Lo scorso 13 settembre oltre 80 delegati, provenienti da 12 diversi Paesi, si sono incontrati a Bruxelles per discutere come affrontare il crescente numero di piattaforme di vendita online che non adempiono agli obblighi della normativa sui Rifiuti Elettrici ed Elettronici (RAEE). Ci sono operatori che non si registrano negli appositi Registri AEE (Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) nazionali, operatori che non dichiarano il loro immesso sul mercato, operatori che non aderiscono ad alcun sistema di gestione dei RAEE: si parla di free-riding. L’occasione è stata data dal seminario “Responsabilità estesa del produttore e impatto delle vendite online – la sfida dei free-rider”, organizzato da WEEE Forum ed Eucolight, due primarie associazioni europee delle organizzazioni di responsabilità estesa dei Produttori (EPR) di AEE.
Il relatore che ha introdotto i lavori, Peter Börkey dell’OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development), ha presentato alcuni dati iniziali da cui si deduce che il free-riding online rappresenti all’incirca il 5-10% di tutte le vendite. Per Eucolight e WEEE Forum i punti chiave che i responsabili politici europei e gli Stati membri dovrebbero tenere in seria considerazione sono:
- che chi vende online e i centri di distribuzione dovrebbero essere legalmente tenuti ad assumersi gli obblighi e le responsabilità del "produttore" in base alla direttiva RAEE, per il prodotto che vendono o tengono a magazzino, per conto di società non regolarmente registrate nell’apposito registro AEE.
- che il concetto di Rappresentante Autorizzato (AR) potrebbe contribuire ad affrontare il problema, ma necessita di ulteriori analisi per garantire che sia la figura appropriata e che le responsabilità del Rappresentante Autorizzato siano adeguatamente definite.
Il seminario ha evidenziato, inoltre, una serie di altre conclusioni:
- Il numero considerevole di free-rider mette le aziende che adempiono ai propri obblighi e i rivenditori con punti vendita fisici in una chiara posizione di svantaggio commerciale.
- L'80% del problema è legato a transazioni che si verificano all'interno dell'UE. In molti casi il prodotto proviene da Paesi extra UE, ma viene tenuto in magazzino da centri di distribuzione e da altri operatori online all'interno dell'UE. Si è perciò concordato che affrontare prima di tutto questi operatori sia più facile e possa risolvere una parte importante del problema.
- Alcune soluzioni potrebbero includere il miglioramento dei codici di comportamento degli operatori online, ma altre soluzioni potrebbero richiedere misure più severe, con la rigorosa applicazione della legge esistente.
- Sono necessari più dati per quantificare esattamente la dimensione del problema.
- Esiste l’esigenza di informare gli operatori online, poiché non tutti potrebbero essere consapevoli degli obblighi da rispettare.
- La certificazione degli operatori online che verificano la conformità del prodotto che vendono potrebbe aiutare i consumatori ad esercitare una scelta informata.
"Avviare una discussione strutturata sulle piattaforme di vendita online e la Responsabilità Estesa del Produttore era fondamentale per il sistema RAEE - ha commentato Danilo Bonato, Direttore Generale di Remedia - e siamo lieti di essere parte attiva in questo dialogo, che ci auguriamo conduca alla definizione di condizioni operative trasparenti ed efficaci. A conferma di quanto consideriamo il tema rilevante per lo sviluppo dell'attività di riciclo dei rifiuti e dell'economia circolare, Remedia ha già avviato iniziative specifiche per gli operatori e-commerce e dedicato ampio spazio alla Responsabilità Estesa del Produttore nel nostro Green Economy Report di quest'anno".