In ogni realtà lavorativa c’è sempre quel collega bollato da tutti come “il pasticcione”, di solito è quello che cerca di fare più cose assieme e, nel farlo, lascia una scia di lavori da concludere in seguito. Questo genere di collaboratore ha sempre bisogno di una o più persone che lo seguano per rassettare, mettere in ordine e completare le sue Grandi Opere Incompiute.
Nel rifacimento del layout del negozio - pensiamo ad esempio ad un’area promozionale o stagionale - il collega pasticcione cercherà di fare l’80 per cento del lavoro nel 20 per cento del tempo a disposizione. Anziché spostare tutti i prodotti in un posto dove non intralcino il passaggio dei clienti, solitamente preferisce creare cataste di scatole nel bel mezzo del corridoio, per far capire chiaro e tondo agli avventori che non è proprio il caso di avvicinarsi alla Zona delle Operazioni. Rumore e baccano sono i suoi metodi deterrenti per evitare di essere disturbato, mentre la polvere si solleva da terra e il sudore inizia a grondargli dalla fronte. Incurante dei tagli sulle mani o della fatica fisica, stiamo pur certi che il pasticcione porterà a termine il grosso dei lavori prima della fine del turno, perché in quanto a velocità ed efficacia non lo batte nessuno. Il problema, semmai, sarà raccogliere gli “scarti di produzione” e terminare i lavori di fino dopo il passaggio del ciclone.
L’esatto opposto del pasticcione è “il pignolo”, collega noto per mantenere la calma anche nelle situazioni di maggior stress, ma anche per essere amante della burocrazia e delle procedure. Al contrario del primo, questo genere di collaboratore è profondamente riflessivo ed amante della pianificazione. Nell’esempio di prima, mentre il Pasticcione avrà già iniziato a buttare a terra gli scaffali, il Pignolo si starà facendo ancora un quadro mentale della situazione, a volte disegnando su carta il suo piccolo - personalissimo - progetto. Una volta valutati attentamente i costi e i benefici – indossati rigorosamente i guanti da lavoro e le scarpe antinfortunistica – egli si mette all’opera con metodo e costanza. Solitamente, il Pignolo non ama la compagnia, preferisce lavorare in solitudine. Questo comporta un allungamento dei tempi di esecuzione: se il Pasticcione impiegherà un turno di lavoro per portare a termine l’opera, il Pignolo ce ne metterà due, a volte anche tre. Ma dalla sua capacità innata di pianificare attentamente ogni piccolo gesto da compiere consegue il fatto che il lavoro, una volta finito, non necessiterà di ulteriori ritocchi. Il Pignolo è efficiente: l’area sarà in ogni momento pulita, in ordine e fruibile dal pubblico. Se il Pasticcione è un’accetta, il Pignolo è un bisturi.
Queste due personalità, quando coltivate e indirizzate, possono svilupparsi e crescere all’interno di un ambiente sano, fino a ricoprire ruoli di responsabilità, persino di carattere direttivo. Il Pasticcione potrà essere un ottimo leader per il suo carattere amichevole e le doti sbrigative, che lo renderanno più “smart” di altri, capace di giungere direttamente agli obiettivi senza tanti giri di parole. Ottimo per i momenti difficili nei quali bisogna dare il massimo. Il Pignolo, d’altronde, potrà diventare uno store manager capace di pianificare con largo anticipo, evitando imprevisti ai propri collaboratori, rendendo sempre l’ambiente di lavoro gradevole con un impegno costante. Eccellente per uno stile di lavoro continuo, senza picchi.
Quando, invece, questi atteggiamenti raggiungono vette troppo estreme, oppure l’ambiente di lavoro nel quale sono inseriti è particolarmente tossico, il Pasticcione rischia di essere messo da parte perché ritenuto “incapace” di svolgere compiti importanti e delicati, mentre il Pignolo viene etichettato come “troppo lento” e quindi lasciato in un angolo perché giudicato non in grado di terminare un lavoro nei tempi previsti.
Esistono molti compiti che possono essere assegnati sia al Pasticcione che al Pignolo, ma nella realtà dei fatti si preferirà usare il primo per la “bassa manovalanza” e il secondo per gli impegni di “concetto”, rendendo loro impossibile che acquisiscano nuove competenze che li renderebbero più versatili. Quando si etichetta una persona, è poi difficile che questa riesca ad uscire dal “ruolo” che tutti gli hanno assegnato.
Ognuno di noi è pasticcione per certe cose, pignolo per altre. Se abbiamo raggiunto un equilibrio tra questi due atteggiamenti è grazie a chi ha creduto in noi e ci ha messo alla prova. L’evoluzione – o l’involuzione – dei nostri collaboratori dipende da come vengono impiegati giorno dopo giorno. Sta a noi rendere i pasticcioni più precisi e i pignoli più rapidi. Per ottenere questa magica alchimia la materia prima è già davanti ai nostri occhi, basta non barricarsi dietro al pensiero che “chi nasce tondo non può morire quadrato”. (nathan)
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