Venerdì, 24 Agosto 2012 00:00

Sistema audio, le regole per non sbagliare

Qualche "dritta" per mettersi in casa un impianto di qualità

Safari africani, gare da olimpiade e inseguimenti tra i grattacieli di New York possono diventare esperienze quotidiane: basta dimenticare di essere sdraia­ti sul divano in salotto e lasciarsi avvolgere dal suono puro e brillante del proprio impianto home cinema. è l’effetto dell’audio surround, che sembra inglobare lo spettatore nelle scene rappresentate in tv. Scricchiolii, scrosci di temporale, rumore di passi e impatti violenti suggestionano ed emozionano trascinando nel mondo dell’alta fedeltà attraverso un ascolto di qualità cinematografica. Come davanti al grande schermo, infatti, dove l’osservatore è circondato da casse disposte lungo il perimetro della sala, i sistemi home theatre domestici regalano la massima espressione della diffusione sonora con tecnologie per qualsiasi emissione e volume.

Ambienti e arredi: come influenzano la diffusione del suono
Molti credono che avere un buon sistema audio significhi disporre di un parco casse e di un amplificatore, uniti a un televisore di ultima generazione e ad un lettore multimediale. Ma non è tutto. Queste sono solo le componenti fisiche essenziali per comporre il proprio sound system, che grazie al rivenditore si completeranno dell’elemento chiave di ogni impianto: la progettazione degli spazi. Carta e penna alla mano, il commesso dovrà quindi raccogliere informazioni dettagliate sulle dimensioni e sulla forma dell’ambiente cui il sistema audio è destinato, nonché sulla tipologia di arredamento presente. Non tanto per una questione estetica, quanto per le proprietà fonoassorbenti di tendaggi, tappezzeria in stoffa e tessuti in genere - moquette, tappeti, cuscini - che assorbono le frequenze medie dei suoni, smorzandoli, allorché superfici dure e frastagliate favoriscono invece la diffusione del suono. Ciò che conta è offrire una valutazione personalizzata dello spazio e dei suoi componenti per consigliare il kit dai risultati sperati. Gli ambienti ideali per ospitare un impianto digital surround restano una sala insonorizzata, una tavernetta o un locale seminterrato, mentre i peggiori per definizione sono le mansarde e i soppalchi: le prime a causa del tetto spiovente, ostacolo strutturale alla diffusione del suono, i secondi per lo spazio sottostante, che ne favorisce la dispersione nell’ambiente.

Diffusori, quanti e come posizionarliE

E' la superficie a disposizione, oltre che la sua composizione interna, a determinare in primo luogo la tipologia di impianto audio da consigliare: giacché i diffusori devono essere posizionati a una distanza di almeno un metro e mezzo l’uno dall’altro senza essere possibilmente incollati al muro perimetrale, un impianto 2.1 - due elementi più il subwoofer (identificato come .1) - è il non plus ultra in un salotto di piccole o medie dimensioni. Con la crescita dello spazio a disposizione e l’interesse del consumatore per un suono da Universal Studios si vira verso soluzioni più articolate, dai 5.1 fino ai 7.1, per restare nel comparto consumer. I diffusori, dovrà spiegare il retailer, sono quei componenti in grado di trasformare il segnale elettrico che deriva dal lettore multimediale o da altra sorgente in un segnale acustico percepibile dall’o­recchio umano. Il cosidetto canale centrale ha il compito di riprodurre le voci e di intensificare gli effetti sonori veicolati dai canali surround. è importante che sia posizionato in modo da raggiungere per­fettamente l’udito di tutti gli spettato­ri all’interno del locale, collocandolo ad e­sempio sotto il televisore con una leggera inclinazione verso l’alto. Se le esigenze di spazio costringono a sistemarlo sopra la tv, dirigerlo al contrario verso il basso.

