Giovedì, 15 Luglio 2021 18:07

Le imprese familiari lo fanno meglio

Durante la pandemia le aziende di famiglia sono risultate più resistenti, reattive, hanno saputo preservare il proprio business con attenzione verso le persone e il territorio di riferimento. 

Chissà, in futuro potremmo trovare nei programmi di formazione universitaria un master in ‘gestione familiare del business’. Le imprese familiari stanno registrando un rinnovato consenso da parte di esperti e analisti, che le citano ad esempio per la loro capacità di gestire il periodo pandemico. Le aziende familiari sono un fenomeno globale, in Italia vengono definite ‘l’ossatura dell’economia nazionale’. Ora sono oggetto di studio da parte di importanti società di consulenza, interessate ad analizzare il comportamento e i risultati delle imprese familiari durante il periodo pandemico.

La conclusione a cui giunge il report realizzato da Kpmg Private Entreprise e STEP Project Global Consortium, è che “le imprese familiari hanno tutte le caratteristiche per guidare la ripresa dell’economia globale”. Resilienza, strategie di lungo periodo, obiettivi non economici e determinazione sono le caratteristiche principali emerse, che hanno determinato il comportamento più lungimirante e conservativo delle imprese familiari durante l'emergenza pandemica. Nello studio si legge, fra l'altro, che “le imprese familiari hanno rivolto la loro attenzione a strategie più a lungo termine per salvaguardare il valore non economico che la famiglia trae dal possedere e gestire l’attività". In parole semplici, una famiglia ha nei confronti della sua impresa interessi emotivi e sentimentali oltre che economici, tiene al buon nome della sua azienda, spesso è quello di famiglia, ed è interessata a contribuire al benessere del suo territorio. Sia chiaro: non tutte le imprese familiari sono diventate cavalieri senza macchia e senza paura. Ma è certo - e lo studio lo dimostra - che queste aziende hanno adottato mediamente comportamenti differenti dalle imprese non familiari, più sostenibili. Il lavoro di Kpmg ha messo a confronto aziende familiari (circa 2.500) e non familiari (più di 500) intervistate fra giugno e ottobre 2020 su come tutte hanno reagito all’impatto del Covid-19. Ecco in sintesi cosa racconta il report.


Pazienza e visione di lungo periodo. Le imprese familiari proteggono la continuità del loro business in  prospettiva per poterlo trasmettere ai propri eredi. Affrontando la pandemia, questa mentalità ha prodotto piani di risposta a lungo termine, piuttosto che azioni di semplice mitigazione a breve. Ha contato l’esperienza di queste aziende, in particolare quelle storiche e di certe dimensioni, nella gestione di periodi difficili, sapendo cogliere e sfruttare in positivo situazioni di crisi, come il rallentamento dei ritmi e una maggior disponibilità di tempo durante la pandemia. "Con un rallentamento delle operazioni commerciali, diversi dirigenti di aziende familiari hanno avuto il tempo di concentrarsi su nuove idee, nuovi prodotti, nuovi mercati e nuovi progetti. Altri hanno sfruttato il tempo a loro disposizione per razionalizzare le loro operations, ad esempio implementando nuove soluzioni digitali, oppure per concentrarsi su importanti questioni familiari come la pianificazione del passaggio generazionale e l’evoluzione delle strutture proprietarie".

Crescente importanza della responsabilità sociale. Le imprese familiari hanno agito durante la pandemia non solo in difesa della propria famiglia e dell’azienda, ma con una crescente attenzione nei confronti del benessere e dei bisogni della società e di tutti i soggetti coinvolti, quali dipendenti, clienti, fornitori e comunità locali. "Le aziende guidate da un amministratore delegato familiare e con un elevato coinvolgimento familiare avevano maggiori probabilità di adottare una strategia fortemente improntata sulla responsabilità sociale, mentre se un'azienda familiare è guidata da un dirigente non familiare o con un coinvolgimento familiare inferiore c'era una maggiore probabilità che il leader aziendale prendesse decisioni difficili per attenuare l'impatto del Covid-19 sull'azienda, come il taglio del numero dei dipendenti, la riduzione generale dei costi e politiche di ristrutturazione".

Diverse generazioni che collaborano insieme favoriscono la business transformation. Durante la pandemia le imprese familiari hanno avuto il 42% di probabilità in più di implementare strategie di business transformation rispetto alle aziende non familiari; una possibilità che è aumentata al 45% se in azienda sono presenti più generazioni. "Nelle realtà in cui due o più generazioni della famiglia sono coinvolte nell'attività, i membri della famiglia di nuova generazione hanno contribuito a mettere al centro delle strategie di business due temi fondamentali: la trasformazione digitale e le tematiche ESG (Environmental, Social and Governance), una serie di criteri utilizzati per misurare la sostenibilità degli investimenti".

In conclusione, il report sintetizza così le principali conseguenze dei comportamenti delle imprese familiari durante il periodo pandemico: il 69% delle aziende familiari ha riferito che il Covid-19 ha comportato un calo iniziale dei ricavi, il 9% ha riportato un aumento e il 22% non ha riportato variazioni nei ricavi; tra le imprese familiari a livello globale si è registrata una riduzione della forza lavoro dell'8,56%, rispetto al calo del 10,24% nelle imprese non familiari; tre quarti (76%) delle imprese familiari nel mondo ha fatto uso di programmi di sostegno statale, principalmente sotto forma di accordi di prestito a basso costo. Si è riscontrato un minor interesse per i sussidi governativi tra le imprese familiari rispetto alle imprese non familiari; più del 70% delle imprese familiari intervistate ha dichiarato di aver mantenuto i propri investimenti in ricerca e sviluppo e ha continuato a lanciare nuovi prodotti e servizi. (lorella carminati)