Il Centro di Coordinamento RAEE ha presentato il Rapporto Gestione RAEE 2021. Il primo elemento da evidenziare è che il dato indicativo della raccolta (calcolato in percentuale rispetto alla media in peso delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nel triennio precedente), pari al 34,56%, anche per il 2021 è ben lontano dall’obiettivo del 65% fissato dalla Comunità Europea, ed è in calo rispetto al 36,80% dell’anno precedente, a conferma del trend di decrescita degli ultimi tre anni. Una diminuzione percentuale in relazione matematica con la forte crescita dell’immesso AEE sul mercato nel triennio di riferimento (2018-2020), pari a una media di oltre 1.487.000 tonnellate, a cui hanno contribuito l’Open Scope, in vigore a metà del 2018, che ha ampliato l’elenco degli apparecchi soggetti a normativa RAEE, e l’aumento delle vendite di apparecchi elettrici ed elettronici nel periodo di riferimento, variamente motivato. La filiera consortile registra, fra le altre, difficoltà operative legate anche a mancati chiarimenti normativi, per dirla con le parole del Centro di Coordinamento: ”Se l’aumento dell’immesso è stato immediato, l’abitudine a considerare i rifiuti derivanti dalle nuove AEE come RAEE, e quindi la loro completa e corretta rendicontazione, rappresenta un processo non ancora completamente metabolizzato”.
Per contro, la quantità di RAEE (domestici + professionali) raccolti dal sistema consortile segna un aumento del 6,6% rispetto all’anno precedente: 510.367 tonnellate contro 478.817, a conferma della progressiva efficienza della filiera. Un altro indicatore positivo è che di queste oltre 510 mila tonnellate, solo il 3% proviene da canali di raccolta diversi da quelli coordinati dal CdC. Il Rapporto Gestione RAEE 2021 viene elaborato sui dati comunicati annualmente dagli impianti iscritti al consorzio, secondo un obbligo previsto dalla normativa; il Centro di Coordinamento precisa che “non tutti gli impianti registrati sul portale hanno effettivamente compilato la dichiarazione, nonostante diverse attività di sensibilizzazione; così come - sottolinea sempre il CdC - non c’è evidenza che tutti i soggetti che gestiscono RAEE siano effettivamente registrati al portale”.
Le aree di criticità del sistema si ripresentano: in una generale mancanza di controllo da parte degli enti preposti, ancora sfuggono al corretto trattamento - e quindi al controllo - grandi quantità di RAEE, come del resto ha ribadito Fabrizio Longoni, direttore generale del CdC: “Come sempre, ricordiamo che si deve riflettere su quali siano le cause di una distanza così ingente dall’obiettivo europeo. Sul banco degli indagati sale, da protagonista, la raccolta. L’impatto negativo sui risultati è dovuto alla carenza della raccolta e alla scorretta gestione favorita anche dalla pressoché assoluta mancanza di controlli da parte degli organi preposti mirati a contrastare la gestione illegale dei RAEE”. Il raggruppamento più interessato dalla 'fuga di RAEE' è quello dei grandi bianchi (R2, vale a dire lavatrici, lavastoviglie, forni a microonde, cucine, etc.): rappresenta a volume il 33% di tutta la raccolta a livello nazionale, ma in alcune provincie non raggiunge nemmeno il 10%. Guarda caso, da una lavatrice mediamente si possono ricavare circa 40 kg di ferro, 1 kg. di alluminio e circa 1 kg. di rame, tutti materiali che trovano facile collocazione commerciale anche su piazze non propriamente regolamentate.
Raccolta RAEE in dettaglio
Delle oltre 510 mila tonnellate di RAEE trattate il 76,9%, corrispondente a 392.347 tonnellate, proviene da nuclei domestici, con un incremento della raccolta del 6,2% rispetto al 2020. Il restante 23,1%, pari a 118.020 tonnellate, è riconducibile a RAEE di origine non domestica, i cosiddetti RAEE professionali. Anche in questo caso il totale raccolto è in crescita: più 8% rispetto al 2020. I maggiori quantitativi di RAEE riguardano i grandi bianchi (R2) e freddo e clima (R1), mentre l’incremento maggiore (+23,8%) appartiene a TV e apparecchi con schermi (R3), determinato dall’erogazione del Bonus TV. Diminuisce la raccolta di piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo (R4) -5,4%; cresce dell’ 8,1% sul 2020 la raccolta delle sorgenti luminose (R5). Il rapporto completo è consultabile qui.
”Fanno sorridere - ragiona Longoni -, per non mettersi a piangere, idee bizzarre provenienti dall’ambiente politico che, prive di una base industriale e di qualsiasi prospettiva logica e di mercato, fantasticano su immaginari percorsi di industrializzazione pseudo-mineraria, senza aver contezza di cosa sia realmente necessario fare per estrarre materie prime dai RAEE. Soprattutto senza interrogarsi su quanto si raccoglie e con quanti RAEE si deve alimentare un impianto di trattamento. Concentriamoci sul necessario per lo sviluppo futuro, la raccolta, e lasciamo la fantasia al mondo dell’irrealtà”.
Non possiamo che concordare sul richiamo alla concretezza, ma la curiosità su cosa 'succede poi' resta. Certo, non disperdere nell’ambiente questo genere di rifiuti è sicuramente un dovere e sapere anche cosa si ricava - e soprattutto si risparmia - ad esempio dal recupero di una lavatrice, potrebbe essere una motivazione al corretto smaltimento più forte di una trovata pubblicitaria.(l.c.)