Il Centro di Coordinamento RAEE ha pubblicato il rapporto annuale 2019. Indubbiamente una filiera che funziona, nonostante tutto. Nonostante, cioè, la carenza di infrastrutture dedicate in certe zone d’Italia, il ritardo di certi decreti attuativi che paralizzano la completa integrazione operativa del piano Open Scope, in vigore da agosto 2018. Nonostante certe ‘debolezze’, ancora presenti nei meccanismi di raccolta dell’ultimo miglio, quello della distribuzione. Se l'uno contro zero ancora non è partito su una scala accettabile, rimane pressoché di nicchia il meccanismo di ritiro ‘uno contro uno’. Un servizio gratuito disponibile - per normativa - sia nei negozi fisici che in quelli online. E se nello store fisico i punti di contatto con il cliente per trasferire questa informazione sono diversi, nell’online l’unico spazio utile è la schermata di navigazione. Ma durante i procedimenti per l’acquisto sul web è difficile trovare in bella evidenza il servizio di ritiro RAEE. Con le prospettive che si ipotizzano, vale a dire circa un forte incremento dell’ecommerce, l’argomento meriterebbe maggior considerazione da parte degli operatori.
Nonostante tutto, nel 2019, il network dei RAEE ha raccolto e avviato a corretto smaltimento 343.069 tonnellate di materiale, il 10,45% in più rispetto al 2018, il miglior risultato dal 2014, con una media di raccolta procapite di 5,68 kg, contro i 5,14 del 2018. I Sistemi Collettivi hanno gestito 194.734 ritiri di RAEE sull’intero territorio nazionale (16.288 al mese di media), l’8,55% in più rispetto all’anno precedente, indice di una maggiore ottimizzazione del servizio, minori mezzi movimentati e ritiri più efficienti con un incremento delle qualità di raccolta per missione. “Un obiettivo - commenta Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE - a cui abbiamo lavorato con tutti gli interlocutori coinvolti”. Sono risultati di cui il neo presidente Bruno Rebolini può andare orgoglioso. Rebolini ha assunto l’incarico il 22 aprile scorso, su nomina del Comitato esecutivo per il biennio 2020-2022. Ingegnere, ha al suo attivo una lunga carriera in multinazionali, occupandosi di impiantistica e gestione delle reti sul territorio. Ora è chiamato a presiedere un sistema di gestione RAEE modello di riferimento a livello europeo. “I produttori di AEE attraverso i Sistemi Collettivi - ha dichiarato Rebolini - hanno ulteriormente incrementato i finanziamenti a disposizione dei soggetti che effettuano la raccolta, che tra premi di efficienza, fondo per lo sviluppo delle infrastrutture di raccolta e finanziamenti per la comunicazione locale e nazionale, ammontano a oltre 22 milioni di euro”.
Comunicare fa bene ai RAEE. Nasce il nuovo portale 'raeeitalia.it'
La campagna di sensibilizzazione della raccolta RAEE rivolta ai consumatori ha sicuramente un peso nei tassi di crescita. Nel 2019 i produttori hanno investito per questo un milione e 800mila euro. Gli effetti si sono visti con il forte incremento della raccolta relativa al raggruppamento 4, che comprende i piccoli elettrodomestici. Apparecchi che, anche a livello europeo registrano bassi tassi di raccolta: vengono o dimenticati nel cassetto oppure finiscono nella raccolta indifferenziata. E proprio per favorire una maggior consapevolezza del consumatore è stato implementato un nuovo servizio online, il sito raeeitalia.it. Concepito per presentare e consultare i dati attuali e storici della raccolta RAEE nazionale, permette di realizzare report interattivi ed accessibili da chiunque, su ogni dispositivo.
Open Scope, un progetto senza gambe
Non si può parlare di raccolta RAEE e ignorare la questione ‘Open Scope’, il decreto entrato in vigore il 15 agosto 2018 che amplia significativamente le categorie di prodotti soggetti alla normativa sul trattamento dei rifiuti RAEE. Cosa è successo? Per la mancanza dei decreti attuativi, tuttora attesi, l’implementazione dell’Open Scope funziona a metà. L’Industria di riferimento - i produttori di caldaie, stufe e tutte le categorie coinvolte - per la più parte ha correttamente aderito al sistema collettivo, dichiarando la propria quota di immesso sul mercato 2019, e pagando la relativa contribuzione, Tant’è che il dichiarato totale AEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche) immesso nel 2019 è aumentato di 100 mila tonnellate. Ma la raccolta ha rastrellato i RAEE classici, chiamiamoli così. I nuovi sono rimasti fuori. Perché? Mancano i decreti attuativi di raggruppamento: i detentori dei RAEE Open Scope - installatori, redistributori, etc - non possono essere formalmente integrati nella filiera di raccolta e smaltimento RAEE, e nemmeno è stato possibile informarli: mancando il decreto, non si sa a quale gruppo attribuire i nuovi RAEE. E non è cosa da poco, visto che ogni raggruppamento segue un suo processo di recupero e smaltimento, e l’intero sistema è organizzato sui 5 raggruppamenti. Attualmente il Centro di Coordinamento RAEE ha volontariamente collocato nel raggruppamento 4 l’immesso dei “nuovi RAEE”, ma la mancanza di una ufficiale attribuzione blocca di fatto la normale operatività del sistema, e la reportistica, fondamentale per il monitoraggio dei flussi e dei risultati. Nell’attesa, questi nuovi RAEE - orfani di un gruppo dove essere collocati - rimangono a spasso. Una situazione con conseguenze facili da immaginare: il ritardo accumulato intralcia efficienza ed efficacia della filiera di raccolta e smaltimento, condizionando il raggiungimento dei risultati fissati dalla UE. “Se non abbiamo la possibilità di comunicare chiaramente - si rammarica Longoni -, cioè divulgare le indicazioni di smaltimento, come facciamo a far crescere i volumi di raccolta?”.
RAEE non esenti dagli effetti del Covid 19
La pandemia ha ricadute anche sul settore della raccolta Raee, con una forte riduzione delle attività della filiera. Le richieste di ritiro gestite dal Centro di Coordinamento sono calate circa del 75%, alcuni centri di raccolta sono stati chiusi, anche per non incentivare l’affluenza del privato in rispetto alle limitazioni di spostamento delle disposizioni governative. Un periodo difficile durato circa da metà marzo a metà aprile. Ora le richieste di ritiro stanno aumentando, arrivano a circa il 50% della media abituale. Si prevede che progressivamente, in proporzione con la riapertura nazionale, ma compatibilmente con i diversi calendari regionali, l’intera struttura di raccolta e trattamento riaprirà. Il ritorno a ritmi 'normali' dipenderà dalla filiera di riferimento, il mercato di elettrodomestici, che alcuni prevedono in ripresa nella seconda parte dell’anno. (l.c.)