L’evoluzione digitale, la mobilità sostenibile e molti altri ambiti basano il loro sviluppo sull’impiego di batterie. Si prevede che la domanda globale aumenterà di 14 volte entro il 2030, con implicazioni legate alla filiera produttiva delle batterie nonché alla gestione del fine vita di questi importanti componenti. Ogni anno in Europa vengono generate più di 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti di batterie. Mentre quelle per autoveicoli (piombo-acido) registrano livelli di raccolta e riciclaggio elevati (99% secondo uno studio di Eurobat), il tasso medio di raccolta delle batterie portatili è basso; nel 2018, rispetto al venduto, solo quasi il 48% è stato avviato a corretto trattamento, la restante gran parte finisce nei rifiuti urbani, con conseguente rilascio di sostanze pericolose, o rimane stoccata nelle case dei consumatori, oppure viene esportata fuori dall'UE in prodotti usati: si alimenta così un grande spreco di risorse preziose e una corposa immissione di agenti inquinanti nell’ambiente. Una particolare situazione riguarda le batterie al litio: registrano tassi di raccolta bassi e il riciclaggio è tecnologicamente impegnativo e costoso, tanto da risultare non conveniente rispetto alla disponibilità di materiale primario.
Come evidenzia Cobat, la nota piattaforma di raccolta, stoccaggio e avvio al riciclo di prodotti a fine vita, con una specializzazione nel trattamento di batterie e accumulatori, proprio in previsione del forte aumento dell’impiego delle batterie a litio, dovuto alla maggior diffusione di auto elettriche, si rende necessaria la definizione di uno standard per la gestione e il recupero delle stesse a fine vita, data l’offerta particolarmente eterogenea per tecnologia, composizione chimica, dimensioni e morfologia, e la presenza di una filiera di recupero ancora piuttosto frammentata. Sempre secondo Cobat, la standardizzazione di certi processi potrebbe favorire una economia di scala, fondamentale per sostenere una filiera di raccolta e recupero in grado di esprimere così ‘il pieno potenziale dell’economia circolare in questo settore’. Il consorzio, peraltro, è stato un antesignano già nel 1988 con la gestione delle batterie al piombo, che oggi hanno un tasso di riciclo all’avanguardia, pari al 99%.
Il recupero del litio è in continuo miglioramento e in questo modo saremo in grado di gestire il grande afflusso di batterie previsto nei prossimi anni, in linea con gli obiettivi europei di una elettrificazione di massa nel 2035.
Anche considerando l'evoluzione tecnologica che riguarda questi prodotti, l’Unione Europea sta lavorando per aggiornare la direttiva in vigore sul recupero e il riciclo di pile e accumulatori (2006/66/CE modificata nel 2018). Fra gli obiettivi principali della proposta, oltre a rafforzare il funzionamento della filiera produttiva e del trattamento a fine vita, c’è la volontà di garantire parità di condizioni attraverso una serie di norme comuni, promuovere un'economia circolare e ridurre gli impatti ambientali e sociali in tutte le fasi del ciclo di vita della batteria. Il documento propone di stabilire requisiti di sostenibilità, sicurezza ed etichettatura - in pratica una standardizzazione - per l'immissione sul mercato e la messa in servizio delle batterie, nonché i requisiti per la gestione del fine vita, aumentando gli obiettivi di raccolta dei rifiuti di tutte le tipologie di batterie, e fissando specifici traguardi di recupero dei materiali, vale a dire il 90% per cobalto, rame, piombo e nichel, e il 35% per il litio, da raggiungere entro la fine del 2025.
Il documento ‘Nuovo Quadro Normativo UE per le batterie, definizione dei requisiti di sostenibilità’ propone, fra le tante cose, di contrassegnare dal 1° gennaio 2027 le batterie con una etichetta che riporti le informazioni necessarie per l'identificazione della batteria stessa e delle sue caratteristiche principali. Inoltre dovrebbero essere presenti, sul prodotto o sulla confezione, informazioni riguardo alla durata, alla capacità di carica, ai requisiti di raccolta differenziata, alla presenza di sostanze pericolose e ai rischi per la sicurezza. A seconda del tipo di batteria, un codice di risposta rapida (QR) darebbe accesso alle informazioni rilevanti per la batteria in questione. Le batterie industriali ricaricabili e le batterie per veicoli elettrici dovrebbero integrare un sistema di gestione in grado di memorizzare le informazioni e i dati necessari a determinare lo stato di salute e la durata prevista delle batterie. Il sistema dovrebbe essere accessibile ai proprietari di batterie e agli operatori indipendenti che agiscono per loro conto (ad esempio per facilitare il riutilizzo o la rigenerazione della batteria). La Commissione starebbe anche valutando la fattibilità di una eliminazione graduale delle batterie portatili non ricaricabili di uso generale entro la fine del 2030.