Giovedì, 24 Gennaio 2019 09:31

Verso un duopolio tra le insegne

Saranno i blu contro i rossi? Tutto oggi lo fa pensare.

Sono stati, e lo sono tutt’ora, mesi, anzi anni difficili per il nostro settore, inutile negarlo. Tanto le aziende storiche e gloriose, quanto i cosiddetti nuovi “player” del mercato, soffrono parecchio: eccessiva concorrenza, saturazione dei mercati, pericoloso livellamento verso il basso dei prezzi di vendita al pubblico, diminuzione della capacità di acquisto da parte del cliente finale. Questi sono solo alcuni dei fattori che, sommati tra di loro, portano i negozi a chiudere i battenti e i dipendenti a doversi per forza di cose reinventare.

Le ristrutturazioni, i rilanci in grande stile, sono soluzioni spesso adottate per affrontare il problema, e ne abbiamo già parlato; soluzioni che hanno un forte impatto nell’immediato (tralasciando il fatto, per nulla trascurabile, che spesso sono accompagnate da una significativa riduzione della metratura e, di riflesso, del personale attivo sul punto vendita, ma che poi andranno soppesate nel medio/lungo termine).

Un altro aspetto che risalta è una vorticosa e folle corsa alla compravendita dei negozi. In questo caso, senza girarci troppo intorno, è Unieuro a farla da padrone. La quotazione in Borsa è stata sia preceduta, che seguita da un vero e proprio boom di acquisizioni in diverse zone d’Italia. Il motto del “batte, forte, sempre”, si è così allargato a macchia d’olio sul Bel Paese e sembra non arrestarsi più.

Domanda semplice: è un bene o un male? Risposta difficile, difficilissima.

E’ innegabile che questa forte espansione abbia portato a far lievitare i conti del gruppo in maniera esponenziale; altrettanto indiscutibile poi, il fatto che decine e decine di dipendenti siano stati in qualche modo “tratti in salvo” da situazioni evidentemente complicate. Ma qual è il rovescio della medaglia? Beh innanzitutto, come accennavo in precedenza, il rilancio di alcuni punti vendita è, e sarà da valutare tra qualche mese, e l’esperienza mi dice che per una parte di essi si tratterà solo di posticipare la data di scadenza. In certi casi il destino è segnato, e l’ultimo colpo di coda serve solamente per portare quel poco di fatturato in più, meri numeri da esibire al cospetto del fornitore di turno. Altro aspetto riguarda la questione di quegli addetti vendita che, proprio a causa delle nuove aperture, sono “sollecitati” ad un cambio di negozio (e questo vale per tutte le insegne, nessuna esclusa).

Infine la domanda più grande. Senza nulla togliere ai vari Expert (soprattutto) ed Euronics, la strada intrapresa sembra portare sostanzialmente ad un duopolio: Unieuro da una parte, Mediaworld dall’altra. Un po’ come nel calciobalilla, i blu contro i rossi. Tutto questo è un bene per il mercato, dove per mercato si intende ciò che viene offerto al cliente ma al contempo ciò che viene riconosciuto al dipendente, oppure la costante perdita di spazio dei medio-piccoli commercianti, che non possono competere ad esempio, a livello di acquisti da centrale, alla lunga porterà all’esplosione della bolla? 

Commenti (1)

  1. Josef

da storico dipendente Euronics mi auguro che ciò non accada, certo è che anche parecchi miei colleghi sono stati di recente assorbiti da unieuro (per non parlare di quelli meno fortunati che ora sono a casa...)
speriamo bene...

 
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