Frigo2000 è un originale operatore nel mercato degli apparecchi da incasso, "una casa degli elettrodomestici" come ama definirla la sua titolare. Anche questa azienda sta cavalcando l’era della trasformazione digitale e tecnologica che investe la cucina, nonché i nuovi bisogni di sostenibilità alimentare, cibo sano, genuino, zero sprechi, di un cliente sempre più esigente, evoluto e consapevole. Come si gestisce questo nuovo bisogno di relazione con il cliente e soprattutto come si sta trasformando la cucina? Lo abbiamo chiesto a Paola Massobrio, amministratore delegato di Frigo2000.
Secondo lei, cosa sta cambiando in cucina?
“Sta cambiando il modo di concepire il cucinare, una nuova cultura del cibo che noi portiamo avanti da diversi anni. Cosa vuol dire? Innanzitutto rispettare l’ingrediente: ogni ricetta che proponiamo prevede sempre prodotti di stagione. Ma significa anche trovare il modo migliore per cucinare un alimento enfatizzando le sue proprietà, e naturalmente senza sprechi. È il valore implicito nell’imparare a mangiare cose buone che fanno bene, assumendo con l’alimentazione tutti i nutrienti per il nostro fabbisogno. Il cambiamento è guidato anche dall’arrivo in cucina di una tecnologia che favorisce la preparazione di cibi sani e sostenibili; noi ci crediamo da tempo e ne siamo promotori presso i nostri clienti”.
E come reagiscono questi ultimi? In fondo il vostro è un negozio di elettrodomestici.
“Alcuni hanno già una certa predisposizione, per altri si apre un mondo. Comunque la reazione iniziale è di entusiasmo, che poi bisogna coltivare per far sì che il nuovo diventi un’abitudine. È vero, la nostra è la casa degli elettrodomestici, ma oggi gli apparecchi dispongono di un contenuto tecnologico in grado di cambiare davvero il modo di cucinare, prendiamo ad esempio la tecnologia del vapore…”.
La cottura a vapore è la ‘moda’ del momento.
“Indubbiamente, e c’è davvero tanta confusione sull’argomento, molta approssimazione nel definire un forno a vapore, e poca informazione sulla tecnica di cottura. Noi, come facciamo sempre prima di proporre un prodotto, abbiamo approfondito. Avvantaggiati da un interesse personale - sia io che mio marito (Carlo Bonaso, amministratore delegato di Frigo2000, ndr, nella foto in apertura) amiamo la cucina gourmet, abbiamo studiato la cottura a vapore leggendo libri e frequentando cuochi e chef, e abbiamo compreso - e verificato - la tecnica di cottura a vapore, la sua applicazione e capacità di mantenere le proprietà nutritive; oltretutto cucinare a bassa temperatura è anche un modo di risparmiare energia. So che la nostra è una proposta ‘premium’, ma più alla portata di quanto si creda”.
Che cos’ha di particolare il 'vostro' vapore?
“Come dicevo, ogni apparecchio che abbiamo portato nel mercato italiano è stato il risultato di una ricerca qualitativa e di una analisi per verificare che il tal prodotto portasse un beneficio in linea con il nostro mercato. Nel caso del vapore, parliamo di un forno: oltre al fatto che riporta sul display i watt consumati per ogni cottura, a convincerci è stata la sua funzione: cioè la coerenza del contenuto tecnologico nel trasformarsi concretamente in cibo cucinato. L’apparecchio è dotato di un brevetto proprietario dell’azienda svizzera che rappresentiamo: misura costantemente l’umidità all’interno della camera di cottura, con la massima precisione regola l’apporto di vapore, utilizzando uno speciale sfiato, per cuocere perfettamente l’alimento a basse temperature. Il vapore amplifica l’effetto termico, riscalda la pietanza in modo delicato e senza stressare i nutrienti, senza alterare il sapore e il monitoraggio continuo della cottura garantisce oltre al risultato, consumi ridotti di acqua ed energia. Capisce che si tratta di un modo particolare di applicare il vapore al forno”.
Come trasferisce questi contenuti tecnologici al suo cliente?
“In primis conoscendoli profondamente. Abbiamo sperimentato la tecnologia per poterla spiegare, l’abbiamo applicata collaborando con uno chef e preparando ricette. Oggi il vapore è un ‘must’, ma noi abbiamo iniziato a studiarlo sei anni fa, quando non lo era. È il nostro modo di essere imprenditori: costanza, competenza, ovviamente senso del business, insieme alla voglia di portare concretamente un beneficio a chi usa il nostro prodotto. In passato ad esempio è stato il cucinare senza odori, con la cappa al piano: siamo stati i primi. Cerchiamo la novità, ma deve essere qualitativa e dare un vantaggio, noi siamo i garanti agli occhi dei nostri clienti di questo reale beneficio: così siamo arrivati a costruire la nostra proposta di Economia domestica 2.0”.
Di cosa si tratta?
“Il nome è un omaggio alla materia che si insegnava a scuola, ed è una disciplina anche per noi: l’acquisto di un forno, magari completo di abbattitore e sottovuoto, è il primo passo di un processo educativo con cui insegniamo a realizzare in concreto il cibo ‘promesso’ dalla funzione: buono, salutare, gustoso, in sintesi sostenibile”.
L’attuale attenzione all’alimentazione e allo spreco vi facilita il lavoro?
