Nei giorni scorsi il marchio italiano di piccoli elettrodomestici Girmi è stato iscritto al n° 726 del Registro Speciale dei Marchi Storici di Interesse Nazionale e di conseguenza autorizzato all’utilizzo dello specifico logo «Marchio storico di interesse nazionale». “Un riconoscimento importante che ci onora e ci spinge a rinnovare il nostro impegno nel proseguire lungo un cammino le cui radici affondano nel 1919” commentano dall’azienda Trevidea, titolare del brand.
Siamo nell’immediato primo dopoguerra, quando a Omegna, nell’Alto Cusio piemontese, nasce la Subalpina, una cooperativa fondata da sei giovani per produrre articoli per la casa e la cura della persona, tra cui alcuni prodotti per la toilette maschile e femminile per barbieri e parrucchieri. Dopo alcuni anni, la proprietà passa in mano ad uno dei soci, Mario Caldi, ma è con il figlio Carlo che si ha un notevole cambio di passo e un cambio strategico nella produzione: l’intuizione viene in seguito al viaggio di nozze di Carlo negli Stati Uniti nel 1949, dove rimane affascinato dai primi prodotti elettrici destinati ad aiutare in cucina.
Nel 1954 viene quindi lanciato Frullo, il primo frullatore elettrico Made in Italy sul mercato italiano. In rapida successione è seguito da un tostapane, uno scalda biberon e un frantuma caffè elettrico in plastica chiamato Mokaro. Sono i primi quattro elettrodomestici immessi sul mercato dalla ditta di Omegna, ancora suscettibili di grandi miglioramenti dal punto di vista tecnico, ma assolutamente innovativi per le abitudini degli italiani. Il “poker d’assi” della Subalpina riscuote un grande successo di pubblico. Ma è con il Frulletto, un nuovo frullatore multifunzione che arriva la nuova intuizione: verrà infatti ribattezzato con un nome che contribuirà alla sua fortuna: Girmi, dall’unione delle due parole “girare” e “miscelare”.