Venerdì, 28 Luglio 2023 19:04

Il settore dell'elettronica ha bisogno (anche) di donne ingegnere

Mancano profili professionali e la situazione è aggravata dal luogo comune che vuole il genere femminile inadatto a incarichi tecnici e scientifici. Ma i dati raccolti dalla Società Italiana di Elettronica sconfessano questo falso mito.

Sia chiaro, è il settore dell'elettronica che fa muovere il mondo: senza potremmo dire addio a Internet, all’Intelligenza Artificiale, ai Big Data. Insomma alla base della rivoluzione digitale c’è materialmente questa disciplina: sono gli ingegneri elettronici a progettare i componenti e i chip, i microprocessori, che fanno funzionare i nostri smartphone, i computer, che rendono possibile l’interazione uomo-macchina, le smart home e le smart cities, insomma la rivoluzione digitale. Ma ancora, nell’era digitale, un certo retaggio culturale vorrebbe le donne fuori da certi ambiti, quali ingegneria, fisica matematica, perchè considerate poco inclini a certi studi e a certi ruoli. Con il risultato che, semplificando molto, da generazioni i maschi sono diventati ingegneri e le femmine professoresse. E ci troviamo ad avere solo il 15% di donne laureate in ingegneria elettronica, una minoranza, così come in tutte le discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Eppure, l’Elettronica avrebbe bisogno di una maggiore presenza femminile: ad affermarlo è la Società Italiana di Elettronica (SIE), associazione no profit che promuove attività di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico nel settore. E il motivo è perché le donne nelle discipline STEM sono mediamente più brave, ottengono voti di laurea superiori (104.2 su 110 rispetto a 102.3 media maschile); concludono più spesso gli studi nei tempi previsti (57,6% contro 53%). Purtroppo, la questione di genere peggiora la carenza di profili professionali di cui il settore tecnologico ha bisogno; non è un problema solo italiano, lo condividiamo con altri ‘insospettabili’ paesi come Spagna, Regno Unito Germania e Grecia.

Cercasi disperatamente

Indicativamente ogni anno sono disponibili per il mercato del lavoro italiano meno di 1000 neolaureati in ingegneria elettronica, ma la domanda delle aziende è più del doppio, e superiore a tutte le altre specializzazioni dell’ingegneria che oggi sostengono la rivoluzione digitale. Nonostante la crescita delle opportunità di lavoro, in media solo il 26% del totale dei laureati nei paesi europei sopra considerati si dedica agli studi tecnico-scientifici, con la Germania più virtuosa ( 36,8% sul totale, il 19,2% donne) e l’Italia al terzultimo posto con il 24,5% di laureati tecnologici rispetto a tutti i diplomi (14,5% di donne). Significa che, indicativamente, quasi la metà, o forse più delle offerte di lavoro in questo settore rimane insoddisfatta o fatica a trovare candidati. Con la rivoluzione digitale in atto, è una situazione che compromette la crescita e lo sviluppo del Paese.

Falsi miti, stereotipi e ignoranza remano contro le STEM

Oltre al pregiudizio di genere che, come abbiamo visto, è un’aggravante del problema, altri falsi miti scoraggiano in modo trasversale la scelta di un percorso di studi STEM. Già dalle scuole superiori, infatti, la transizione verso lauree scientifiche viene considerata difficile almeno nel 30% dei casi: in particolare, quasi il 42% degli studenti e quasi il 41% di chi non studia e non lavora (i Neet - Not in Education, Employment or Training) lamenta la mancanza di figure che aiutino un corretto orientamento nella scelta della facoltà universitaria. In mancanza di una guida, i ragazzi si affidano ai consigli della loro rete sociale: amici, familiari e conoscenti che generalmente si basano sulle proprie esperienze e non su informazioni oggettive e aggiornate, condizionati magari da vecchi stereotipi secondo cui le materie scientifiche (oggi STEM) sono più difficili e richiedono più tempo e risorse economiche. Per le ragazze si aggiunge il pregidizio di genere: difficolta degli studi, contesti lavorativi maschilisti, competenze professionali poco interessanti e, addirittura, per quasi il 40% delle ragazze, dubbi circa le capacità personali, sono le argomentazioni più adottate per dissuaderle dall’intraprendere il percorso di studi. Nel caso ci fosse necessità di una prova dell’inconsistenza di certe discriminazioni, SIE ha intervistato 250 laureate in Ingegneria Elettronica (60% laurea triennale; 40% magistrale) provenienti da 18 differenti Atenei italiani. È emerso che la stragrande maggioranza delle ragazze intervistate aveva già a scuola un forte interesse per materie quali la matematica e la fisica. Le ingegnere provengono per i due terzi dal Liceo Scientifico, ma anche da studi classici o tecnici e il 70% di loro ha avuto un rendimento scolastico tra ottimo ed eccellente: il 93% delle intervistate si dichiara soddisfatta della scelta.

Promuovere gli studi tecnico-scientifici, per tutti

Per orientare gli studenti e favorire l’approccio a discipline STEM bisogna agire sul contesto culturale e sociale, presso le scuole e le famiglie, favorendo un percorso di conoscenza e amplificando adeguate informazioni sulle materie e le opportunità che questi percorsi formativi possono offrire. Un’iniziativa utile a questo obiettivo è l’Osservatorio STEM, di Fondazione Deloitte, nel 2022 alla sua seconda edizione: mira a identificare soluzioni concrete per sostenere le scelte di studenti e studentesse verso questo percorso di studi. Mentre è rivolta ai ragazzi l’iniziativa della Società Italiana di Elettronica, che ha lanciato una campagna di comunicazione e informazione per aumentare il numero di immatricolati ai corsi di laurea in Ingegneria Elettronica, soprattutto tra le ragazze. Un obiettivo che l’associazione si prefigge di raggiungere lavorando in stretta sinergia anche con le aziende che operano sul territorio nazionale, per rafforzare la diffusione di una corretta informazione riguardo a queste figure professionali, strategiche per il Paese. Diventare una ingegnera elettronica, e supportare una ragazza in questa scelta, è un buon modo per contrastare un luogo comune e gettare le basi di una visione di crescita e di futuro professionale che prescinda dal genere di appartenenza. Per chi ha figli e figlie alle scuole medie superiori, sarà interessante leggere “L’Elettronica inventa il tuo futuro”, l opuscolo realizzato da SIE per la sua campagna informativa, con le informazioni essenziali su questa disciplina, e sul ruolo dell’elettronica nel delineare il nostro presente e l’evoluzione del nostro futuro.(l.c).

Fonti:
SIE Società Italiana di Elettronica - Chi ha detto che l’Elettronica non è roba da ragazze?
Osservatorio STEM “Rethink STE(A)M education – A sustainable future through scientific, tech and humanistic skills” promosso da Fondazione Deloitte e dal Programma di Politiche Pubbliche di Deloitte.