Mercoledì, 10 Luglio 2019 10:58

Perugia, a spasso in bicicletta dentro il negozio

Il 13 giugno scorso abbiamo visitato i punti vendita Unieuro e Euronics, entrambi in via Settevalli, e Expert nella frazione di Ponte Felcino.

Una vera gioia quel grande ventilatore all’ingresso del negozio nel bel mezzo di un’estate appena scoppiata. Mi dà il benvenuto nel negozio Euronics di via Settevalli a Perugia. è il 13 giugno e sono le undici in punto. Gli addetti invece neanche mi notano. Dopo pochi passi, in un negozio rettangolare tutto esteso in larghezza, ecco due coppie di lavatrici, LG e Beko affiancate, Electrolux e Samsung dietro. E subito dopo un gigantesco tv Sony con tanto di divano. Ma è troppo presto per riposarsi. La musica nell’aria si fonde con quella dei televisori, noto cartellini prezzo scarni, tranne che nei comparti di frigo e microonde.

Il prodotto migliore è quello giusto per te
Sondo il reparto climatizzatori. La commessa mi accoglie con simpatia, chiarendo il concetto più importante: non esiste il prodotto migliore, ma solo quello che fa al caso tuo. Dipende dalla metratura, dall’esposizione dell’appartamento e dalla disposizione delle stanze. Non parla di prezzo, ma di marchi: si va dal più economico Beko a Mitsubishi e Rex fino a Daikin che è il più venduto, ed è l’unico a fare sia il climatizzatore che il gas refrigerante. Anzi, il gas lo fa anche per gli altri brand. Sono tutti di plastica e non si possono incassare nel muro giacché devono essere arieggiati, spiega sicura. Però è meglio sentire un installatore. Ho bisogno di un “nominativo”? Certo, ci sono anche i modelli senza unità esterna di Olimpia Splendid, dice abbassando la testa. Ma li abbiamo terminati (continua serrando i denti in una smorfia), e poi costano intorno ai 1200-1300 euro l’uno. Guarda quello che hanno messo i tuoi vicini se non puoi mettere quelli classici, ma comunque i climatizzatori con le macchine esterne lavorano meglio e hanno una resa migliore. Mi avvio verso l’area tv con la sensazione di essere il ragno nel buco. L’effetto cinema è da capogiro tra led e Oled che sembrano quadri in movimento. L’addetto va subito al sodo, senza buongiorno né altri salamelecchi: se vuoi Samsung prendi questo Samsung, indicando un modello da 549 euro. Oppure LG da 499. Ho anche delle sottomarche, Hisense è a 399. Sparati i prezzi si ammutolisce. Cosa mi consiglia? Senza dubbio i coreani, risponde, perché sono in offerta e di marca. Di poche parole, lascia le curiosità in pasto al silenzio, coi Dire Straits in sottofondo ad alleviare un po’ l’imbarazzo. Si allontana senza un cenno quando un uomo lo interpella da lontano. Torna, lento e timido, e scopriamo che quei tv appena consigliati sono modelli fine serie 2018 e pure di fascia bassa. Le caratteristiche sono uguali a quelle dei nuovi modelli, rassicura. Cambia il pannello, a volte la struttura, i tv di fascia bassa hanno materiali più scadenti e fragili, con la plastica al posto dell’alluminio. Conosce le tecnologie, ma tante parole gli restano imprigionate tra i denti. Interrogato sulla qualità di led e oled passa dal silenzio al sarcasmo: “Abbi pazienza, la differenza si vede, poi per un tv l’immagine è tutto. ’Ste cose si pagano!”. Non lo metto in dubbio, e infatti in quel negozio non spenderei uno spicciolo. Conquisto l’uscita tra lineari ordinati e qualche cartaccia a terra. Particolare di poco conto, dopo la “customer experience” nei tv. A pochi passi da Euronics, sempre in via Settevalli a Perugia, c’è Unieuro. Appena entrati accarezzo con lo sguardo l’espositore di ciabatte da mare seguito da tre bici fiammanti da passeggio. Ma non eravamo in un negozio di elettrodomestici? Ma certo, ecco il box della telefonia e il reparto stiro. Ci fiondiamo proprio lì. Tradizionale o a caldaia? si informa il giovane commesso. A caldaia le prestazioni sono superiori, il vapore è maggiore e la stiratura senza interruzioni, spiega infilando parole con precisione. La piastra in ceramica è da preferire rispetto a quella lucida perché distribuisce meglio il caldo e... non brucia i panni sintetici. Legge il mio leggero sgomento e si corregge: non si può dire che li bruci davvero, è solo che fa diventare lucidi certi tessuti sintetici come le tute in acetato. Consiglia un Philips a caldaia dotato di sensori che rilevano la tipologia di fibra mentre stiriamo. Altrimenti Bosch e Rowenta. E De’Longhi? No, meglio Philips, risponde sicuro, ché il marchio di Treviso è più classico, e poi almeno non c’è bisogno di aspettare che la caldaia si raffreddi prima di rabboccarla d’acqua. Si entusiasma, anzi, gli brillano gli occhi mentre parla della stiratura in verticale, quella per tende e abiti appesi. Che sia finita la generazione dei mammoni pappa pronta-camicetta stirata? Ma vediamo che avventura ci attende nel mondo dei tablet.

