchina in casa è molto diversa da quella in laboratorio. Durante l’utilizzo della macchina, i sacchetti e i filtri si intasano con la polvere, portando ad una perdita di aspirazione e a un calo di prestazioni nella pulizia per l'utente. Per rispecchiare una reale esperienza del consumatore, la rimozione della polvere deve essere misurata in condizioni reali, quindi su una macchina già utilizzata. In caso contrario si rischia la credibilità del metodo di etichettatura energetica.

Sacchetti costosi e dannosi per l’ambiente

Secondo Dyson, gli aspirapolvere non hanno bisogno di sacchetti, ma alcuni produttori insistono nel fare aspirapolvere dotati di sacchetti che sono costosi, dannosi per l'ambiente e costituiscono materiali di consumo. "L'etichetta energetica - si legge in un comunicato aziendale - deve comunicare il numero di sacchetti o filtri necessari ogni anno e quanto costano. Ciò consentirà ai consumatori di prendere una decisione consapevole circa l’impatto ambientale e il costo a lungo termine della macchina. La legislazione non limita la forza necessaria per trainare un aspirapolvere. Molte macchine possono tecnicamente raggiungere i punteggi più alti nell’etichetta energetica, ma sono troppo difficili da spingere e tirare in giro per la casa. Buoni risultati per il laboratorio, ma non per l'aspirazione in sé". Dyson propone un limite di forza Newton 21 per spinta massima, un limite derivato dai feedback di consumatori reali in una prova pratica.