A parte acqua e cibo, di tutto si può fare a meno. Nella realtà - e specialmente ora - la nostra quotidianità conta su frigorifero, lavatrice, e tutti quegli apparecchi che ci permettono di mantenere la vita a un livello di qualità cui siamo mediamente abituati. Se pensiamo a smartphone, tablet e Pc, ora sono proprio indispensabili per chi lavora da casa, per chi studia, e anche per mantenere contatti sociali, fuori delle mura domestiche. In questo momento, i piccoli rivenditori presidiano in lungo e in largo il nostro territorio: sono i negozi di prossimità dell’elettronica di consumo. Tutt’altro che scoraggiati, per ‘servire il cliente’ utilizzano i canali social, con iniziative di “e-commerce experience” sorprendenti. Osservano orari ridotti di apertura al pubblico - la gente deve stare a casa - ma sono reperibili tutto il giorno per far fronte alle richieste, cercando il giusto compromesso fra le necessità dei clienti e la sicurezza reciproca. Abbiamo contattato alcuni di questi piccoli imprenditori: ecco come stanno lavorando ‘al tempo del Coronavirus’. Questa è la prima puntata, ne seguirà una seconda.
Giotta in Puglia
Partiamo dalla testimonianza di Giotta Elettrodomestici, impresa di famiglia gestita da Francesco Giotta, figlio di Piero, che l’ha fondata negli anni ’90. Il negozio si trova a Castellana Grotte, in provincia di Bari. Fin dall’iniziale momento di confusione, Giotta ha deciso di rimanere aperto, anche se, come afferma: “Il mercato si è molto ridotto”. E come si lavora se la gente non esce di casa? “Siamo operativi sui servizi di assistenza - racconta -, ma facciamo anche alcune vendite, qualche lavatrice e qualche ‘piccolo’ per la cucina. Contattiamo il cliente in videochiamata su Whatsapp, e gli presentiamo il prodotto che gli serve”. Racconta come la gente si stia abituando a questo nuovo modo di comprare. Si tratta di prodotti di sostituzione, l’acquisto cosiddetto di impulso è fermo, non c’è la voglia. Qualcuno visita il negozio dove “gli addetti stanno con guanti e mascherina, a debita distanza - tiene a precisare Giotta -, ma è circa il 10% rispetto a prima, in gran parte in cerca del prodotto urgente. Solo in un caso ho invitato un perditempo a tornare responsabilmente a casa, non so se ho fatto bene, ma credo di sì”. Giotta consegna e installa a domicilio i prodotti venduti, mentre, per le richieste di assistenza, spiega: ”Dopo aver cercato di risolvere i problemi via telefono, ci rechiamo sul posto quando proprio non è possibile rimandare. In ogni caso osserviamo rigorosamente le misure di sicurezza, proteggendoci con guanti, mascherine e disinfettanti, per la sicurezza nostra e anche dei nostri clienti”. Giotta ci racconta che nel suo paese si vive una certa tranquillità, ma non è così dappertutto: “Sono in contatto via chat con altri punti vendita, pugliesi e calabresi. Molti segnalano che i clienti non ricevono i tecnici in casa”.
