Domenica, 10 Febbraio 2019 09:35

MARKETING: Amazon ride di sé, mentre noi ci prendiamo tremendamente sul serio

Lo spot del colosso delle vendite online, trasmesso durate il Super Bowl americano, fa dell’autoironia la sua carta vincente.

Anche quest’anno al Super Bowl, l’evento sportivo americano che tiene incollati alla TV milioni di spettatori del globo intero, sono stati trasmessi gli spot televisivi più costosi di sempre. E il gigante dell'e-commerce Amazon ha speso più di McDonald's in advertising.

Per il nuovo spot milionario, della durata di 90 secondi (https://youtu.be/8y-1h_C8ad8), sono stati coinvolti gli astronauti Scott e Mark Kelly, le star del cinema Harrison Ford e Forest Whitaker. Si gioca su fantomatici esperimenti fallimentari dell’assistente vocale Alexa, considerati top secret. Un collare per cani in grado di tradurre in ordini su Amazon i desideri dell’amico a quattro zampe del celebre Indiana Jones, mette a dura prova la sua pazienza e la sua carta di credito. Uno spazzolino da denti con cassa audio viene usato da un vanesio Whitaker per ascoltare il proprio podcast, ma dà qualche problema tra un molare e l’altro. Infine, nella stazione spaziale internazionale, l’astronauta Kelly cerca di spegnere le luci dando il comando vocale ad Alexa, causando invece un black out del pianeta.

Lo spot è geniale e realizzato in maniera impeccabile, colonna sonora compresa. Se pensiamo che il costo – per il solo spazio pubblicitario - è stato di circa 15 milioni di dollari, è logico supporre che ne siano stati spesi altrettanti per la produzione. Ma considerato che, oltre alla diretta, è già stato visto da 50 milioni di persone su YouTube, sono stati probabilmente soldi ben spesi.

La recente esplosione della pubblicità televisiva di Amazon segna una svolta ironica per chi è da sempre stato il principale attore della pubblicità digitale, facendo di tutto per persuadere gli inserzionisti a spostare i budget dalla TV agli annunci online. Ma non è solo questo che ci stupisce. 

Il saper ridere di sé, senza cadere nel ridicolo, è appannaggio dei migliori. Oltretutto il tasto dei fallimenti e gli esperimenti segreti, per una società che dovrebbe sorvolare sui propri insuccessi (o i presunti contatti con la CIA), è stato toccato egregiamente. Come un pianista che riesce a trasformare una nota stonata in un’elegante improvvisazione. Cavandosela con un sorriso.

Ci piacerebbe che il nostro retail, spesso troppo concentrato nella rigida esecuzione del valzer dei prezzi, prendesse esempio da questo spot, geniale quanto piacevole. Perché alla fine non prendersi troppo sul serio e ridere delle proprie sconfitte può contribuire a dare un’immagine positiva di sé.

Anche se ancora ci ricordiamo cosa rispose un top manager di Mediamarket nell’aprile del 2017, quando gli chiedemmo come mai la pubblicità italiana del brand fosse così banale rispetto agli advertising di altri grandi nomi mitteleuropei. “Noi non produciamo beni, come Ikea o Decathlon” – disse – “ci limitiamo a rivenderli”. Certamente vero, ma se si vuole cementare la propria posizione di leader e contrastare la concorrenza bisogna farlo su tutti i fronti. E l’autoironia torna utile per riconoscere i propri errori, imparando dagli stessi. Anche se bisogna essere bravi per farlo. (g.m.)