Giovedì, 06 Giugno 2019 16:50

La traversata del deserto di MediaWorld

Il nuovo spot tv e ciò che per noi significa o dovrebbe significare.

Il board di MediaWorld con al centro il Ceo Guido Monferrini. Il board di MediaWorld con al centro il Ceo Guido Monferrini.

Abbiamo visto il nuovo spot di MediaWorld (http://bit.ly/2Wl39f0), e alcuni concetti ci sono frullati nel cervello.

Primo. In un mercato dove la comunicazione tende a essere tutta uguale (prezzo e sottocosto, sottocosto e prezzo), e lo è da anni, le insegne devono (devono, non possono) assumere una loro originalità. E l’originalità parte necessariamente da una identità. Se ce l’hai, potrai essere originale e attirare l’attenzione. Se non ce l’hai, ti omologhi e diventi sostituibile. Mediaworld - che aveva perso la sua identità - lo ha capito ora, e comincia a comunicare se stessa. Puntando tutto sulla fiducia che dovrà far nascere (o ri-nascere) nei consumatori. Troppo tardi? Ancora in tempo utile? Lo vedremo. Intanto lo fa e inizia la sua traversata del deserto. Ciò è positivo per sé e dunque anche potenzialmente per il mercato nel suo complesso.

Secondo concetto. Uno spot non fa primavera. Nel senso che non è sufficiente per invertire la rotta di un transatlantico come quello di MediaWorld. Serve altro. Serve che si continui a comunicare con regolarità costante e in modo attraente la “M” rossa. Quindi servono investimenti. Tanti. In una sola direzione: la “M” rossa, appunto. Perché solo così arrivi e resti nella testa dei consumatori. Lo slogan “Fatto apposta per me” è diretto, essenziale e “ingaggiante” verso i consumatori, come direbbe un uomo di marketing. Se verrà ripetuto all’infinito con un racconto coerente con il suo significato, sarà vincente. Se girato l’angolo, l’azienda si perderà dietro a questa o a quella promozione saranno soldi buttati e altro tempo perso.

Terzo concetto. Di importanza almeno pari a quelli precedenti: la preparazione degli addetti nei negozi. La vera distinzione, e dunque l’identità più genuina, la possono garantire loro nei punti vendita alzando e chiudendo la saracinesca ogni giorno. Se sono motivati e formati in modo coerente con l’obiettivo della campagna, rappresenteranno la chiave di volta per portare MediaWorld a superare il suo deserto. Ma anche qui ci vogliono tempo e soldi, con in più manager credibili agli occhi dei propri dipendenti.

In conclusione, il nuovo spot ci piace perché va a toccare quei temi che nel nostro minuscolo abbiamo sempre cercato di difendere e affermare. Ma siamo solo all’inizio della traversata. (g.g.)