“Venga a provare la bici”
Scheda o wifi?, domanda solerte un altro giovanissimo addetto. Sorride, saluta e dà del lei prima di suggerire un modello Huawei di fascia media. Permette di fare un po’ di tutto, spiega: musica, video, film, posta elettronica, ma di lavorarci no. Meglio evitare un modello Mediacom, incalza: potrebbe bloccarsi, si chiudono le applicazioni e va riavviato di frequente. Il browser si chiude e tocca fare la ricerca da capo. Colpa dei processori cinesi Mediatek. Le funzioni ci sono, ma la qualità così così. Molto buoni gli altri marchi orientali, Lenovo e Samsung, suggerisce. Ma il migliore per rapporto qualità/prezzo è Huawei. A proposito, con 279 euro mi porterei a casa un tablet 2019 con schermo full HD, memoria da 32 giga, buone fotocamere e 3 giga di ram. Con tanto di sorpresa: una bicicletta in regalo. Bianca, nera o verde acqua, che da sola costerebbe 199 euro. “Venga, la può provare se vuole”. Toglie il cavalletto come se aprisse il predellino di una carrozza e mi invita a salire. Ha anche il cestino per la verdura, penso mentre lo ascolto raccontare dei nuovi ammortizzatori, del sellino imbottito, della possibilità di piegarla per portarla in vacanza. Ed eccomi in viaggio alla scoperta del negozio da una prospettiva diversa, col naso in su, girando tra gli scaffali ben fatti (e distanziati) sulle mie due ruote prese in prestito. Che bella giornata! Speriamo di non farcela rovinare da Expert, in via Val di Rocco, sempre nella città umbra, frazione Ponte Felcino. Sono le 15,45, il negozio è semi deserto e ci avventuriamo tra i frigoriferi. “Prendi il nuovo Hisense” è il consiglio fulmineo e perentorio: è una nuova colorazione grigio scuro e pure anti impronta, ha il cassetto a zero gradi, e con la promozione del 25% sugli elettrodomestici oltre una “certa” cifra c’è uno sconto di 200 euro. Il marchio cinese è emergente in Italia, indica l’addetto, ed è stato sponsor dei mondiali di calcio in Russia.

Soffia col naso: segno di insofferenza?
Altrimenti un LG andrà benissimo anche se non ha il cassetto a 0° C. Ariston è più rumoroso, senza motore Digital Inverter, e Whirlpool ha un display che mostra eventuali anomalie. Estetiche a parte, Samsung, Hisense e LG fanno la storia del comparto, chiarisce: in Italia non c’è quasi più niente tranne Bompani, unico prodotto nello Stivale col suo design anni ’50. Il top resta Miele, con motori e isolamenti nati per durare vent’anni. è sicuro e paziente e si merita una domanda trabocchetto: quale modello non compreresti mai? E lui, a bruciapelo: li puoi comprare tutti perché sono tutti di qualità. Promosso. Ed eccoci infine tra le scope ricaricabili, dove la gioia guadagnata nel freddo si stempera in un secondo. Le scope sono tutte qui, mostra il commesso, e i prezzi vanno da 119 euro in su. Non è di molte parole ma il messaggio è chiaro: Dyson è sinonimo di potenza, autonomia, tecnologia. Su tutti i modelli splende il top di gamma V10, superaccessoriato. Di qualità, insiste, ci sono solo le Dyson. Rowenta, Polti e De’Longhi viaggiano su un livello di gran lunga inferiore. Hoover invece non è un granché: ha spazzole più piccole, un’aspirazione più scarsa, e per pulire bene servono molti passaggi, anche se gli ultimi modelli hanno filtri che non si intasano. Il motivo? è ciclonica, quindi ha un solo giro, mentre quelle a vortice ne hanno diversi. Non mi guarda mentre parla e soffia intanto col naso. Che gli sia finita l’autonomia (della pazienza)? Si gira di lato come per andarsene. Messaggio ricevuto, mi defilo. E solo adesso, con lo sguardo basso e i pensieri sconsolati, mi accorgo del pavimento segnato, delle sue macchie arancioni e di quelle scure illuminate da vecchi neon, dei lunghi scaffali in basso desolati, abitati da qualche rara scatola di traini e ferri da stiro. Viene voglia di sciacquarsi il viso per svegliarsi da un brutto sogno. Ma in bagno il sapone è finito, e sotto al lavello un secchio raccoglie le gocce d’acqua che scendono al ritmo dei secondi. Quelli che mancano per fuggire di lì più in fretta possibile. (s.c.)