Elia in Sicilia
Elia Elettrodomestici, a Castelvetrano in provincia di Trapani, pubblicizza online su una testata locale il nuovo modo di gestire le attività del negozio. “Pensiamo - leggiamo dal post - a quelle persone che sono costrette ormai da settimane a non poter uscire di casa, che magari hanno un problema con gli elettrodomestici o con i sistemi di telefonia”. Perciò il negozio rimane aperto dalle 9 alle 13,30, ed è stato attivato un servizio di vendita e consulenza tramite videochiamata, ”consapevoli - si legge nell’annuncio - dell’importanza del servizio per il buon funzionamento di tutto l’apparato elettrodomestico”. Simone Elia, titolare, nipote e omonimo del fondatore, ci racconta: “C’è pochissima gente in giro. Siamo un negozio di vicinato, qui dagli anni ’50. Sta succedendo come tanti anni fa, quando i clienti chiamavano in negozio e compravano su nostro consiglio. Dopo i primi giorni di telefonate, ho pensato di gestire queste richieste tramite social, con videochiamate su Whatsapp, così diamo la possibilità al cliente di seguire la vendita come se fosse in negozio. L’idea è piaciuta, i clienti comprano anche così”. Elia non presta in proprio il servizio di assistenza, collabora con un centro assistenza, ma lo gestisce direttamente. “È una delle nostre armi per poter andare avanti - chiarisce -, per distinguerci dalla distribuzione organizzata. Per qualunque brand, per i nostri clienti siamo noi in prima persona a rispondere su ogni cosa, anche adesso”. Tutti i collaboratori dell’azienda (sette) osservano rigorosamente le prescrizioni di sicurezza. In più, racconta Simone: “Ho fatto realizzare uno schermo di plexiglas che l’addetto tiene in mano davanti al cliente che entra in negozio, per salvaguardare l’empatia che nasce guardandosi in viso, così sia venditore che cliente si sentono più a loro agio. Il negozio, aperto per disposizione comunale la mattina, via social è disponibile sempre. Cosa vendiamo? Televisori e lavatrici di sostituzione, mentre abbiamo notato un certo aumento di richiesta per tagliacapelli e prodotti per la pulizia della casa, e dei piccoli elettrodomestici da cucina, come fornetti e impastatrici”. In ogni caso Simone Elia, come ha scritto nel suo annuncio, raccomanda tutti di “valutare coscienziosamente le proprie condizioni di salute. Mettiamo al primo posto la tutela della salute dell’intera comunità”.
Martinelli in Trentino Alto Adige
“Siamo vicini a Madonna di Campiglio, quindici giorni fa sulle piste da sci c’erano ancora tantissime persone”. A parlare è Luca Martinelli, titolare del negozio omonimo a Ponte alle Arche - Comano Terme -, in provincia di Trento. “In paese - racconta - ci sono molte seconde case, che ora si sono riempite”. Vicino a un supermercato food, il negozio apre tre giorni e mezzo alla settimana, prevalentemente di mattina, momento di maggiore affluenza per la spesa. In zona è molto sfruttato anche il servizio di consegna gratuita della spesa stessa, a seguito di un accordo tra la Provincia e le varie famiglie cooperative (una forma associativa tipica della zona, ndr) per calmierare i prezzi ed evitare il più possibile speculazioni, che comunque su mascherine e sanificanti si sono verificate. E per quanto riguarda gli elettrodomestici, com’è la situazione, chiediamo? “Ci sono molte richieste realtive alla connettività - racconta Martinelli -, sono tanti quelli che lavorano in smart working e anche tanti bambini che seguono lezioni online, e in negozio sono molte le vendite sulla telefonia”. Martinelli viene chiamato anche per le riparazioni e, dopo aver accertato telefonicamente il problema, “quando è necessario - racconta - ci accordiamo per andare a ritirare l’apparecchio fuori dalla casa del cliente. Siamo a disposizione via telefono indipendentemente dagli orari di apertura e cerchiamo di rispondere a tutte le richieste. Gli acquisti di nuovi prodotti non sono tantissimi, effettuiamo la consegna a domicilio nei casi in cui il cliente non sia in grado di venire a ritirare il prodotto, prestiamo davvero molta attenzione alla sicurezza nostra e dei clienti, ad esempio sanifichiamo gli imballaggi plastici prima di consegnare il prodotto”. Quello di Martinelli è l’unico negozio di elettrodomestici della zona. “Il contatto con i clienti avviene anche tramite messaggio Whatsapp - racconta -, ma sono parecchie le persone che si spostano per venire a fare la spesa vicino a noi, è l’unico punto della zona con un assortimento completo”. Martinelli tiene a prestare il miglior servizio, preservando la sicurezza di tutti. “Cerchiamo di limitare il rischio al massimo, diamo priorità alle categorie più deboli come gli anziani, magari soli. Dopo i sanitari, anche noi o i lavoratori dei supermercati che lavorano per mantenere un minimo di qualità di vita siamo esposti a un rischio superiore agli altri. Certo: di tutto possiamo fare a meno, tranne che mangiare e stare bene. Però penso che anche mantenere i contatti umani sia necessario. E se adesso non lo si può fare fisicamente, è importante mantenerlo almeno con una relazione digitale. Ci sono molte famiglie con figli e parenti lontani, che hanno la necessità di stare in contatto con i propri cari. In questo senso, il nostro diventa un servizio primario. Magari qualcuno ancora lo sottovaluta”. (l.c.)