La Corte di Giustizia Europea ha respinto il ricorso di Dyson contro la nuova etichettatura energetica degli aspirapolvere. E ora arriva la reazione dell'azienda. “È deplorevole - scrive Dyson in una nota - che la Corte di Giustizia Europea sostenga test che non cercano di rappresentare le condizioni di utilizzo domestico e riteniamo che ciò sia fuorviante per i consumatori. L'affermazione della Corte secondo cui un test degli apparecchi 'pieni di polvere' non sia affidabile ha dell'incredibile: il metodo di test degli apparecchi 'pieni di polvere' è stato concepito dalla IEC (International Electrotechnical Commission) ed è stato adottato dagli enti di collaudo e dai produttori di tutto il mondo. Per quanto a nostra conoscenza, la Corte si appella al fatto che i criteri di "affidabilità, riproducibilità e precisione" del test non sono mai stati messi in discussione nei dieci anni di esistenza del regolamento. Pertanto, la Corte ha approvato i test non rappresentativi ideati dalla commissione con un gruppo ristretto di produttori europei, non tenendo conto -a nostro avviso - degli interessi dei consumatori in Europa. Dyson è stato l'unico produttore a proporre una limitazione della potenza in watt dei motori, che rappresenterebbe una soluzione efficace per ridurre il consumo energetico, a favore di una maggiore efficienza. La sentenza appare ancora più sorprendente alla luce delle rivelazioni sui collaudi delle automobili emerse dallo scandalo di Volkswagen, i cui test non riflettono le reali condizioni di utilizzo. Siamo convinti che la Corte di Giustizia Europea non stia agendo nell'interesse dei consumatori e continueremo a batterci contro gli attuali sistemi di collaudo ed etichettatura”.
Dyson si oppone a due aspetti essenziali dei regolamenti:
Laboratorio vs. salotto
Conformemente ai regolamenti, gli aspirapolvere possono essere testati a vuoto, ovvero senza polvere, in condizioni di laboratorio. In questo modo, però, non simulano le reali condizioni di utilizzo e quindi il consumo energetico a casa può essere molto diverso rispetto a quanto rilevato in laboratorio. Ciò consente ad alcuni produttori di dichiarare nelle proprie etichette un livello di prestazioni "artificialmente" maggiore. Il metodo di collaudo utilizzato per l'etichettatura non riflette la visione degli enti di collaudo e definizione degli standard europei. Il consumer report, Which?, ha dato voce ai timori che le “classificazioni delle prestazioni riportate su alcune etichette non mettano a confronto le capacità di pulizia di un modello rispetto ad un altro nell'ambiente domestico”. Anche i test condotti internamente da Dyson e quelli commissionati ad altri laboratori indipendenti confermano le differenze fra i livelli energetici dichiarati e i risultati concreti di alcuni noti produttori.
Costi nascosti
Il costo e lo spreco determinati dalle parti "consumabili", come sacchetti e filtri, non vengono calcolati nell'etichetta. I progressi compiuti negli ultimi 15 anni dalla tecnologia degli aspirapolvere hanno dimostrato che i sacchetti non sono più necessari. Eppure, alcuni produttori insistono nel vendere apparecchi che si basano su questi componenti consumabili costosi e dannosi per l'ambiente. Il costo dei sacchetti di ricambio può addirittura superare le 350 euro nell'arco di cinque anni. Tuttavia, l'etichetta energetica non comunica il numero di sacchetti o di filtri da utilizzare ogni anno, né il rispettivo costo. Di conseguenza, i clienti non sono i grado di intraprendere una decisione informata riguardo all'impatto ambientale e al costo a lungo termine dell'apparecchio che scelgono.
Minimo sforzo, massimo rendimento
Qualunque indicazione sulle prestazioni di un aspirapolvere dovrebbe guidare i consumatori nella scelta di una tecnologia a elevate prestazioni e basso dispendio energetico e mostrare l'impatto dell'apparecchio nel mondo reale. Dyson è stato il primo produttore a sostenere le misure di ecodesign dell'Unione Europea, finalizzate ad applicare dei limiti alla potenza (in watt) dei motori. Dyson continuerà a ribadire che il modo più efficiente per ridurre l'impatto ambientale degli aspirapolvere è limitarne la potenza del motore e indicare chiaramente il costo e il danno ambientale derivanti dall'utilizzo di parti consumabili, come filtri e sacchetti.