Mercoledì, 29 Dicembre 2010 00:00

Digitale terrestre, come reagiscono gli italiani

Una indagine sui consumatori di Torino e Napoli per capire problemi e reazioni

La migrazione verso il digitale terrestre, come sappiamo, è in atto ormai da tempo; nonostante i ritardi dei mesi scorsi in alcune regioni densamente popolate quali la Lombardia, lo switch off ha già interessato buona parte della popolazione italiana. Co­me stanno reagendo i consumatori di fronte a questa nuova esperienza? Si può parlare di centralità del punto vendita in un momento di evoluzione tecnologica reale e tangibile come questo? A tal proposito, Aires - l’associazione dei gruppi distributivi specializzati -  ha effettuato un’indagine flash interpellando direttamente i clienti presso i punti vendita in due città, Torino e Napoli, passate al digitale terrestre rispettivamente l’8 ottobre e il 16 dicembre 2009. Il campione preso in esame è composto da 99 clienti, uomini e donne, di età mediamente compresa fra i 25 e i 55 anni. Dal­le risposte sono emersi alcuni in­teressanti spunti di riflessione, tra cui una differenza d’approccio fra le due regioni sia riguardo alla soddisfazione della ricezione dei canali, sia al gradimento di offerta di contenuti.

DECODER INTEGRATO
Il 73% degli interpellati ha optato per un decoder esterno da affiancare a uno schermo analogico già presente in casa, piuttosto che cambiare uno o tutti i tv posseduti. Questa scelta ha originato la maggior parte delle di­chiarazioni di forte insoddisfazione nei confronti dell’esperienza digitale terrestre: i consumatori hanno ripetutamente dovuto affrontare difficoltà di sintonia dei canali, mentre l’utilizzo di due telecomandi è scomodo e problematico. Il 46% che ha optato per un nuovo tv, come pure chi ha scelto insieme a un decoder un pacchetto a pagamento, ha riportato un alto grado di soddisfazione generale e nessun problema. Nel­l’insieme, l’indagine sottolinea come il 66% si sia dichiarato complessivamente soddisfatto del digitale terrestre. Sul fronte dei contenuti trasmessi, il 24% ha sperimentato un aumento dell’utilizzo della televisione in favore di canali fiction e tematici, mentre il 65% non ha modificato le proprie abitudini di telespettatore nonostante la maggiore offerta, ma si tratta di chi segnala ancora problemi di ricezione o di chi già possedeva pacchetti a pagamento.

LA DIFFERENZA
I comportamenti attuati dai consumatori torinesi e napoletani differiscono in alcuni punti chiave: per ovviare agli inconvenienti, a Napoli si pensa al cambio dell’antenna, mentre a Torino si acquista direttamente un nuovo televisore dotato di decoder interno; coloro che ritengono di non intervenire per risolvere i problemi, e parliamo del 24% deluso dal digitale terrestre, sono principalmente persone a basso reddito, o pensionati ormai da tempo abituati al sistema tradizionale. Nei confronti del digitale terrestre, i piemontesi hanno avuto maggiori problemi di sintonizzazione e hanno espresso un’aspettativa superiore a quanto riscontrato, ma gli insoddisfatti sono quasi tutti campani. Le otto persone che hanno dichiarato di gradire il canale tematico Rai Storia, infine, sono esclusivamente torinesi. In un quadro come questo, sottolineiamo ancora come sia im­portante capire le reali esigenze del singolo consumatore, con le tipicità del territorio in cui risiede. Su questo argomento, il presidente di Aires, Al­bino Sonato, ha dichiarato che “l’adeguamento tecnologico verso il di­gi­tale sta avvenendo soprattutto attraver­so i punti vendita. Per questo i pro­grammi di Aires e dei suoi associati nei prossimi mesi vanno in direzione di un’intensificazione dell’aiuto ai cittadini nel processo di trasformazione tecnologica”. 

OCCASIONI PERSE                  
La sensazione di fondo, però, è che in alcuni casi tramite i punti vendita si sarebbero potute  fornire fin da subito le informazioni e le soluzioni tecniche realmente adatte alle abitudini e agli stili di vita dei diversi consumatori, sia sulle modalità di installazione e funzionamento, sia a proposito dell’offerta di contenuti in chiaro e a pagamento. Aspettare per poi correre ai ripari solo in caso di eventuali problemi significa soprattutto aver perso occasioni di vendita di fascia alta. "L’indagine sfata molti miti - commenta  Davide Rossi, direttore generale di Aires (foto) -. Prima di tutto non è vero che i giovani, distratti da Internet e dai Social Network, non siano interessati alla televisione”. “Inoltre l’offerta del digitale suscita  un interesse trasversale in tutte le classi di età. Non è un caso se il 12% di coloro che hanno aumentato il tempo passato davanti al televisore sono soprattutto persone con meno di 45 anni”.