Tantissimi i commenti arrivati sui nostri social network dopo il primo intervento.

Con il caldo, le vacanze e le ferie da smaltire, di quattro gatti che eravamo in negozio siamo rimasti in due a servire i clienti.

Con la bella stagione, aumenta il desiderio di uscire di casa. Finalmente. 

Vivo la quarantena da Coronavirus in tre fasi, consapevole che quando riapriremo i negozi non torneremo immediatamente alla normalità.

Il modo di gestire il periodo vacanziero nei punti vendita scontenta commessi e di conseguenza consumatori. Ma nulla cambia.

La Coldiretti ha stilato un “manuale di sopravvivenza a tavola” ponendo l'attenzione sul rischio di intossicazioni dovuto alla cattiva conservazione dei cibi lasciati in dispensa o in frigorifero durante la nostra assenza.

Il diritto alla disconnessione dall’ufficio “digitale” resta ancora molto labile e di fatto inesistente.

La visita a un punto vendita di abbigliamento e le similitudini con quanto accade nel nostro lavoro.

Alzi la mano chi tra gli addetti vendita non sta già pensando alle ferie estive. Viene abbastanza naturale a inizio anno chiedersi “e in vacanza dove andiamo?”. Come dite? Troppo presto? Noi commessi non solo ci stiamo pensando: siamo tenuti a farlo per comunicare il periodo esatto in cui andremo in ferie.

Si avvicina, a grandi passi, il periodo più freddo dell'anno, che diventa il più caldo dal punto di vista commerciale. I grandi ordini centralizzati sono partiti, o stanno per partire, e tra poche settimane il punto vendita dovrà essere pronto, perfetto, impeccabile sotto ogni punto di vista: scaffali pieni, cartellonistica ben visibile, sorrisi dei commessi e scontrini. Questo è il bel quadretto che ogni Amministratore Delegato sogna di poter dipingere per la sua azienda di distribuzione. Peccato che, spesso, la realtà sia ben diversa. Soprattutto quando il negozio è di grandi superfici.