“Un quadro informativo tra luci e ombre, con alcuni significativi punti deboli nella trasparenza verso i consumatori”: con queste parole Massimiliano Dona, presidente di Unione Nazionale Consumatori, ha illustrato l’indagine svolta tra gennaio-aprile del 2019 sui 14 siti internet che promuovono o vendono elettrodomestici rigenerati oppure ricondizionati. L’iniziativa realizzata da UNC, in collaborazione con APPLiA Italia (l'associazione dei produttori di elettrodomestici), ha interessato piccoli e grandi eldom apparecchi d’informatica e di high-tech. Sotto la lente di UNC i siti Amazon Renewed, Astelav, Back Market, Centro Elettrodomestici Ricondizionati, Cycleon-Recare - Returne to Value, Elettro Discount, Ebay, Eprice, Evoluzione Casa, Mediamarket, Mondo Affari, Solo Stocks, Subito.it e WireShop.
L’analisi, muovendo dalle segnalazioni pervenute agli sportelli di assistenza dell’Unione Nazionale Consumatori, si è focalizzata esclusivamente sulla relazione di consumo, per cui non sono stati presi in considerazione gli operatori del mercato B2B (Cycleon-Recare - Returne to Value e Solo Stocks).
Numerose le criticità emerse dall'analisi che i legali di UNC riassumono così:
mancata e/o generica indicazione del soggetto ricondizionatore, degli interventi effettuati e delle caratteristiche delle componenti utilizzate nel processo di ricondizionamento;
- mancata e/o generica indicazione di eventuali difetti estetici;
- presenza di clausole vessatorie come quelle inerenti al foro del consumatore o il diritto applicabile;
- mancata e/o generica informativa riguardante l'applicazione di garanzie post vendita;
- ostacoli al legittimo esercizio del diritto di recesso del consumatore;
- esclusione di responsabilità in caso di danni al prodotto intervenuti durante il trasporto;
- mancata indicazione delle informazioni circa la piattaforma ODR (Online Despute Regulation) e delle modalità di risoluzione alternativa delle controversie.
"In generale - commenta Dona - ci sembra di poter giudicare un quadro tra luci e ombre: sono particolarmente allarmanti alcune carenze informative sull’identità del soggetto che ha effettuato gli interventi sui prodotti o sui canali per ottenere un contatto con il venditore. Solo una parte dei siti internet esaminati risulta sufficientemente trasparente e rispettosa della normativa di consumo. In particolare, notiamo una certa riluttanza degli operatori ad illustrare ai consumatori cosa si intende per prodotto ricondizionato/rigenerato (ad esempio, non è quasi mai spiegata la natura dell’intervento al quale è sottoposto il prodotto e questa circostanza può incidere sulla sicurezza stessa del prodotto oltre che sulla classe energetica). Tutti aspetti che abbiamo evidenziato nell’infografica pubblicata sul nostro sito www.consumatori.it. I casi più gravi riscontrati dai nostri legali saranno oggetto di una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato”.
“Le criticità emerse dall’indagine realizzata in collaborazione con UNC non ci sorprendono” ha affermato Manuela Soffientini, presidente di APPLiA Italia. “La legislazione in materia è carente e confusa: il DM 140/2016 infatti non regolamenta in modo chiaro ed esaustivo il tema del ricondizionamento a discapito della sicurezza del consumatore e della trasparenza del mercato. È necessario certificare innanzitutto l’identità dei soggetti ricondizionatori, definire le regole secondo cui operano e le loro responsabilità sugli interventi effettuati. Il tema delle garanzie post vendita ed una effettiva sorveglianza del mercato sono ulteriori aspetti fondamentali”. APPLiA Italia è da tempo impegnata sulla corretta applicazione dei principi dell’economia circolare; anche per questo ha ripetutamente richiesto agli organi competenti di fare chiarezza sul tema del ricondizionato affinché tale processo possa essere attuato nel pieno rispetto delle norme di prodotto e ambientali.