Caricabatterie, telecomandi, spazzolini elettrici, sigarette elettroniche, ventilatori portatili e piccoli elettrodomestici da viaggio: sono solo alcune delle apparecchiature elettriche ed elettroniche di piccole dimensioni che, una volta diventate rifiuti, potrebbero essere conferite in modo scorretto. Durante la stagione estiva, infatti, aumenta il rischio che questi piccoli rifiuti (cosiddetti RAEE) vengano dimenticati nei cassetti delle case vacanze, gettati nel sacco nero della raccolta indifferenziata o nella plastica, se non addirittura abbandonati sulle spiagge. “Per i RAEE di piccole dimensioni, cioè inferiori ai 25 cm, si può usufruire gratuitamente del servizio Uno contro Zero, che permette di restituire l’apparecchio non più funzionante presso i grandi negozi di elettronica (con superficie superiore a 400 mq), senza alcun obbligo di acquisto” – spiega Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE, consorzio del sistema Erion dedicato alla corretta gestione di questo tipo di rifiuti. “Purtroppo, però, ancora troppe persone non conoscono questa opportunità: infatti, secondo una nostra indagine realizzata con IPSOS, ancora il 49% degli italiani ignora l’esistenza del servizio, nonostante sia attivo dal 2016”.
Anche per i grandi RAEE, in particolare per i frigoriferi, l’estate rappresenta un periodo cruciale. L’arrivo delle alte temperature genera, infatti, più casi di malfunzionamento o rottura di questi elettrodomestici, portando con sé anche un aumento delle sostituzioni da parte dei consumatori. Ma chi si libera del vecchio frigorifero sa come conferire correttamente quello vecchio? Secondo l’indagine IPSOS, solo meno della metà (il 46%) di coloro che cambiano un grande elettrodomestico decidono di far ritirare il RAEE equivalente tramite il servizio 1 contro 1.
“È un dato singolare se si pensa che, sempre secondo l’indagine IPSOS – continua Arienti – il 71% degli intervistati sa che acquistando un nuovo elettrodomestico è possibile richiedere il ritiro gratuito dell’apparecchiatura equivalente di cui ci si vuole disfare. Nonostante ciò, solo il 46% delle persone si avvale concretamente di questa possibilità. Un vero peccato, soprattutto perché, lo ricordiamo ancora una volta, si tratta di un servizio totalmente gratuito per il cittadino e che ha benefici importanti sull’ambiente e sull’economia del nostro Paese”.