Huawei P smart Z sfrutta la scia della moda della fotocamera a scomparsa, portandola (di già) alla portata di tutti. Lo abbiamo provato nella colorazione nera, ma è disponibile anche in starlight blue ed emerald green. La sensazione al tocco non è delle migliori: è pesante, nonostante la scocca sia interamente in plastica. All’interno della confezione troviamo caricabatteria rapido, cavo Type-C e auricolari standard. Nessuna traccia della cover, purtroppo, ma una pellicola è già applicata sullo schermo.
Il display da 6,59 pollici ha la cornice superiore veramente ridotta, non essendoci più il notch (la tacca per fotocamera, capsula auricolare e sensori di prossimità). Lo schermo è un IPS con buona retroilluminazione, anche se non eccellente. I colori, in compenso, si avvicinano di molto alla gamma cromatica RGB.
Dopo aver configurato rapidamente il cellulare, ci siamo dedicati al comparto fotografico. La fotocamera per i selfie è quella che ha attirato da subito la nostra attenzione: emerge in 1 secondo, Huawei la garantisce per centomila estrazioni e il meccanismo ci è sembrato solido, anche se un po’ rumoroso. Questo smartphone ha il sensore dell’impronta digitale sulla scocca posteriore, ma non è possibile sbloccarlo con il viso, probabilmente per non dover attendere l’apparizione della lente frontale. La qualità dei selfie (16MP di risoluzione) rientra tra la media dei prodotti di questa fascia prezzo, anche le foto scattate con gli obiettivi posteriori (16MP + 2MP) non ci ha lasciato a bocca aperta.
Forse dal punto di vista multimediale il P smart Z darà il meglio di sé, essendo un prodotto dedicato a un target giovane. Lo abbiamo messo alla prova con AnTuTu, l’applicazione che utilizziamo per paragonare gli smartphone. Il device ha ottenuto un punteggio di 131.795, battendo il 34% dei competitors nella CPU, solo il 27% per la grafica e il 34% per l’esperienza utente. Il suo punto di forza sarebbe la gestione della memoria, dove è superiore a 1 cellulare su 2.
La fruizione dei contenuti multimediali va spesso a scatti e l’audio è mono, totalmente assente di bassi. Non è un prodotto per il gaming, al massimo per lo streaming video; 4000 mAh di batteria ci hanno accompagnato tranquillamente durante i test, e ne avanzavano ancora parecchi dopo 6 ore di schermo acceso. La presenza di Android 9, 64 Gigabyte di memoria di archiviazione e 4 GB di RAM sono caratteristiche adeguate al prezzo, ma il processore Kirin 710 (già presente in dieci dispositivi di casa Huawei solo in Italia) farebbe bene a cedere il passo alle nuove leve.
Cosa ci piace:
L’autonomia di questo smartphone è notevole, e la scocca non si è surriscaldata durante i test.
Buona la resa cromatica del display.
Cosa non ci piace:
Non siamo stati in grado di trovare i dati sulle emissioni SAR di questo dispositivo.
Il peso e il touch feeling trasmettono l’idea di un prodotto economico, non di fascia media.
Speravamo in una resa fotografica migliore, almeno dei selfie, vista la lente dedicata.
Abbiamo cercato in rete il motivo del suffisso “z” al P Smart, nome ormai svalutato. E non l’abbiamo trovato. Allora ci è venuto in mente quell’era "preistorica" in cui Internet era ancora agli albori e si potevano trovare i cosiddetti WareZ, applicativi distribuiti illegalmente: una maniera per avere un prodotto originale a costo zero. Qui ovviamente non c’è nulla di illegale, ma anche di originale c’è ben poco, e il costo di 279 euro può essere ragionevole solo grazie alla presenza della fotocamera estraibile.