Domenica, 10 Luglio 2016 00:00

"La mia Media World e il management finalmente più vicino a noi"

Da un dipendente dell'insegna riceviamo e volentieri pubblichiamo

Gentile Redazione, 

 

nelle scorse settimane Mediamarket Italia ha organizzato eventi in tutti i negozi della penisola, coinvolgendo l’intera forza vendita, per comunicare le novità che verranno avviate da qui a fine anno. Fatto interessante ed innovativo è stato il modo in cui queste "riunioni informali" si sono svolte,  mettendo in prima fila anche il board dell'azienda (nel nostro caso il CFO Stefano Biffi) che si è presentato sui punti vendita con un furgone d'epoca Volkswagen T2 brandizzato Media World.

Dopo una breve presentazione di alcuni nuovi progetti, tutti i partecipanti hanno avuto tempo per esprimere direttamente ai massimi superiori i loro dubbi e le loro perplessità su qualsiasi argomento inerente il lavoro, ricevendo risposte che a mio parere sono state sincere ed esaustive. Il fatto che addetti vendita, magazzinieri, cassiere,  abbiano avuto la possibilità di confronto diretto con i loro manager mette in luce una volontà di avvicinamento del processo organizzativo aziendale a quelle che sono le effettive esigenze sul campo, sottolineando come al centro dell'evoluzione di Media World ci debba essere il cliente e coloro che lo accolgono in negozio. Questi ultimi, è stato il messaggio che ci è arrivato, sono gli attori principali del processo, ai quali vanno dedicate energie e studi. Tutti “valori” che in questi due anni di riorganizzazione aziendale, complice anche la prima gestione in 23 anni di azienda della solidarietà e l'ingresso dei sindacati, erano finite in ombra e rischiavano di perdersi, ma in parte già recuperate con "CasaMW" dello scorso anno. 

Esperienza positivissima il contatto con i vertici dell’azienda e credo unica nel genere in Italia, che ha permesso al management di misurare senza filtri lo stato d'animo della forza vendita, ed alla forza vendita di ricevere risposte e capire meccanismi che senza spiegazioni sembrerebbero a volte incomprensibili. Ne sono nati ottimi spunti per entrambe le parti, che spero vengano adeguatamente sviluppati nei prossimi mesi, in quanto potrebbero realmente fare la differenza in questo momento così difficile.

 

Lettera firmata

Un dipendente di Media World

 

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Caro lettore,

 

grazie del suo contributo. Ciò che lei racconta è indubbiamente di grande importanza per la sua azienda. Che negli ultimi anni si fosse verificato un progressivo scollamento tra la vostra centrale e i punti vendita sul territorio, e che ci sia tuttora, era un segreto di Pulcinella. Noi stessi, parlando con le industrie sullo stato di salute del trade, ci imbattiamo in facce con espressioni a dir poco di perplessità quando il discorso cade su di voi. Per non ricordare i risultati delle nostre visite nei negozi nelle vesti di consumatori misteriosi da cinque anni ad oggi. L’iniziativa di cui lei ci informa, però, può rappresentare il classico colpo di coda decisivo per recuperare un rapporto più proficuo fra “centro” e “periferia”, fra management e addetti sul territorio, fra mente e braccio (entrambi essenziali). A beneficio vostro, dei fornitori e - quel che più conta - dei consumatori. A nostro avviso, la centrale deve tornare a lavorare per i negozi e non viceversa, mettendoli in grado di recuperare fiducia presso i consumatori. E credo, perché lo si capisce tra le righe della sua lettera, sia proprio questo l’obiettivo dei confronti in corso. Tuttavia ogni medaglia, si sa, ha il suo rovescio: se il board aziendale ha deciso (saggiamente) di mettersi in gioco sul piano personale, è bene non dimenticare che la faccia è una sola. A parte quella dei politici, che non fa media. Pertanto bisogna fare di tutto per mantenere fede agli impegni. Perché una volta persa quell’unica faccia, non ce n’è un’altra di riserva. E a rimetterci sarebbero tutti. Buon lavoro di cuore. (graziano girotti)