Sabato, 14 Gennaio 2023 09:23

Blue Monday e la tristezza in negozio

Ormai una curiosa convenzione fissa al 16 gennaio il giorno più triste dell'anno. Ma da tempo questo mese si impone come quello della malinconia nel commercio.

Il 16 gennaio è il Blue Monday 2023, il giorno più triste dell’anno. A decretarlo è stata una compagnia di viaggi britannica che nel 2005 effettuò uno studio per calcolare, tramite una complessa equazione, il giorno in cui la nostra “tristezza” raggiunge il suo culmine.

Senza bisogno di calcoli astronomici, che gennaio porti con sé una ventata di malinconia noi del commercio lo sappiamo da tempo. È questo il mese in cui, terminate le festività, i clienti tornano alle loro occupazioni disertando i punti vendita. Le corsie rimangono desolatamente vuote, sia di persone che di merci, e saltano abbastanza all’occhio quei prodotti che “non hanno funzionato”, perché sono gli unici ad aver resistito all’assalto alla baionetta del 24 dicembre e alle giornate seguenti.

Un piccolo strascico di clientela continua ad affacciarsi timidamente nella seconda decade del mese, spinti dai saldi di fine stagione nell’abbigliamento, ma di solito queste persone battono in ritirata non appena vedono che gli sconti non sono come li immaginavano (vale a dire l’80% sul totale, con un cashback del 20% e un buono spesa di 50 euro). Terminati questi ingressi, tuttavia, il periodo che va dalla terza settimana di gennaio fino a passare San Valentino è piatto come la curva delle vendite dell’album natalizio di Alexia.

Sono questi i giorni in cui i tuoi superiori in negozio ti fanno sentire semplicemente di troppo. Nonostante tu abbia corso come un disperato durante le feste perché l’organico non è stato rinforzato da lavoratori stagionali, adesso che si è tornati alla normalità ti guardano come se lo stagionale fossi tu. Dopo aver rimesso la merce sugli scaffali e aver “pettinato” i prodotti, dopo aver riordinato il magazzino per l’ennesima volta e spolverato lo spolverabile, inizi a guardarti intorno e pensi che, se non entra al più presto un cliente, neppure l’instancabile Stachanov troverebbe un lavoretto per impegnare il tempo.

Allora accetti la proposta del tuo direttore di “scaricare” una settimana di ferie, come se le quattro settimane che hai a disposizione in un anno fossero una zavorra, un peso da togliersi di dosso al più presto. Ma, in effetti, accogli con piacere un periodo di distacco dal negozio, soprattutto se ciò significa non doversi più sentire trattato come uno che ruba lo stipendio. Quindi chiudi il badge nell’armadietto e parti per un’entusiasmante settimana di vacanza tra le mura domestiche, con gite fuori porta alla Coop e cene a lume di candela (per risparmiare corrente).

Quando torni, però, ti accorgi che è rimasto tutto uguale. Gli input che arrivano dall’alto sono sempre gli stessi: dobbiamo fatturare, marginare, vendere l’impossibile, ma se ti guardi intorno le uniche persone a cui puoi proporre un affare sono i tuoi stessi colleghi, anche loro – come te - intrappolati in un limbo dove tocca aspettare che la gente, digeriti i cenoni, pagati gli estratti conto delle carte di credito e saldate le bollette, abbia di nuovo qualche spicciolo da spendere per l’elettronica. Siamo venditori con poche vendite e questo - non so a voi - ma a me mette profondamente a disagio. E’ la saudade di questo periodo, un lasso di tempo che dura qualche settimana in cui sembra impossibile anche solo pensare che arriveranno nuovamente quei momenti in cui non avevi nemmeno il tempo di andare in bagno, per i tanti clienti che c’erano. Eppure accade ogni anno, i manager più lungimiranti occupano questo tempo di pausa per formare i dipendenti e fare il punto della situazione, altri continuano con la solita cantilena del “vendere ad ogni costo”, altri ancora si agitano e si preoccupano perché ritengono questo drastico calo di fatturato un po’ più drastico degli altri anni, e vedono tutto nero.

Io mi sono abituato a pensare al terzo lunedì di gennaio (il Blue Monday, appunto) come al solstizio d’inverno, il giorno più buio dell’anno. Come in quel caso, infatti, il freddo deve ancora arrivare, ma le giornate diventano via via più luminose, dandoti la sensazione che il peggio sia passato. Anche nel negozio, a piccoli passi, una vendita alla volta, si riprenderà il giusto ritmo che ci porterà (incredibilmente) ad un altro Natale.

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