Se non conoscete Frank Gramuglia basta un click su Instagram o TikTok per ottenere una delle sue “perle di saggezza”. Con il suo linguaggio politicamente scorretto, rappresenta la voce del lavoratore frustrato e insoddisfatto, ecco perché ha raggiunto in breve 1,5 milioni di followers. La sua canzone “Io non lavoro più” e il suo ultimo libro “Lavorate voi” fanno ben capire le sue argomentazioni.
La filosofia del Gramuglia
Come spesso capita, dietro una risata c’è una riflessione. Nel pensiero di Frank, il suffisso “manager” è quella parolina magica che viene concessa a chi viene caricato di responsabilità senza giusto compenso. La filosofia del Gramuglia per sopravvivere nel mondo lavorativo di oggi è quella di resistere passivamente, facendo il minimo indispensabile per non farsi licenziare. Molti dei suoi contenuti sono diventati virali e la cosa curiosa è che Frank non è l’idolo degli scansafatiche, ma è diventato un guru proprio per chi dovrebbe vigilare sui nullafacenti: i responsabili, ormai stufi di sentirsi presi in giro da un sistema che premia i più capaci e volenterosi con… un carico di lavoro più gravoso!
Come si è arrivati a questo?
Chi è nato durante il boom economico si è sentito spesso ripetere: “Studia, altrimenti finirai a pulire le strade!”. Con il risultato che oggi molti miei compagni di scuola diplomati (e alcuni laureati) fanno i commessi come me; eppure invidiamo tutti l’amico operatore ecologico che ha il posto fisso in un’azienda municipalizzata, con diritti contrattuali che noi ci possiamo solo sognare. Speravamo di raggiungere il “successo” facile diventando capi-reparto, capi-settore o direttori di punto vendita, per inorgoglire i nostri genitori dimostrando loro di essere diventati “qualcuno”; non immaginavamo che questi ruoli fossero solo di facciata, e ci siamo resi conto solo dopo anni che, alla fine, in termini di retribuzione non cambia molto rispetto all’addetto vendita. Tuttavia, chi ha un vecchio contratto guadagna quel quid in più che fa la differenza.
Qualcosa negli ingranaggi del sistema ha iniziato a logorarsi nel momento in cui avere un lavoro è diventato un privilegio. Da qualche anno a questa parte, infatti, chi viene assunto come responsabile prende davvero pochi spicci in più dell’ultimo arrivato ed è costretto a sacrificare la propria vita privata senza nulla in cambio. Il meccanismo si è definitivamente rotto oggi, con il disincanto di coloro che ormai hanno fiutato la fregatura: nessuno vuole più diventare “manager” a basso costo, visto che alla fine chi se la passa meglio è l’ultima ruota del carro, con poca grana in meno ma molte meno grane.
Il quiet quitting all’italiana
È iniziato il quiet quitting all’italiana, sulla scia del movimento che ha avuto origine negli States secondo il quale molti cercano ormai di lavorare il minimo indispensabile per mantenere il proprio posto di lavoro, rifiutando straordinari, crescite professionali o nuove responsabilità.
Il motivo per cui si è arrivati a questo è presto detto: diventare “qualcuno”, nel nostro mondo, non offre sufficienti benefit rispetto al carico di lavoro che viene richiesto. Ad un maggior carico di lavoro, sia in termini di responsabilità che di ore, consegue un minimo aumento salariale. Questo disincentiva la crescita professionale, tanto che i nuovi “manager” vengono presi dall’esterno, creando una spirale involutiva nella quale gli ultimi sono diventati i primi. I “commessi semplici”, in buona sostanza, se la stanno passando meglio dei responsabili di settore e dei direttori.
La rivoluzione è iniziata
La rivoluzione è già iniziata ed è partita proprio dall’interno di questo sistema malato che non genera altro che malcontento. Se non si troverà al più presto un equilibrio tra vita privata e lavoro dei nuovi responsabili, aumentando il loro compenso o diminuendo il loro carico di ore, presto non ci sarà nessuno invogliato a ricoprire questi ruoli. E pochi esterni accetteranno di candidarsi ai colloqui se si faranno le domande di Frank Gramuglia, e cioè: “Perché dovrei accettare questo lavoro? Come mai manca personale? La gente si licenzia? Perché lo fa?”. Forse, quando nessuno – ma proprio nessuno – vorrà più accettare la reperibilità sette su sette H24 per un pugno di noccioline, le aziende saranno costrette a rivalutare i ruoli di responsabilità, mettendo nuovamente in moto la ruota lavoro di più = guadagno di più che oggi giace impolverata nella soffitta dei ricordi dei nostri padri. Buon Primo Maggio. (nathan)