Ieri ci è capitato di vedere in tv uno spot di Mediaworld realizzato in collaborazione con Haier: sobrio, dedicato a raccontare il prodotto, e con la chiosa finale del claim “Fatto apposta per me”. Ci è piaciuto e quindi siamo andati a riprenderci un nostro vecchio commento. “Lo slogan ‘Fatto apposta per me’ è diretto, essenziale e ‘ingaggiante’ verso i consumatori, come direbbe un uomo di marketing. Se verrà ripetuto all’infinito con un racconto coerente con il suo significato, sarà vincente”.
Scrivevamo queste righe virgolettate il 6 giugno dello scorso anno, all’indomani della presentazione della nuova campagna di comunicazione di Mediaworld. Fino a quel momento, a nostro parere, l’insegna aveva smarrito da tempo una sua identità di marketing, una sua capacità di essere riconosciuta dai consumatori finali rispetto ai suoi più diretti concorrenti, a cominciare da Unieuro. E aveva smarrito l’identità perché non era stato individuato un messaggio semplice e chiaro. Dopo dodici mesi quell’identità è stata riconquistata, ha portato i suoi frutti quanto meno sotto il profilo della comunicazione.
E’ vero: ancora troppe volte ‘Fatto apposta per me’ resta vincolato all’ennesima operazione di prezzo. Ma tra le insegne scagli la prima pietra chi è senza peccato. La riconquista di una sua individualità di marketing per Mediaworld, però, non è un fatto banale. Al contrario, rappresenta un passaggio essenziale e probabilmente il primo, vero passo per “riconvertire” un transatlantico enorme alle nuove sfide del mercato. Il secondo passo è stato compiuto proprio pochi giorni fa, con la presentazione del nuovo modello di negozio denominato “Smart”, dimensioni molto piccole dove “Fatto apposta per me” può trovare la sua cornice più consona. Senza dimenticare, tuttavia, il senso più profondo di Mediaworld, vale a dire la sua risorsa umana in negozio: quest’ultima dovrebbe rappresentare, a nostro avviso, l’ambito per il terzo passaggio nel processo di adattamento (o forse dovremmo chiamarla rivoluzione) dell’azienda. Ma questo, per ora, è solo un nostro auspicio. (g.g.)