Lunedì, 26 Agosto 2019 11:46

Barazza: artigiani dell'incasso e... d'acciaio

Produce piani d’acciaio, appunto, e apparecchi built-in. E realizza con definizione sartoriale pezzi unici dalle caratteristiche particolari. La sua dimensione aziendale (medio-piccola) non ostacola partnership prestigiose e risultati brillanti.

La storia è quella di due fratelli, Pietro e Antonio. Nel 1968 avviano un’impresa artigianale, siamo in Veneto a Santa Lucia di Piave nel distretto trevigiano della meccanica dell’acciaio. Oggi la chiamano Inox Valley, zona di lavorazione dell’acciaio e produzione di elettrodomestici inox che si sviluppa tra Conegliano e Vittorio Veneto. Un’area in cui sussistono altri due distretti: il legno-arredo e il vino, Valdobbiadene non vi dice niente? Pietro e Antonio, con solide basi tecniche e saper fare artigianale, iniziano a produrre piani cottura, lavelli e forni in acciaio, oltre ad altri accessori per la ristorazione. Battezzano la loro linea di elettrodomestici da incasso con il marchio Jollynox ed è incredibile come risulti ancora attuale il design di quel primo forno da incasso del 1968 (foto sotto).

Barazza forno1968

Da oltre cinquant’anni dunque - l’azienda ha festeggiato il mezzo secolo nel 2018 - la famiglia Barazza produce top da cucina ed elettrodomestici built-in . Sono almeno due i principali punti di forza della società: è fra le poche aziende sul mercato a realizzare piani di lavoro monolitici in acciaio di grandi dimensioni, con elementi di cottura e lavaggio integrati; grazie alla snella organizzazione, è partner flessibile e mai senza prodotto. Per conoscere meglio Barazza abbiamo parlato con Chiara Tonello, responsabile marketing e comunicazione della società.

Chiara Tonello, quella di Barazza è una tipica storia di impresa familiare... 

“Esattamente, i fondatori dell’azienda sono due fratelli, Pietro e Antonio Barazza, hanno avuto quattro figli ciascuno, alcuni dei quali oggi lavorano in azienda, tutti fanno parte della compagine societaria. Durante la sua crescita, l’azienda ha mantenuto nei processi produttivi la sua sapienza artigianale, affiancandola a  soluzioni innovative e tecnologiche di ultima generazione. Attualmente la Barazza ha circa 90 dipendenti, 70 impegnati in produzione e una ventina negli uffici e sviluppa un giro d'affari di circa 15 milioni di euro".

Cosa fate e qual è il segreto del vostro successo? 

“Produciamo piani cottura, lavelli, forni a vapore, tradizionali, pirolitici e microonde, e il nostro fiore all’occhiello è la capacità di realizzare piani d’acciaio - i top per la cucina - lunghi fino a 6 metri, saldando e stampando direttamente nei piani a misura, gli elementi di cottura e lavaggio. Non siamo una multinazionale, siamo piccoli e molto flessibili verso le richieste del cliente. E siamo una delle pochissime aziende a realizzare top (per la cucina) a misura con elementi già integrati, come dicevo prima, a differenza degli altri ‘acciaisti’ che predispongono fori sul piano e poi i lavelli e piani cottura vengono installati in un secondo tempo. Oltre a ciò, siamo in grado di personalizzare gli elementi con un’estetica dedicata, come nel caso della collaborazione con Scavolini per la cucina 'Mia by Carlo Cracco'. Realizziamo tutto in azienda: abbiamo una linea di produzione per i piani cottura e per i lavelli, una lavorazione che comincia con la pressa per le lamine, poi abbiamo altre linee produttive dedicate ai forni e altri apparecchi”.

barazza prodotti fuoriserie

Che tipo di componentistica utilizzate? 

“Cerchiamo di usare fornitori italiani o al massimo europei. Poi abbiamo fornitori-partner a cui affidiamo la realizzazione di componenti su nostro disegno, come ad esempio i rubinetti, e altro. È una scelta qualitativa, ma anche ideologica. Riteniamo che la produzione made in Italy - ed europea - sia ancora fra le migliori del mondo”.

Usate solo acciaio… 

“Sì, sostanzialmente acciaio di ottima qualità che proponiamo con diverse finiture, alcune delle quali ottenute con procedimenti artigianali. Oltre al satinato, ad esempio abbiamo recentemente inserito una finitura vintage, ha un effetto graffiato come era negli anni ’60. E poi abbiamo aggiunto i piani a induzione, che non facciamo noi perché serve una tecnologia produttiva dedicata, oggi il mercato li richiede”.

