Ikea ci ha abituato a una pubblicità che tocca temi della quotidianità contemporanea. Questa volta invita a rivalutare l’importanza, anche per la salute, di momenti di relax, suggerendo implicitamente una pausa dai social e dall’online. Recentemente, infatti, sul mega schermo affacciato sulla famosa e molto frenetica Time Square (a New York) è girato in continuo uno spot: la scena è quella di un ordinario e quotidiano rientro a casa; solo che il ritmo è rallentato, i gesti predispongono al rilassamento e a prendersi una pausa dal mondo, senza dispositivi digitali, che in effetti non compaiono in scena. Lo spot promuove l’ambiente camera da letto con tutti gli elementi che si trovano in vendita da Ikea, e ovviamente nel video spuntano descrizioni e prezzi dei prodotti, ma la suggestione di un ‘ritmo rallentato’ è forte e chiara: è uno spot in cui 'non succede niente'. L’installazione fa parte di una campagna dal titolo “The place to be” con spot realizzati in diverse lingue e programmati su tv e canali digitali in cui l’invito a disconnettersi dal mondo sia reale che virtuale per ritagliarsi un momento di relax è esplicito. Molti commentatori hanno interpretato l’iniziativa pubblicitaria di Ikea come una celebrazione della Jomo (Joy of missing out) una specie di felicità nel rimanere esclusi (dalla rete specialmente), in contrapposizione alla Fomo, la paura di essere esclusi, di perdersi l’ultimo trend, l’evento di cui tutti parlano specialmente sui social; insieme alla Nomofobia (No Mobile Phobia), l’ansia di non poter usare e controllare il cellulare è fra gli effetti collaterali delle tecnologie digitali. Da abitudine ormai necessaria, infatti, la relazione con l’online e i suoi dispositivi può trasformarsi in disturbo comportamentale o in una vera e propria ossessione patologica.
Fomo: quando diventa pericolosa
La paura di essere esclusi (Fomo - Fear of Missing Out) è ovviamente correlata alla digitalizzazione e corrisponde al timore di non partecipare a qualcosa di piacevole e gratificante che, invece, coinvolge parenti e amici, la propria rete di contatti sui social. Chi soffre di Fomo, principalmente vive nell’ansia che altri possano avere una vita più ‘appagante’ della sua. Per questo ha il bisogno di essere sempre in contatto, connesso, per controllare in modo compulsivo il cellulare e le sue eventuali notifiche. Il fenomeno coinvolge giovani e adulti, ma sono gli adolescenti maschi a esserne più colpiti. Da non confondere con un fisiologico stato tipico dell’adolescenza, la Fomo diventa un problema patologico quando il disagio impatta e condiziona la quotidianità della persona e il bisogno incontrollabile di guardare il cellulare e essere connessi prevale sulle normali attività. A livelli patologici la Fomo può provocare ansia sociale, alti livelli di stress, insonnia e altro. Ovviamente, in presenza di certe condizioni il suggerimento è di rivolgersi a un esperto. Nella normalità della vita di tutti i giorni, in cui essere connessi e ‘attaccati’ allo smartphone rientra in una abitudine gestibile, ben venga chi ha il coraggio di celebrare la ‘gioia di essere esclusi". (l.c.)
Fonte: Inside Marketing; Centro disturbi dell’Umore - Ospedale San Raffaele