“Penso di sì. C’è il desiderio di cambiare le abitudini alimentari, consumando cibi più sani, preparati a casa, genuini; crescendo, questo tipo di sensibilità genera un bisogno. Ma quando il cliente ha acquistato il nostro meraviglioso forno tecnologico, che cuoce con vapore al grado con risultati precisi e salutari, è necessario che impari a usarlo, altrimenti non riuscirà ad apprezzare il suo ‘investimento’ e soprattutto a godere del beneficio che l’innovazione porta nella sua cucina. Per evitare questo corto circuito abbiamo predisposto tantissimi servizi: è stata una scelta imprenditoriale quella di investire in un nuovo ambito, organizzare un nuovo modo di operare, opportuno per i prodotti che vendiamo”.
Quando avete deciso questa evoluzione?
“È stato dopo l’esperienza del piano con cappa integrata. È cresciuta in noi la voglia di creare una rinnovata Frigo2000, avevamo una nostra gamma completa di apparecchi da incasso, dai piani cottura alle lavastoviglie, alle lavatrici e asciugatrici, avevamo una solida competenza, abbiamo pensato di costruire una nostra visione di cucina. Così è nata l‘Economia domestica 2.0, una nuova concezione dello stare in cucina, del cucinare e del nutrirsi”.
Comunicare al cliente le nuove tecnologie è una delle sfide del settore.
“Per noi è un aspetto fondamentale, ed è il focus su cui basiamo la relazione con il nostro cliente e su cui investiamo molto. Per la fase di prevendita abbiamo predisposto una ‘TableChef’, durante la quale mostriamo cosa si può fare con il set di apparecchi ‘Economia domestica 2.0’ (forno, sottovuoto, abbattitore), come si possono lavorare gli alimenti per realizzare una propria dispensa con cibi sani e freschi. Faccio sempre un esempio dedicato ai bambini: vogliamo che mangino dolci sani e genuini, possiamo preparare due o tre torte, che poi mettiamo nell’abbattitore e congeliamo appena fatte, mantengono intatte consistenza e proprietà nutritive. Quando serve, le rigeneriamo in forno e il prodotto torna alla sua naturale freschezza, con gli stessi valori di umidità e croccantezza, ben diverso da uno scongelamento. Questo processo è applicabile a qualsiasi alimento ma oltre alla dotazione di elettrodomestici, presuppone la conoscenza della pratica, sapere come fare e perché”.
'TableChef' accompagna il cliente all’acquisto. E dopo la vendita?
“È il momento che conta di più, la fase in cui il cliente impara a godere dei benefici che ha acquistato tramite il prodotto, e non lo fa da solo. Per questo abbiamo organizzato un post vendita articolato in vari servizi: il primo è il welcome Kit (per gli acquirenti del forno a vapore combinato), un appuntamento via Zoom - quasi una piccola trasmissione tv - durante il quale il nostro chef Giuseppe Russo, giovane e molto esperto, spiega le funzioni dell’apparecchio, realizza in diretta una ricetta i cui ingredienti messi sottovuoto vengono recapitati a casa del cliente. Poi abbiamo la masterclass a domicilio: il nostro chef in quattro ore spiega il forno e il suo utilizzo a casa del cliente, è un servizio aggiuntivo a pagamento. Inoltre abbiamo aperto un gruppo su Telegram: ogni mese carichiamo quattro video-ricette che i clienti possono seguire e consultare; la chat è anche un efficace canale per confrontarsi e per chiedere chiarimenti e informazioni: chef Russo risponde sempre. E naturalmente siamo disponibili qui in show-room e via webcam”.
Quali saranno secondo lei i trend del kitchen retail?
“La cucina subirà il nostro bisogno di essere salutare e sostenibile. Ad esempio crediamo che una delle necessità imminenti riguardi l’acqua e il desiderio di berla non dalla bottiglia. Approfondendo l’argomento abbiamo incontrato il mondo dell’osmosi inversa, che a livello industriale esiste da trent’anni. È un sistema in grado di offrire un’acqua oligominerale, pulita e depurata, con la possibilità di recuperare ‘lo scarto’ di trattamento ad esempio per bagnare le piante. Su questa tecnologia abbiamo realizzato il nostro sistema domestico di filtrazione con un design che rispecchiasse lo stile della Frigo2000 collection. Ora siamo in grado di equipaggiare una cucina senza sporcarne lo stile, dal più professional al più minimal. Sta finendo l’era in cui l’elettrodomestico rappresentava poco più che ‘la chiusura di un buco’, per cui un prodotto vale l’altro. La cucina, io l’ho già visto, sta andando verso una direzione in cui dovrà esprimere una sintesi fra design e nuovi comportamenti. È questo un po’ il senso della nostra collaborazione con Henry Timi (designer e artista), un esercizio artistico che ha prodotto ‘installazioni’ che interpretano la tecnologia da cucina. La tecnologia e la connettività confermeranno la loro necessaria utilità, ma sono convinta - e lo verifico nella mia esperienza professionale - che la relazione diretta fra persone è ancora importante e determinante. II rapporto emozionale accelera i processi di apprendimento. In cucina si produce benessere, ci si occupa di sé e dell’ambiente in modo sostenibile, questa consapevolezza è destinata ad aumentare”.
Il settore è pronto per questa evoluzione?
“Non proprio. Noi abbiamo messo a punto un bel pacchetto di servizi ‘educativi’, ma i rivenditori spesso non se ne ricordano. Siamo noi a preoccuparci di ricordare al negozio di cucine o al falegname che il loro cliente, destinatario dei nostri apparecchi, ha a disposizione quei servizi. Qualcuno comincia a capire l’utilità di questo approccio, perché il cliente gradisce e genera un positivo passaparola". (l.c.)