Dai frontali al subwoofer
Diffondendo dettagli ed effetti, i canali surround accolgono invece lo spettatore in un abbraccio sonoro indimenticabile. Gli altoparlanti frontali gestiscono la maggior parte dei suoni presenti in un film o in un concerto, occupandosi di tut­to il range di frequenze, dalle più alte alle più basse. Sono i diffusori preferiti dagli audiofili. Quelli posteriori sono al contrario responsabili dei suoni provenienti dal­la zona alle spalle dell’ascoltatore, come il rumore della folla in una manifestazio­ne musicale, e possono essere supportati dagli altoparlanti laterali-posteriori. Ma ecco come posizionare questi elementi all’interno del­­­­­l’ambiente: gli speaker frontali devono disporsi ai lati della stanza e davanti al pubblico con un’angolazione di poco rivolta verso l’alto, mentre quelli posteriori dietro al punto di ascolto. Le accortezze nel sistemare le coppie di diffusori non sono mai eccessive: è buona regola mantenerle simmetriche tra loro ed equidistanti dal pubblico, oltre che a un’altezza di poco superiore rispetto alle orecchie degli spettatori seduti. L’elemento indispensa­bile in qualsiasi impianto audio è il subwoofer, preposto alla riproduzione delle basse frequenze (effetti audio legati a spettacolari incidenti auto, battaglie tra astronavi, ecc.). Il suo posizionamento è meno influente che negli altri elementi di un sound system, poiché i suoni dalla frequenza molto bassa sono omnidirezionali e non è possi­bile percepirne la provenienza. Spesso il sub è collocato al di sotto della sorgente video, ma è sempre meglio regolare la sua distanza rispetto al muro: minore lo spa­zio che lo separa dalla parete, maggiore è la diffusione dei suoni riprodotti da questo canale.

Satelliti, soundbar o tallboy: farne provare la qualità
Altoparlanti a satellite, allungati diffusori soundbar ed elementi tallboy (verticali) - già combinati nei kit audio “all-in-one” o da comporre all’interno del proprio impianto personalizzato - vantano tecnologie avanzate, spesso sviluppate con la collaborazione di musicisti e cineasti di fama mondiale. Tecnologie tanto utili e sorprendenti quanto, spesso, incomprensibili per un consumatore che non possa contare su un valido supporto nell’acquisto. Pochi sanno, ad esempio, che anche con sistemi 2.1 è possibile lasciarsi coccolare da un piacevole effetto surround, ottenuto da sofisticati processori di elaborazione digitale delle frequenze che sfruttano la riflessione del suono sulle pareti per offrire il segnale dei diffusori mancanti. Audio brillante e cristallino, inoltre, grazie a soluzioni avanzate create sulla base di studi sulla percezione uditiva: rumori ed effetti speciali riprodotti fedelmente favoriscono così un ascolto a 360 gradi, in linea con qualsiasi visione 3D. Più di ogni altro apparecchio, i diffusori vanno testati, confrontati e apprezzati in un ambiente predisposto ad hoc (non sempre presente nei pdv) e considerati alla luce dell’esperienza dell’addetto, che riveste il difficile compito di sfatare alcune infondate certezze del consumatore: come quella sulla potenza massima, non sempre sinonimo di qualità, e sul necessario “botto” del sub in presenza di certe sonorità. Meglio concentrarsi sull’equilibrio generale offerto dall’impianto, senza dimenticare che tra le pareti domestiche le basse frequenze hanno una certa tendenza ad essere enfatizzate, specie in ambienti non molto ampi. Smontare infine il dogma del “touch è sempre migliore”, una regola non scritta però non sempre vera. Certo, i comandi touch sono affascinanti ed esteticamente appaganti ma a volte poco comodi, per cui in alcuni casi è preferibile affidarsi ai pulsanti tradizionali. La parola d’ordine è far provare e riprovare le funzionalità del futuro impianto domestico. E progettare col consumatore ogni centimetro del suo nuovo cinema paradiso.