Sabato, 24 Settembre 2016 00:00

Apple, Amazon e E-price su tutti. Il resto è noia

Presentato il "Barometro del valore della spesa". E i consumatori scelgono le insegne migliori

Un paio di giorni fa è stato presentato il “Barometro del valore della spesa” realizzato da AltaviaLab, che fa parte di Altavia Italia. Si tratta di una ricerca, nata in Francia cinque anni fa, il cui obiettivo è quello di analizzare quanto l’insegna sia realmente vicina ai propri clienti mettendone in luce il livello di fiducia e di fedeltà che essa raccoglie tra di loro. In pratica, il barometro cerca di verificare se l’insegna risponda alle aspettative dei consumatori. Gli intervistati hanno espresso la loro opinione sulle insegne di cui si servono abitualmente. La “fotografia” che ne emerge è piuttosto dettagliata: tutte o quasi i retailer, di tutti i settori commerciali, si sono appiattiti sui valori di prezzo, tempo e assortimento. In altre parole: il prezzo deve essere il più basso possibile, il tempo utilizzato nella vendita deve essere il minore possibile; e l’assortimento deve essere il più ampio possibile. Insomma, secondo la ricerca le insegne esprimono un’immagine verso i consumatori finali sempre più simile, quasi sovrapponibile. Nessuna si distingue. Positivo? Tutt’altro, molto negativo. Perché i consumatori vogliono altro. Infatti quando a loro è stato chiesto di indicare le insegne più apprezzate, nel settore hi-tech a primeggiare sono state Apple, Amazon e E-price, guarda caso i brand che più si sforzano di andare al di là della triade prezzo-tempo-assortimento, puntando su servizi personalizzati e non solo. Tutto ciò non ci sorprende. Nel nostro settore prevale da tempo una melassa informe e ormai anche irritante in fatto di comunicazione delle insegne ai consumatori e prima ancora di impostazione commerciale. L’unica, a nostro avviso, che ogni tanto riesce a ritagliarsi qualche frammento di differenziazione è Unieuro, più sul fronte della comunicazione e meno su quello dell’impostazione commerciale a dire il vero. Ma poi l’alta marea di quella melassa riprende il controllo. E i consumatori, che non sono fessi e neppure ingenui, se ne stanno accorgendo.