Domenica, 19 Settembre 2021 12:33

A quando il bonus relax per noi addetti?

In tempi di incentivi all’acquisto di tutti i tipi, in negozio si presentano consumatori con le richieste più strampalate.

Ormai è bonus-mania. Il recente bonus rottamazione TV va ad aggiungersi ad una serie di sconti, sgravi fiscali, detrazioni e contributi statali che - a loro volta - fanno cumulo con le promozioni già esistenti in punto vendita. Sono veramente molti i vecchi televisori a tubo catodico che stanno rientrando nel mio negozio, tanto che spesso ci guardiamo in faccia tra colleghi e ci diciamo: “Ma davvero queste persone guardavano ancora la TV come negli anni ‘60?”. Sono tornati dei Mivar da 28” che pesano più di un’utilitaria, talmente coperti di polvere che risulta difficile pensare che siano stati utilizzati fino al giorno prima. Molte persone stanno scavando nelle cantine alla ricerca del TV “del nonno” che avevano conservato per ricordo, pur di ottenere i 100 euro di sconto. E ogni volta che si presenta un signore ansimante con un tubo catodico in braccio, dobbiamo ricordare che 100 euro è lo sconto massimo per un nuovo acquisto pari o superiore a 500 euro, altrimenti si considera il 20% del TV che andranno ad acquistare. A quel punto parte dell’entusiasmo negli occhi del cliente va spegnendosi, e il sudore gli si gela sulla fronte.

Il consumatore, già assuefatto ad un sottocosto perenne e a promozioni strampalate, oggi vorrebbe uscire dai punti vendita senza alcun esborso di danaro; anzi, possibilmente con un ritorno monetario. E a volte ci riesce pure. Ad esempio, chi avesse aderito al Superbonus 110% per le ristrutturazioni, nel quale rientra anche l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica, avrebbe tranquillamente potuto pagare in forma elettronica per avere il cash-back di Stato prima del 30 giugno, uscendo dal negozio con il proprio bilancio in attivo.

Come al solito, in un mondo in cui tutto sembra possibile, a regnare sovrana è la confusione. L’altro giorno una coppia mi ha chiesto se avrebbe potuto utilizzare il Bonus Vacanze per pagare il nuovo televisore, scusandosi poi del lapsus; poi c’è stata la volta del signore anziano che mi chiedeva di sfruttare il Bonus Docenti del genero per vendergli un climatizzatore fisso; per non parlare di tutte quelle volte che mi chiedono con insistenza di applicare un fantomatico Bonus Rottamazione Vecchi Elettrodomestici per cambiare la cucina. D’altronde domandare è lecito (ed è gratis!), per cui meglio insistere con il commesso chiedendo se è proprio sicuro che non esistano degli incentivi a cui aggrapparsi, piuttosto che (Dio ce ne scampi!) acquistare il prodotto al prezzo esposto.

Se da un lato ci sono i fautori del “basta che sia bonus”, dall’altro sta nascendo una sparuta resistenza che prova repulsione per questi “soldi facili”. Parlando con una signora delle caratteristiche di un robot-aspirapolvere, ho posto l’attenzione sulla possibilità di avere 100 euro di “cash-back” da parte dell’azienda produttrice. Non l’avessi mai fatto: mi ha guardato inorridita, gelandomi dicendo: “Io non faccio nessun cash-back!”. Sono molti a pensare, poi, che i vari contributi statali siano solo per una ristretta cerchia di fortunati che arrivano sempre prima. “Ci ho già provato col Bonus Monopattini e non mi fregano più: due ore a cliccare sul sito ed era tutto finito nel giro di poco, dovrebbero abbassare le tasse anziché dare i bonus…”, si lamentava ieri un padre di famiglia.

Il risultato più evidente agli occhi di noi addetti vendita, tuttavia, è quello che in queste occasioni il consumatore pensa ad una sola cosa: il prezzo. Esso dovrà essere di poco superiore al contributo stesso, anche se l’ideale sarebbe che fosse esattamente pari. L’idea di sfruttare al massimo quelle rare volte in cui lo Stato regala qualcosa diventa assillante nella mente del fruitore del bonus, quasi un’ossessione. Come nel caso dell’insegnante che mi ha chiesto cosa avrebbe potuto acquistare per gli ultimi 50 euro del Bonus Docenti a sua disposizione, dato che “gli seccava” lasciarli nelle casse erariali.

Il cliente che guarda solo il prezzo perde di vista la qualità. “Easy come easy go”, dicono gli inglesi. Che soddisfazione si può avere da un prodotto che si acquista per non perdere un contributo statale? Che esperienza di acquisto può essere quella di aggirarsi tra gli scaffali guardando gli euro e non le caratteristiche, prendendo la prima cosa che capita senza chiedere consigli all’addetto vendita, perché ci ha dato l’unica risposta che volevamo sentire: “Sì, il bonus lo accettiamo”?

Senza contare che, come è stato nel caso del cash-back, le agenzie pubblicitarie sono già all’opera per creare campagne promozionali che sfruttino l’ondata emotiva dei bonus. E come sempre a fare da cartina torna-sole per aiutare i clienti a distinguere quelli “veri” da quelli “finti”, ci saremo noi poveri commessi. Speriamo che inventino presto un bonus-assistenza-psicologica. O un bonus-relax. E perché non un bonus-pensione-anticipata? Per noi che facciamo un mestiere sempre più logorante, sia chiaro.

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Vuoi dirmi come la pensi anche tu su questo argomento? Scrivimi a nathan@biancoebruno.it !

Commenti (1)

  1. josef

Si, è un mestiere sempre più logorante, tanto negli orari che nel livello di follia e arroganza dei clienti...e lo stipendio resta sempre quello. Auguri a chi ancora resiste...

 
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