Più che un venerdì, ’Black Friday’ ormai è un nome in codice per indicare il prolungato periodo di grandi offerte e sconti, a volte selvaggi, su cui si discute molto e di cui probabilmente tutti approfittiamo per fare i nostri acquisti più o meno necessari. Ad ogni modo si è sempre rivelato un evento che lascia il segno: nel 2021, durante la settimana del Black Friday le vendite sono aumentate del 116% rispetto alla settimana media riferita all’ultimo anno, distribuite fra offline e online, canale quest’ultimo che ha contribuito per il 32,7% al fatturato di tutti i prodotti tech. (fonte: Gfk). È in questo scenario che fa il suo ingresso un venerdì di colore blu.
Che cos’è il Blue Friday
In primis non si tratta di un evento commerciale. Il Blue Friday - o Venerdì Blu - è una iniziativa dedicata all’ambiente, in particolare vuole richiamare l’attenzione sull’impatto che le nostre scelte di vita e di consumo hanno sul mare, da qui il riferimento al colore blu. Dal 2021 l’appuntamento è promosso dalla CommissIone Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco (IOC-UNESCO), responsabile del coordinamento delle attività a livello mondiale in ambito oceanografico. L’iniziativa culmina con l’appuntamento per la due giorni del Blue Friday a Venezia il 25 e 26 novembre (qui il programma completo). Cosa collega però gli oceani con il Black Friday, a parte il simpatico gioco di parole? In realtà un problema importante: l’escalation di acquisti che lo caratterizza ha un impatto elevato sull’ambiente e sui mari.
Effetti inquinanti
Secondo i dati diffusi dalla Commissione, l’impennata dello shopping del ‘venerdì nero’ ha effetti ambientali sottovalutati: in Italia, dove il 50% degli acquisti avviene online, durante il Black Friday la congestione urbana aumenta del 34% l’inquinamento e i tempi di percorrenza nelle città; anche il consumo di plastica legato all’ecommerce, che da noi rappresenta il 35% del totale, subisce un incremento durante quel periodo promozionale. Nel Regno Unito, durante il Black Friday del 2020, sono state emesse 429mila tonnellate di gas serra, pari al peso di 61.308 elefanti. Tutte attività che contribuiscono al riscaldamento globale, responsabile degli eventi estremi legati alla crisi climatica e ai profondi cambiamenti dell’ecosistema marino.
Il nostro bistrattato pianeta blu
Il mare ha un ruolo importante per il benessere della terra, genera più del 50% dell’ossigeno che respiriamo, ha già assorbito fino al 90% del calore generato dagli umani e fino al 30% delle emissioni antropiche di anidride carbonica. Compromettere l’equilibrio dell’ecosistema marino è una ulteriore minaccia per il futuro sostenibile del nostro pianeta. Ed è la preoccupazione della Commissione Oceanografica Intergovernativa, che attraverso il programma ‘Il decennio del mare - 2021-2030 -‘ si ripromette di invertire il processo di declino che ha colpito gli oceani. Oltre il 40% della superficie marina subisce impatti provocati dalle attività terrestri e marine dell’uomo: la deossigenazione del mare sta creando “zone morte”, la proliferazione di alghe dannose sta generando rischi per la salute umana e per le economie; la presenza di coralli vivi, habitat di una significativa biodiversità, protezione costiera e fonte di sussistenza, si è quasi dimezzata negli ultimi 150 anni; plastiche e microplastiche stanno invadendo gli oceani. E per di più conosciamo ben poco dell’universo marino: ad oggi solo il 19% del fondale oceanico è tracciato e ci sono vaste aree dell’oceano profondo di cui non conosciamo praticamente nulla quanto a distribuzione delle specie, ecosistemi, processi marini e fattori di stress.
Cosa possiamo fare noi
Il Blue Friday ci invita a ‘cambiare rotta’ informandoci di più, diventando consumatori più consapevoli, anche di fronte a ‘tentazioni’ come quelle offerte dal Black Friday, tanto più se poi, come evidenziano i promotori dell’evento, circa l’80% degli articoli acquistati durante questo periodo sono frutto di scelte d’impulso e spesso vengono buttati via ancora etichettati. Qualcosa sembra cambiare se, come affermano gli organizzatori, le persone sono disposte a fare acquisti più consapevoli e informarsi maggiormente su tematiche ambientali e crisi climatica, e di conseguenza il 64% dei consumatori ha dichiarato di essere meno incline ad acquistare durante il Black Friday rispetto agli anni precedenti. In questo il periodo di crisi aiuta. Maggiori informazioni sui programmi di Educazione all’Oceano della Commissione Unesco a questo link. (l.c.)