Qual è il vostro mercato? 

“Realizziamo il nostro fatturato principale - 70% circa - con il mercato italiano, il restante 30% proviene dall’ estero, in particolare da piazze orientali. Lavoriamo sia con i produttori di cucine che con i distributori di elettrodomestici built-in che servono i punti vendita (di cucine) e i piccoli falegnami. Produciamo collezioni con due marchi: lo storico Jollynox contraddistingue gamme di fascia media, è molto distribuito nel nostro territorio, mentre dal 2004 abbiamo lanciato il marchio Barazza che firma le nostre linee top, che esportiamo e sul quale concentriamo le nostre attività di marketing. È il brand usato inizialmente dall’azienda, poi accantonato per lasciare il posto a Jollynox. Sono a marchio Barazza ad esempio i prodotti su misura Fuoriserie, massima espressione del nostro know-how. Combinando elementi di cottura e lavaggio con dimensioni e finiture personalizzate, otteniamo soluzioni ‘sartoriali’ su misura del cliente, che può essere produttore di cucine o committente privato”.

Barazza collezioni

Qual è il vostro rapporto con i clienti, grossi produttori di cucine, grossisti… 

“Ovviamente le collaborazioni con grandi aziende sono oggetto di molta riservatezza. In generale posso dire che la nostra peculiarità artigianale è stata utile per iniziare rapporti di collaborazione con alcuni importanti produttori. Ci facciamo apprezzare per la nostra flessibilità, poi il rapporto continuativo, con l’inserimento delle nostre gamme standard, si sviluppa di conseguenza. Possiamo realizzare lavorazioni particolari, come creare le ante in acciaio per allestire la cucina in modo personalizzato, abbiamo finiture diverse, e cerchiamo di proporne sempre di nuove. Cerchiamo di differenziare la produzione per andare incontro ai desideri di personalizzazione dei clienti. Nell’ultima edizione di EuroCucina eravamo presenti praticamente in tutti gli stand dei maggiori produttori di cucine. Nella nostra fabbrica convivono due anime: quella tecnologica, fatta di linee produttive super automatizzate, e quella del saper fare artigianale fatta di lavorazioni manuali ad opera di esperti. Riguardo ai rivenditori, magari devono spendere del tempo per presentare i nostri articoli, ma possono stare certi della qualità che propongono”.

Barazza forno velvet

Per quanto riguarda la connettività e la cucina assistita, a che punto siete?  

“Lavoriamo su queste nuove tecnologie da oltre un decennio. Nel 2011 avevamo presentato - primi a livello mondiale - un forno totalmente touch screen con una porta USB per scaricare le ricette preimpostate. Si trattava della linea Velvet, tuttora in gamma. Nel 2011 questo prodotto era davvero all’avanguardia, forse anche troppo in anticipo”.

Quali sono i prossimi obiettivi in termini di prodotto e di mercato? 

“In termini di prodotto, il traguardo prossimo futuro è la connettività tra i vari elettrodomestici, vale a dire l’integrazione di elementi di cottura - piani a induzione e a gas - con la cappa. Stiamo studiando un nostro sistema che presenteremo a EUROCUCINA 2020. Per quanto riguarda i mercati, oltre a quello italiano, siamo concentrati sul mercato orientale, che ci dà molte soddisfazioni, intendo dire Cina, Filippine, India, anche Corea”.

Avete subìto qualche effetto della crisi? 

“Fino ad ora non abbiamo avuto problemi, anzi, negli ultimi anni abbiamo registrato sempre fatturati in crescita, di diversa entità ma sempre a segno più. La nostra dimensione ci ha aiutato, possiamo essere più flessibili e adeguarci efficacemente agli andamenti e variazione del mercato. Per noi quello italiano è un mercato molto in crescita, che ha una grande voglia di personalizzazione e di prodotti esclusivi, un’ esigenza specialmente dei grandi gruppi”.

Barazza free fusion

Barazza è una di quelle imprese che riescono a conservare il saper fare artigianale coniugandolo a processi produttivi innovativi, o sfruttandolo per originali soluzioni di design. Aziende che mantengono vivo il tessuto sociale del loro territorio. Non hanno grandi economie di scala da sfruttare, ma non per questo rinunciano a obiettivi di innovazione, di ricerca e sviluppo. Intelligenza del saper fare: ‘macchine’ piccole che si governano più semplicemente di grandi ingranaggi, la storia di Davide e Golia a volte è illuminante.(l.c.)