Analisti ed economisti di tutto il mondo stanno prestando molta attenzione ai numeri delle vendite al dettaglio per valutare come l'economia potrebbe riprendersi dall'impatto della pandemia di coronavirus.
In America il “back to school” rappresenta il periodo di shopping più importante, subito dopo il Natale. Molte aziende, però, sono convinte che non sarà come gli altri anni, data l’incertezza del rientro a scuola a fine agosto. Ci si prepara ad un autunno difficile.
Walmart ha dichiarato che i propri negozi resteranno chiusi nel Giorno del Ringraziamento per la prima volta in 30 anni. "Sappiamo che lo shopping natalizio sarà diverso quest'anno e gestiremo gli eventi di vendita in modo differente", ha dichiarato John Furner, AD di Walmart, in una mail ai dipendenti. Anche il Black Friday sarà vissuto diversamente, si pensa esclusivamente online, per evitare assembramenti. Questo rende necessaria una rapida corsa ai ripari per molte aziende che non erano ancora preparate alla vendita massiva su e-commerce.
Alcune attività negli USA si stanno riorganizzando per migliorare la propria logistica, dato che è ormai sotto gli occhi di tutti che le vendite su Internet superano ogni paura di contagio e aiutano a contenere la crisi dei consumi.
Un esempio lampante è il Sam’s Club, una catena di grandi magazzini di proprietà di Walmart. Già nel 2019 alcuni negozi fisici di questa catena sono stati convertiti in magazzini di spedizioni. Durante la pandemia, Walmart ha pensato di accelerare questa mutazione trasformando altri cinque punti vendita Sam’s Club, sparsi in tutto il Paese, in centri di evasione di acquisti e-commerce. Gli edifici sembrano più o meno gli stessi dall'esterno, ma all’interno - invece dei clienti che spingono i carrelli - girano transpallet elettrici guidati dai dipendenti che prelevano merce ben organizzata sugli scaffali.
La tendenza alla riorganizzazione di punti vendita in piccole piattaforme logistiche è fiorente negli USA. I progetti avviati o completati dal 2017 hanno trasformato 1,3 milioni di mq di spazi commerciali in 1,4 milioni di mq di spazi industriali per la distribuzione di e-commerce, mantenendo lo stesso numero di posti di lavoro. Siamo abituati a pensare agli hub di smistamento come grandi capannoni nelle campagne, dai quali enormi camion prelevano tonnellate di merce ogni giorno; oggi invece verranno utilizzati piccoli magazzini nelle città per raggiungere il consumatore nel giro di poche ore dall’ordine.
La conseguenza è che Amazon non è più l’unico protagonista della narrazione delle vendite on-line. Oggi il cliente ha molta più scelta rispetto a pochi mesi fa. L’evoluzione del commercio su Internet sta raggiungendo in pochi mesi picchi che avrebbero richiesto anni nelle previsioni degli analisti e le aziende di tutto il mondo stanno correndo a grandi falcate per ingrandire e migliorare la proposta e-commerce.
Molti grandi rivenditori statunitensi stanno adottando la spedizione direttamente dai negozi. E sono sempre di più i punti vendita che hanno iniziato ad offrire un servizio di “pick-up” 24/7 tramite punti di ritiro automatizzati. I negozi al dettaglio, soprattutto nei centri commerciali, erano in forte crisi a causa del calo del traffico pedonale anche prima della pandemia, mentre il commercio elettronico continuava a divorare quote di mercato.
La soluzione di avvicinare i magazzini al cliente penetrando nella realtà territoriale porta con sé un netto miglioramento della logistica, consentendo consegne rapide e più efficienti, realizzate spesso dagli stessi dipendenti. Questa tendenza in America sta preservando posti di lavoro e salvaguardando la fiducia dei consumatori verso i grandi nomi del retail fisico, oltre che iniziare ad essere una piccola spina nel fianco di Amazon.
In un futuro prossimo tutti i concorrenti torneranno a giocare sullo stesso campo. Anche se il pallone, per ora, è ancora di proprietà del colosso di Seattle.