Il passaggio allo standard di trasmissioni tv denominato DvB T2 continua la sua odissea, con il corollario di problemi per gli operatori che producono e vendono tv. Dopo la precedente scadenza del 10 gennaio scorso, trascorsa nel silenzio più totale da parte di governo e Rai, ora il nuovo termine è fissato per il 1° settembre. Ma tra gli operatori si teme un nuovo slittamento. Ecco perché le associazioni di categoria Aires, Ancra e Andec hanno inviato una lettera aperta ai ministri Adolfo Urso (Imprese) e Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze), nonché al presidente della Rai Marinella Soldi.
A regime, il nuovo sistema consentirà di inviare il segnale ai telespettatori con una qualità più alta e garantirà quindi a tutte le emittenti di poter effettuare le proprie trasmissioni senza problemi tecnici. Però non tutti i televisori presenti nelle case degli italiani sono in grado di ricevere questo standard di trasmissione e quindi sarà necessario aggiornare il parco installato o tramite decoder esterni oppure acquistando nuovi televisori.
Tuttavia chi si occupa di produrre, importare e vendere gli apparecchi televisivi deve necessariamente programmare la disponibilità dei prodotti nei punti vendita e online con diversi mesi di anticipo, tenuto conto anche della situazione nel Mar Rosso. Da qui scattano i timori degli operatori di assistere a un film già visto.
“Senza la certezza del mantenimento della data del 1° settembre - scrivono le associazioni - non sarà possibile esaudire le richieste del mercato poiché nessuna impresa potrà disporre delle adeguate scorte nei propri magazzini non solo italiani ma anche europei. Chiediamo di confermare ufficialmente e con una nota congiunta che entro il 1° settembre 2024 uno dei tre multiplex della Rai emetterà esclusivamente i propri segnali in standard Dvb T2; di avviare fin da subito una campagna informativa in merito a questo passaggio tecnologico; e di valutare misure di sostegno per acquisto di decoder e TV a favore delle fasce meno abbienti della popolazione. Non si pensi - concludono Aires, Andec e Ancra - che questo terzo punto rappresenti il vero obiettivo di questa lettera aperta; solo i primi due punti sono per noi realmente imprescindibili”.