Mentre il Centro di Coordinamento RAEE diffonde i positivi risultati del sistema di raccolta e trattamento dei RAEE, il Governo - con un articolo contenuto nel Decreto Sblocca Cantieri - paralizza di fatto le attività della filiera, non fornendo gli strumenti normativi necessari e attesi dagli operatori del settore. La situazione è seria al punto tale che tutte le associazioni di categoria si sono unite nell’appello a Governo e Parlamento per sbloccare il riciclo dei rifiuti. Un bastone tra le ruote dell' economia circolare messa in atto dai sistemi di raccolta e recupero di tutte le tipologie di rifiuti, tenuti a rispettare una normativa del 1998 che non contempla materiali e tecnologie oggi disponibili.
Nel 1998 i RAEE non esistevano
La normativa del 1998 a cui il sistema è tenuto a riferirsi non contiene il termine RAEE: vengono citati “rottami elettrici ed elettronici”, oppure “apparecchi domestici, apparecchiature e macchinari post-consumo”. Il trattamento previsto per queste categorie si limita al disassemblaggio dei componenti e materiali con recupero dei componenti metallici e non. Nel D.M. 5 febbraio 1998 non sono previste indicazioni per: il vetro cono, il vetro pannello e il vetro delle lampade. I rifiuti in vetro costituiscono il 60% dei rifiuti dei TV e monitor e il 90% dei rifiuti provenienti dalle sorgenti luminose. Non è compreso il poliuretano, le plastiche miste e il silicio: i rifiuti di poliuretano costituiscono circa il 15% in peso di frigoriferi, condizionatori e altre apparecchiature simili; i rifiuti in plastica sono circa il 20% dei TV e monitor e il 30% dei rifiuti provenienti da IT. E non si parla di rigenerazione o di seconda vita dei RAEE (dati Circular Economy Network). Il risultato è che gli operatori non sono burocraticamente più autorizzati a trattare materiali non contemplati dalla norma. Insomma, i sistemi collettivi vengono catapultati drammaticamente indietro di 30 anni, mentre invece erano pronti e in attesa di regole per la “end of Waste”, cioè la regolamentazione che definisce i rifiuti e il risultato del loro trattamento come materiali, e ne consente l'uso.
Il sistema è efficiente, la normativa mortificante. A pagare è il cittadino
Suona amaro, pertanto, riportare i dati diffusi dal Centro di Coordinamento RAEE riguardo ai risultati di raccolta e trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici per il 2018 e per il primo semestre 2019. Descrivono una filiera che migliora i suoi processi di anno in anno, alla rincorsa degli obiettivi fissati dalla Comunità Europea e sempre alle prese con difficoltà di vario genere (ne abbiamo parlato nell’articolo “Viaggio nel mondo RAEE…”). Riportiamo di seguito i risultati di raccolta RAEE: che siano di buon augurio per sbloccare la situazione.
Nel 2018 la filiera di raccolta e trattamento RAEE ha lavorato 421.344 tonnellate, pari al 42,84% delle oltre 983.000 tonnellate di apparecchi elettrici ed elettronici AEE mediamente immessi sul mercato e dichiarati al Registro AEE ogni anno (media del triennio 2015-2017). Il dato è positivo, ma ancora inferiore al target fissato dall'Europa del 45%. Ed è ancora lontano da quel 65% indicato dalla UE per il 2019.
Sul totale raccolto nel 2018, il 75,20% (316.864 tonnellate) proviene da RAEE domestici, mentre il 24,80% (104.480 tonnellate) da RAEE professionali. I dati evidenziano un incremento del 10,14% di rifiuti elettrici ed elettronici trattati rispetto al 2017. Per quanto riguarda i RAEE domestici, cresce il raggruppamento grandi elettrodomestici bianchi (R2), + 15% rispetto al 2017, e quello di freddo e clima (R1) con un + 2,3%. Calano i tv e monitor (R3): -3,62%. Nel primo semestre 2019 cresce l’elettronica di consumo (gruppo R4) con un +17% rispetto al 2018. Aumentano grandi bianchi nonché freddo e clima, con trend di crescita interessanti, rispettivamente +11% e +8%, corrispondenti a 53.331 e 39.893 tonnellate di RAEE avviate a corretto smaltimento. È invece più contenuta (+4%) la crescita delle sorgenti luminose per un totale di 1.073 tonnellate. In linea con le aspettative, infine, è in decrescita il gruppo R3 monitor e tv (-1% pari a 27.719 tonnellate), effetto della sostituzione dei televisori a tubo catodico con i più leggeri schermi piatti. Al conseguimento di questi incrementi, in particolare modo del raggruppamento di elettronica di consumo (R4), ha senza dubbio contribuito la campagna di comunicazione nazionale promossa dal Centro di Coordinamento avviata all’inizio dell’anno e che ha visto coinvolta per la prima volta la Tv, oltre a radio e digital. A questa si affianca la costante attività di sensibilizzazione destinata a diffondere e a promuovere la cultura della raccolta dei RAEE.