A pochi giorni dallo sciopero previsto in Mediaworld (3 marzo) arriva un duro comunicato delle organizzazioni sindacali che rimarca la rabbia dei lavoratori verso la situazione che si è venuta a creare. L’azienda, come sua abitudine, non sta comunicando nulla e dunque l’unico documento ufficiale è quello sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil. “Facciamo chiarezza su cosa sta accadendo in Mediaworld e perché si deve scioperare il 3 marzo” è il titolo di una vera e propria cronaca, dal punto di vista dei sindacati, su quanto accaduto nel ultimi mesi.
“Quello che Mediamarket sta perdendo nei negozi - scrivono le organizzazioni sindacali - non lo recupera nell’online e il bilancio 2017, fortemente negativo, ne è la prova”. Poi i toni diventano durissimi. “Nei punti vendita il sistema informatico è vetusto e in alcuni negozi non funziona correttamente neanche il wi-fi. Il layout degli accessori per la telefonia, unico segmento di prodotti con margini alti, è vecchio e confusionario, in alcuni punti vendita il rifornimento è addirittura affidato a una società esterna. Il tentativo di recuperare margini vendendo le garanzie non è stato supportato da un’adeguata formazione del personale (…). A dimostrazione degli errori commessi a luglio 2017 viene cambiato il gruppo dirigente”.
Da quel momento, secondo Cgil, Cisl e Uil, l’azienda ha rifiutato ogni confronto fino a febbraio 2018 senza però presentare “un piano industriale credibile”. “Al contempo - scrivono ancora i sindacati - ha annunciato la chiusura di Milano Centrale e Grosseto, di voler chiudere la solidarietà sulle province dove ancora ci sono esuberi (…), di non applicare più dal 1° maggio 2018 il 90% di maggiorazione domenicale. Ha poi dichiarato il trasferimento della sede a più di 50 km di distanza. A coronare un quadro già drammatico annuncia che tutti i punti vendita dovranno avere la sostenibilità economica”.
Arriva poi l’affondo dei sindacati. “A quel punto le organizzazioni sindacali hanno posto alcune domande: se l’azienda perde 17 milioni di euro, ci dite come si determina questa perdita e qual è il preventivo di bilancio del 2018 per capire quanto volete recuperare quest’anno? Considerato che la perdita di 17 milioni non è evidentemente riconducibile solo a Grosseto e Milano Centrale, ci dite quali e quanti sono i negozi non sostenibili? L’azienda ha negato qualsiasi informazione”. Nasce da qui la decisione dello sciopero fissato per il 3 marzo.