Oggi vogliamo toccare un argomento veramente universale, caro a tutti, molto importante per la vita del nostro amato e odiato telefonino: la sua carica. Al contrario di quanto si possa pensare, si tratta di un tema decisamente complesso e sfaccettato perché esistono molte cose da analizzare e prendere in considerazione.
Partiamo però dal principio. Le attuali “pile” dei telefonini sono costruite con dei multistrati arrotolati composti da accumulatori a ioni di litio, una tecnologia estremamente più efficiente e meno problematica della precedente, quella del Nichel-Cadmio che soffriva del famoso “effetto memoria”.
Le batterie attuali, infatti, non hanno necessità di essere ricaricate per forza quando arrivano completamente a zero percentuale, ma anzi, è fortemente consigliabile non farle mai scendere sotto il 10% di autonomia e metterle in ricarica prima che scendano sotto questo livello. Azzerare totalmente la carica di un telefono potrebbe risultare dannoso sia per la batteria che per il telefono stesso, facendogli terminare anche quel minimo di energia utile a riaccenderlo.
Sebbene, come detto, gli attuali telefoni alimentati al litio non soffrano di questo problema, almeno la prima volta e una volta ogni venti/trenta cicli è bene caricarli fino al 100% per tarare il sensore che “legge” la carica rimasta. Quindi la prima ricarica dello smartphone va eseguita in modo corretto, dopodiché si può iniziare a farla quando preferiamo senza problemi.
La loro autonomia è di circa un giorno ed è misurata dal consumo dei milliamper/ora (MhA) spesso indicato nel cartellino delle specifiche tecniche che trovate in negozio o nella scatola del prodotto. Un mito da sfatare è che necessariamente a un maggior amperaggio corrisponda una autonomia superiore: niente di più fuorviante e sbagliato.
I telefonini sono calibrati sulla loro batteria mirando all'obiettivo di rimanere attivi dalla mattina alla sera tenendo conto di tantissime caratteristiche: il consumo del processore, il consumo della GPU, la risoluzione dello schermo, in generale una ottimizzazione migliore dell'hardware permette al telefono di stare acceso più a lungo. Quindi, un apparecchio con 3000MhA potrebbe avere più autonomia di uno da 4000MhA, se quest'ultimo “consuma” di più. Pensiamo alla capacità dei MhA della batteria di uno smartphone come alla grandezza di un serbatoio di un’auto. Una macchina potrebbe avere più capacità di immagazzinare litri di benzina, ma se consuma il doppio di un'altra che ha un serbatoio più piccolo, quest'ultima potrebbe avere più Km di autonomia. Ci sono molte funzioni del telefono che tendono a drenare i milliamper della sua batteria, ed è bene controllarli e disattivarli in caso non ci servano veramente: vibrazione, GPS, bluetooth, NFC sono quelle più comuni che quasi tutti teniamo accese senza reale necessità. Vi basterà andare nelle impostazioni dell'apparecchio e disabilitarle tutte per ottenere così una vita decisamente più lunga del telefono.
In molti lamentano il fatto che queste batterie durino pochi anni. Considerate che il litio è predisposto per avere circa 1000 cicli di ricarica, ovvero una durata di 3 anni in caso caricaste il dispositivo una volta al giorno, dopodiché potrebbe “morire” all'improvviso. Ma questa ovviamente è la durata media, se la batteria è conservata e utilizzata in modo ottimale.
Quali sono i cattivi comportamenti che la fanno deteriorare? Pensate che il nemico numero uno del litio è il calore. Una giornata di esposizione a fonti di calore eccessive deturpano le sue potenzialità di circa l'1%. E' quindi fortemente sconsigliato lasciare lo smartphone in auto sotto il sole, appoggiarlo vicino a caminetti, termosifoni, lavastoviglie e tutto ciò che ha una temperatura sopra i 50 gradi. Uno degli acerrimi nemici delle batterie sono le borse da donna, dentro le quali - soprattutto d’estate - si raggiungono temperature da ebollizione. Le borse, quelle scure in modo preponderante, fungono da catalizzatore dei raggi solari e al loro interno creano un microclima torrido che fa letteralmente impazzire gli ioni di litio (vi è mai capitato di vedere una batteria gonfia?).
Un altro comportamento da evitare è quello di attaccare al vostro telefonino qualsiasi cavo o caricatore. Ogni dispositivo deve avere la sua corretta alimentazione e giusto amperaggio. I moderni smartphone capaci di carica rapida sono predisposti per wattaggi superiori alla media e non soffrono di complicazioni, ma al contrario utilizzare un caricabatteria con watt molto alti su telefoni normali non farà altro che surriscaldarli, facendo degradare la batteria al loro interno.
Sono da evitare anche caricabatterie troppo economici: al loro interno non sono presenti schermature di protezione per l'alimentazione del telefono e i cavi dove passa l'energia sono molto sottili, con la conseguenza che potrebbero creare micro-cortocircuiti che innescano a loro volta un surriscaldamento fatale. Stesso discorso per i caricatori universali: meglio utilizzarne uno specifico per il nostro modello per evitare di stressare la batteria con wattaggi non adeguati.
Caricare lo smartphone senza cavo, al contrario, è una ottima idea se il telefonino è predisposto. La carica avverrà senza rischi di surriscaldamento e in modo ottimale. Il caricatore wireless, se originale o di buona fattura, non rovina la batteria del vostro dispositivo. Si può anche caricare lo smartphone direttamente dal PC, utilizzando il cavo USB in dotazione. In questo caso la ricarica sarà molto lenta a causa della scarsa “potenza” dell'uscita USB del computer, quindi sostanzialmente innocua.
Stesso discorso per le powerbank, dal wattaggio molto basso e quindi sicure. Le migliori powerbank sono quelle che hanno una potenzialità di MhA adatta al nostro apparecchio. Facciamo qualche esempio. Se la batteria del nostro dispositivo è da 4000 MhA, per avere un ciclo di ricarica completo al 100% dobbiamo partire da quel valore, ragionando a multipli per capire quante volte si potrà arrivare alla carica completa. In questo caso una powerbank da 4000/5000 MhA genererà elettricità sufficiente per un ciclo completo, mentre se puntiamo a farlo ricaricare per due volte dobbiamo quindi raddoppiare l'amperaggio, acquistando una powerbank da almeno 10.000 MhA.
Da questo punto di vista non ci sono differenze tra l'utilizzo di una powerbank per iPhone o per un telefono android, visto che le batterie sono costruite e reagiscono allo stesso modo in entrambi i dispositivi.
Concludendo, il litio soffre principalmente il problema del calore, niente altro. Seguendo questi pratici consigli e tenendo il vostro dispositivo lontano da temperature troppo elevate, la sua batteria e relativa autonomia vi ringrazieranno e finalmente faremo pace con i nostri telefonini sempre scarichi. E vissero felici a contenti!