Lunedì, 29 Luglio 2024 16:51

Italia: il paradosso dei Raee

Mentre la Commissione europea mette in mora il governo italiano sugli scarsi risultati di raccolta dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, in Parlamento si fa di tutto per non fare passi avanti.

La Commissione europea ha chiesto al governo italiano di fornire entro due mesi spiegazioni sul fatto che nel nostro Paese i risultati di raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) sono lontanissimi dagli obiettivi fissati in sede europea. Nel 2023 in Italia sono infatti state ufficialmente trattate 350mila tonnellate di Raee Domestici, contro un obiettivo di circa 780mila tonnellate (cioè il 65% della media del peso delle nuove apparecchiature immesse sul mercato nell'ultimo triennio). Nello stesso giorno, la Commissione Attività Produttive della Camera ha sorprendentemente bocciato due emendamenti al decreto legge “Disposizioni urgenti sulle Materie Prime Critiche di interesse strategico” che avrebbero dato – senza alcun onere aggiuntivo per le finanze pubbliche – un significativo impulso alla raccolta dei Raee, semplificando le regole per i ritiri “uno contro uno” e “uno contro zero” da parte dei negozianti e imponendo ai consorzi che si occupano di Raee di finanziare campagne di informazione dei cittadini.

A darne notizia è un comunicato di Erion WEEE, tra i principali consorzi che gestiscono i Raee intercettati dal circuito legale di raccolta. “Da anni chiediamo allo Stato di semplificare le modalità di raccolta dei Raee, di informare i cittadini e di controllare cosa accade lungo la filiera - afferma Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE –. È davvero paradossale che proprio nel giorno in cui la Commissione Europea accende un faro sul divario che separa l’Italia dai target europei lo Stato italiano perda una straordinaria occasione per far crescere la raccolta dei Raee. Nell’audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera del 2 luglio scorso avevamo proposto di inserire nel decreto legge sulle Materie Prime Critiche alcune modifiche alla normativa attuale che avrebbero consentito di fare concreti e rapidi passi in avanti sulla semplificazione della raccolta e sull’informazione ai cittadini”.

Oggi le attività di raccolta dei Raee siano effettuate dagli enti locali e dai negozianti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, ma non obbliga questi soggetti a consegnare i Raee ai consorzi istituiti dai produttori. Enti Locali e negozianti sono liberi di cedere i Raee raccolti a qualunque azienda in possesso di un’autorizzazione al trattamento di questi rifiuti. Conseguenza di questa impostazione normativa è una enorme “emorragia” di Raee. Ad esempio, nel raggruppamento R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni ecc.) – settore nel quale in circa il 90% dei casi si acquista un nuovo elettrodomestico quando si dismette quello vecchio – a fronte di 253mila tonnellate di nuove apparecchiature immesse sul mercato nel 2023, sarebbe stato logico aspettarsi circa 227mila tonnellate di Raee; invece gli enti locali e i negozianti hanno consegnato ai consorzi dei produttori solo 121mila tonnellate: delle tonnellate mancanti (oltre 100mila) non c’è alcuna traccia. Con un analogo calcolo, nel Raggruppamento R1 (frigoriferi e congelatori – senza prendere in considerazione i condizionatori) risultano altre 50mila tonnellate di Raee che escono dalle case degli italiani, non vengono consegnate ai consorzi dei produttori e spariscono senza lasciare traccia.

In secondo luogo, molti Raee si perdono a causa della scarsa consapevolezza dei cittadini sull’importanza della raccolta differenziata. Il monitoraggio effettuato periodicamente da IPSOS per Erion WEEE rivela che 4 italiani su 10 non conoscono il significato dell’acronimo Raee e 5 su 10 non conoscono l’esistenza del servizio di ritiro “uno contro zero”. La conseguenza di questa insufficiente consapevolezza è che i piccoli Raee restano nei cassetti delle nostre case oppure vengono buttati nella spazzatura indifferenziata.

Erion WEEE ritiene che per contrastare questa duplice emorragia di RAEE e consentire all’Italia di raggiungere i target fissati dall’Europa, lo Stato dovrebbe rapidamente agire su tre fronti: portare la raccolta dei RAEE più vicina ai cittadini, eliminando tutti gli inutili ostacoli burocratici che oggi rendono difficile, sia per i negozianti che per i consumatori, l’adozione di comportamenti virtuosi; effettuare campagne di informazione dei cittadini, spiegando cosa sono i Raee, perché sono importanti e quali sono le modalità per una corretta dismissione di questi rifiuti; potenziare i controlli sul campo, per scoprire dove vanno a finire i “flussi paralleli”, cioè i Raee che non vengono consegnati ai consorzi dei produttori.

Le modifiche proposte da Erion WEEE sono state condivise dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e poi presentate in Commissione come emendamenti dal presidente Alberto Gusmeroli e da Luca Squeri, ma nella seduta della Commissione del 25 luglio sono state ritirate.

“Quanto successo è davvero inspiegabile – continua Arienti –. A maggior ragione se si pensa che le modifiche da noi proposte non avrebbero comportato alcun onere aggiuntivo per lo Stato. Ed è altrettanto inspiegabile che un Decreto Legge sulle Materie Prime Critiche non contenga alcun riferimento ai Raee, vera e propria miniera urbana, il cui corretto riciclo potrebbe invece dare un concreto aiuto a ridurre la dipendenza dell’Italia da Paesi come la Cina e la Russia”.